SEIYUKAI SOSAI TANAKA GIICHI-SHI ENZETSU / FUJIWARA YOSHIE NO FURUSATO
SEIYUKAI SOSAI TANAKA GIICHI-SHI ENZETSU
(The Speech of Prime Minister Tanaka/Discorso del Primo Ministro Tanaka, Giappone/1928) D.: 6'. V. giapponese
La Showa Kinema Hassei Eiga Kyokai fu fondata il primo gennaio 1927 con il preciso scopo di produrre film sonori da Yoshizo Minagawa (1882-1960), un commerciante di prodotti occidentali originario di Osaka che nel 1925, dopo aver assistito a una proiezione durante un viaggio d'affari negli Stati Uniti, aveva acquistato i diritti per l'Asia del sistema Phonofilm di Lee de Forest. A partire dal luglio di quell'anno proiettò diversi 'film che parlano' ('mono o iu firumu') a Tokyo e in altre città del Giappone, e nel 1926 mandò l'operatore Yoshio Chiba e l'elettricista Masao Igarashi in America a studiare gli aspetti tecnici del sistema Phonofilm nel laboratorio newyorkese di de Forest. Le prime produzioni della Showa Kinema, undici cortometraggi e un lungometraggio (Reimei, film sperimentale di Kaoru Osanai, oggi perduto), furono proiettate il 5 ottobre 1927 all'Imperial Hotel di Tokyo.
Questo film, restaurato nel 2005 dal National Film Center a partire da una copia nitrato 35mm ritrovata al Museo Hagi nella Prefettura di Yamaguchi, è l'unica copia di un film della Showa Kinema a essere sopravvissuta, benché in forma ridotta. Documenta un discorso del Primo ministro di allora, Tanaka Giichi (1864-1929), un ex generale che fu premier del Giappone dal 1927 al luglio del 1929, quando si dimise dall'incarico dopo una disputa con l'Imperatore, pochi mesi prima di morire. Fu anche ministro degli Esteri, degli Interni e degli Affari coloniali. Conservatore e nazionalista, mise in atto politiche contro la sinistra, compreso l'arresto in massa di veri e presunti simpatizzanti comunisti, e si fece fautore di una politica estera aggressiva, promuovendo l'intervento militare in Cina nell'Incidente di Jinan del 1927-28.
L'identità del direttore della fotografia è sconosciuta, così come le date esatte delle riprese, ma il film ottenne il visto della censura il 6 febbraio 1928, poco prima delle elezioni per la Camera dei Rappresentanti, la camera bassa della Dieta del Giappone. Vi appare il Primo ministro Tanaka, in piedi su uno sfondo di tende nere che, rivolgendosi direttamente alla macchina da presa, presenta la propria posizione su questioni che spaziano dall'economia alla diplomazia e alla politica estera. La colonna sonora fu stampata sulla pellicola al momento delle riprese usando come modulatore una lampada a luminescenza. Il film è storicamente rilevante in quanto costituisce non solo il primo film sonoro giapponese giunto fino a noi, ma documenta anche le principali questioni della politica giapponese all'inizio del periodo Showa.
Founded on January 1st, 1927, Showa Kinema Hassei Eiga Kyokai was established specifically to produce sound films by Yoshizo Minagawa (1882-1960), originally an Osaka-based trader in Western goods, who had acquired the Asian rights to Lee de Forest's Phonofilm system in 1925 after attending a screening during a business trip to the United States. From July the same year he held several screenings, billed as 'Films that talk' ('mono o iu firumu') in Tokyo and other Japanese cities, and sent cameraman Yoshio Chiba and electrician Masao Igarashi to America in 1926 to study the technical aspects of the Phonofilm system at De Forest's New York laboratory. Showa Kinema's first productions, consisting of eleven shorts and one feature film, Kaoru Osanai's lost avant-garde work Reimei, were finally screened on October 5th, 1927 at Tokyo's Imperial Hotel.
This film, restored by the National Film Center in 2005 from a 35mm nitrate print discovered in the Hagi Museum in Yamaguchi Prefecture, is the only Showa Kinema print to survive, albeit at a reduced length. It records a speech by then Prime Minister Tanaka Giichi (1864-1929), a former general, who was Prime Minister of Japan from 1927 to 1929, resigning from the office, after a dispute with the Emperor, in July of that year, only a few months before his death. He also held posts as foreign minister, home minister and colonial affairs minister. A conservative nationalist, he implemented draconian anti-leftist policies including mass arrests of actual and supposed Communist sympathisers, and pursued a hawkish foreign policy, sending troops to intervene in China in the Jinan Incident of 1927-8.
The identity of the cameraman is unknown, as is the exact date of shooting, but the film passed state censorship on February 6th, 1928, shortly before elections for the House of Representatives, the lower house of Japan's Diet. It features prime minister Tanaka standing in front of black drapes, talking directly into the camera. He presents his position on issues ranging from the economy to diplomacy and foreign policy. The soundtrack was directly printed onto the film during shooting using a glow lamp as a modulator. As a historical record, the film is important since it not only constitutes Japan's earliest surviving sound film, but also provides a record of concerns central to Japanese politics in the early Showa Era.
