DAI CHUSHINGURA
(I quarantasette ronin, Giappone/1932)
R.: Teinosuke Kinugasa. D.: 139'. V. giapponese
Questo adattamento del 1932 è la prima versione sonora della storia dei quarantasette ronin che fu oggetto di tante trasposizioni al cinema. Il regista Teinosuke Kinugasa è oggi conosciuto in Occidente soprattutto per gli sperimentali Kurutta ichipeji [Una pagina di follia] e Jujiro [Incroci, 1928], ma Chushingura rappresenta assai meglio la sua opera. Kinugasa era specializzato soprattutto in jidai-geki, e la sua fama internazionale fu inizialmente legata alla proiezione nei festival di Jigokumon (1953), il primo film giapponese in costume girato a colori.
Trattandosi della prima versione sonora del Chushingura, il film fu una sorta di evento, e "Kinema Junpo" gli dedicò un'intera pagina. Ma il recensore della rivista alluse ironicamente agli interessi commerciali che stavano dietro il progetto. "Con il Chushingura gli attori e le case cinematografiche si guadagnano la pagnotta. Se non hai nulla da mostrare, tira fuori un Chushingura! Se navighi in cattive acque, tira fuori un Chushingura! Perché puoi star certo che gli spettatori accorreranno a frotte, e come motivo basta e avanza". L'articolo riteneva che l'uso del suono non fosse abbastanza audace, e pur lodando la recitazione di Tsumasaburo Bando e Utaemon Ichikawa stroncò l'interpretazione del comprimario Chojiro Hayashi, mentre Kinuyo Tanaka fu criticata per la parlata dialettale. Seppur colpito dalla fotografia di Kohei Sugiyama, il critico concludeva giudicando il film troppo poco entusiasmante, considerato il cast stellare e il talento del regista e del direttore della fotografia. Nonostante la recensione poco favorevole, quell'anno il film arrivò terzo nella classifica di "Kinema Junpo", e in seguito Joseph Anderson e Donald Richie scrissero che "molti critici avevano ammirato non solo il sonoro ma anche il montaggio serrato".
This 1932 adaptation is the earliest sound version of the much-filmed story of the loyal 47 retainers. Director Teinosuke Kinugasa is now best known in the West as the maker of the avant-garde silent films Kurutta ichipeji (A Page of Madness, 1926) and Crossroads (Jujiro, 1928), but Chushingura is in fact more typical of his output than these experimental works. He was primarily a specialist in jidai-geki (period films), and originally earned his international reputation through festival screenings of Jigokumon (Gate of Hell, 1953), the first Japanese period film to be made in colour.
As the first sound version of the Chushingura narrative, the film was something of an event, and "Kinema Junpo" devoted a whole page to the film. But the magazine's reviewer commented with some irony on the commercial motives behind its production. "The Chushingura story is bread and butter for the actors and the movie companies. If you don't know what to programme, put out a Chushingura! If you are having financial troubles, put out a Chushingura! Because it is a certainty that the customers will come flocking, and that is a reason in itself". He felt that the use of sound was insufficiently daring, and although he praised the acting of Tsumasaburo Bando and Utaemon Ichikawa, he dismissed the performance of co-star Chojiro Hayashi, while Kinuyo Tanaka was criticised for speaking in dialect. He was impressed by Kohei Sugiyama's cinematography, but ultimately found the film underwhelming given its stellar cast and gifted director and cinematographer. Despite this mixed review, the film ranked third in that year's "Kinema Junpo" critics' poll, and Joseph Anderson and Donald Richie later wrote that "not only the sound but the quick cutting was admired by many critics".
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