GUEULE D’AMOUR
(Germania-Francia/1937) R.: Jean Grémillon. D.: 90'. V. francese
Dopo La Petite Lise e Daïnah la métisse (1931), Grémillon ritornò a collaborare con Charles Spaak per l'adattamento di un romanzo di André Beucler, Gueule d'amour (1926), incentrandolo sulla coppia già consacrata da Pépé le Moko, Jean Gabin e Mireille Balin. Anche grazie alla presenza dei due divi, il film divenne uno dei rari successi di pubblico della carriera di Grémillon. Gabin impersona Lucien Bourrache, sottufficiale del corpo militare degli Spahis (le truppe coloniali francesi), soprannominato 'Gueule d'amour' per il suo magnetismo di seduttore. In stanza a Orange fa strage di cuori e suscita l'ammirazione dell'amico e collega René. Ma quando a Cannes incontra la sfuggente Madeleine, è lui a essere sedotto e a farsi sottrarre diecimila franchi di eredità. Dopo avere lasciato l'esercito ed essersi impiegato come tipografo, ritrova Madeleine a Parigi e scopre che conduce una vita agiata, mantenendo anche la madre parassita. Lucien diviene il suo amante e se ne innamora al punto da sottomettersi ai suoi capricci. Ma finirà per essere messo alla porta dalla stessa Madeleine, che non vuole contrariare il ricco protettore. Ritiratosi a Orange dove si riduce a gestire un bistrot di campagna, Bourrache scopre che Madeleine lo è venuta a cercare e sta ingannando René, innamoratosi di lei. L'ultimo incontro fra Madeleine e Lucien avrà un esito tragico. Nel passaggio dal romanzo al film, Spaak modellò il personaggio sulla fisionomia di Gabin, ma senza attenuarne la vulnerabilità. Come ha notato Ginette Vincendeau, è soprattutto il personaggio di Madeleine a cambiare dalle pagine al film, perdendo la fisionomia di donna emancipata e 'moderna' a favore di una femme fatale delineata non senza accenti misogini un po' datati. Ma il fascino del film risiede soprattutto nel racconto di un processo di seduzione come vampirismo e spirale distruttiva e degradante, che, a sorpresa, trascina un tombeur des femmes, spogliandolo del narcisismo, delle ambizioni personali e del proprio vitalismo. Fra il sedotto e la seduttrice agisce anche la differenza di classe che allude alla contrapposizione fra città e provincia. 'Gueule d'amour', perduta la divisa fiammante, perde l'identità (si pensi alla sequenza in cui, ritornato nel bistrot di Orange, non viene riconosciuto) e precipita in una depressione che culmina nella deriva omicida e nell'abbandono della dignità (da antologia il finale in cui Gabin, in lacrime, esprime una fragilità inedita).
(Roberto Chiesi)
After La Petite Lise and Daïnah la métisse (1931), Grémillon resumed his collaboration with Charles Spaak for an adaptation of an André Beucler novel, Gueule d'amour (1926), focusing it on the couple already baptized by Pépé le Moko: Jean Gabin and Mireille Balin. Thanks in part to the two stars, the film became one of the rare audience successes of Grémillon's career. Gabin played Lucien Bourrache, a petty officer of the Spahis (the French colonial troops), nicknamed 'Gueule d'amour' for his seductive magnetism. Based in Orange, he breaks multiple hearts and is admired by his friend and colleague René. But when he meets the elusive Madeleine in Cannes, he is himself seduced and robbed of ten thousand francs of inheritance. After leaving the army and beginning work as a printer, he finds Madeleine in Paris again and discovers she is living the high life, able to maintain even her parasitic mother. Lucien becomes her lover and falls in love with her to the point of submitting to her whims. In the end Madeleine leaves him, not wanting to upset her rich patron. Back in Orange, where he is reduced to managing a country bistrot, Bourrache discovers that Madeleine has come to find him and is betraying René who has fallen for her. The last meeting between Madeleine and Lucien ends in tragedy. In the adaptation from novel to film, Spaak modeled the character on the features of Gabin, but without lessening his vulnerability. As Ginette Vincendeau noted, it is Madeleine's character that changes most from novel to film, losing the features of an emancipated 'modern' woman in favor of a femme fatale, with some dated misogynistic tendencies. But the appeal of the film rests primarily on the narrative of seduction as vampirism, a destructive and degrading spiral that surprisingly drags down a womanizer, cleansing him of his narcissism, his personal ambitions, his own vitality. The class difference between seducer and seduced plays a role as well and hints at the juxtaposition of city and suburb. 'Gueule d'amour', having lost his flashy uniform, loses his identity as well (like the scene when he returns to the bistro of Orange and no one recognizes him) and falls into a depression that ends in homicidal tendencies and the abandonment of dignity (in the remarkable conclusion, Gabin, tearfully expresses a rare moment of fragility).
(Roberto Chiesi)
Tariffe:
Aria condizionata
Info: 051224605