FUJIWARA YOSHIE NO FURUSATO
(Hometown/Paese natale, Giappone/1930) R.: Kenji Mizoguchi. D.: 86'. V. giapponese
Paese natale è il primo film sonoro realizzato da Kenji Mizoguchi e dalla sua casa cinematografica, la Nikkatsu. Non essendo attrezzato per la registrazione del suono, lo studio coprodusse il film con la Mina Talkie di Yoshizo Minagawa che l'anno precedente aveva realizzato il suo primo sonoro, Taii no musume [La figlia del capitano]. La Nikkatsu si avvalse dell'opera modernizzatrice della Friday Society, un gruppo composto da scrittori, critici, registi e gestori cinematografici, e in particolare del critico e teorico Iwao Mori, destinato a dirigere la prima compagnia giapponese dedicata esclusivamente alla produzione di film sonori, la P.C.L. Mori progettò il film, ideò la storia e collaborò alla stesura della sceneggiatura. Convinse anche il più grande cantante d'opera giapponese di allora, il tenore di formazione europea Yoshie Fujiwara, a interpretare il protagonista, e dati i limiti tecnici degli strumenti di registrazione decise di rendere il film solo parzialmente sonoro.
La mobilità della macchina da presa nelle scene mute, in netto contrasto con la staticità che caratterizzava molti film sonori non solo giapponesi, deriva probabilmente dalla forma ibrida dell'opera. Questa "mobilità del cinema muto" fu lodata dai critici contemporanei: Tadashi Iijima scrisse che "[gli autori] hanno realizzato un film parzialmente sonoro per abituarsi al sonoro senza distruggere le tecniche del muto. [Questa scelta] ha prodotto gli elementi più riusciti del film. In altre parole, esso è privo della sgradevole fissità delle scene tipiche dei primi sonori. È fluido come un muto".
Il film esplora con una certa consapevolezza le molteplici potenzialità del nuovo mezzo, soprattutto nell'uso del tema cantato, interpretato da Fujiwara. Unita alla novità del sonoro, la celebrità del tenore contribuì al discreto successo del film e assicurò alcune recensioni favorevoli a questo coinvolgente melodramma. Ma Mori ne era scontento, nella convinzione che i cambiamenti apportati alla sceneggiatura da Mizoguchi e dallo scrittore Shuichi Hatamoto avessero distrutto il nucleo musicale su cui avrebbe dovuto imperniarsi il film. Anche Mizoguchi era insoddisfatto, perché sentiva di non aver raggiunto i risultati che si proponeva. Dopo questo film tornò a girare muti per qualche anno e passò definitivamente al sonoro solo nel 1935.
Eppure il film conserva ancora il suo fascino, e l'uso del sonoro è indubbiamente creativo. Come scrive Mark LeFanu, "la colonna sonora fa vivere Tokyo. C'è una piacevole sensazione di immediatezza documentaria. [...] Come in molti altri film realizzati all'apice del cinema muto, il suono è usato con piglio sperimentale, con un brio e un virtuosismo che andarono perduti quando il sonoro 'divenne la norma', e i film si concentrarono unicamente sulla registrazione chiara del dialogo".
Hometown was the first sound film both of its director, Kenji Mizoguchi, and of his studio, Nikkatsu. Lacking sound recording facilities and technical knowhow, the studio co-produced the film with Yoshizo Minagawa's Mina Talkie, which had realised its first sound feature, Taii no musume (The Captain's Daughter), the year before. At Nikkatsu, a key role in the films production was played by the modernising think tank Friday Society (Kinyokai), a group of writers, critics, filmmakers and exhibitors, and in particular by critic and theorist Iwao Mori, later to become the head of Japan's first all-talkie production company, P.C.L. (later Toho). Mori planned the film, conceived the story, and assisted in the writing of the script. He also convinced Yoshie Fujiwara, a European-trained tenor who was the leading Japanese opera singer of the time, to play the lead role, and decided, due to the technological limitations of the sound recording equipment, to structure the film as a part-talkie.
The film's hybrid form is probably responsible for the mobility of the camera in the scenes shot silent, which contrasts sharply with the static qualities of numerous very early sound films both in Japan and elsewhere. This 'silent-cinematic mobility' was praised by contemporary critics, with Tadashi Iijima writing that "[Hometown's authors] made a part-talkie in order to get used to the talkie, and not destroy the techniques of silent cinema. [This attitude] resulted in the successful elements of Hometown. In other words, this film is free from the ugly fixity of the scenes characteristic of the early talkies. It is fluid like a silent film".
The film self-consciously explores the rich potential of the new medium, especially in the use of the title song as performed by Fujiwara. The star's fame, coupled with the novelty of sound, helped to win a limited degree of commercial success and some favourable reviews for this entertaining melodrama. However, Mori himself was disappointed, believing that changes to the script by Mizoguchi and writer Shuichi Hatamoto had destroyed the film's intended musical focus. Mizoguchi too was dissatisfied with the film, feeling that he had failed to achieve his aims. Following this film, he was to return to silent filmmaking for several years, and would not switch fully to sound until 1935.
Nevertheless, the film retains its fascination, and the use of sound is certainly creative. As Mark LeFanu writes, "the soundtrack brings Tokyo to life. There is a fine sense of documentary immediacy [...] As in many films on the cusp of the silent era, sound is used here with an experimental confidence - a verve, a bravura - that was subsequently lost as sound movies 'naturalised' themselves by concentrating merely on registering dialogue clearly".
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