Domenica 24 giugno 201216.30
Cinema Lumière - Sala Scorsese

Mario Ruspoli, principe delle balene e altre rarità

LES HOMMES DE LA BALEINE
(Francia/1956) R.: Mario Ruspoli. D.: 26'. V. francese

"Les Hommes de la baleine, girato più o meno nello stesso periodo in cui John Huston filmava Moby Dick, priva delle sue ultime scusanti il film americano" (Eric Rohmer). È "un documentario di straordinario interesse: questo film ci rivela che in alcune isole delle Azzorre si pratica ancora ai nostri giorni la caccia al capodoglio con l'arpione in mano come ai bei tempi di Moby Dick" (André Bazin). "Mentre Mario si trovava all'estero nell'esercizio delle sue funzioni di 'giramanovella' per Connaissance du Monde, Henri Colpi montava il cortometraggio tratto dal film-conferenza e Marker ne scriveva il commento. Al suo ritorno, Mario trovò un film terminato, la cui ispirazione non sembrava corrispondere per niente alla sua [...] ma Mario, da buon principe, in seguito se ne mostrò soddisfatto, dato che la critica aveva applaudito questa collaborazione" (Anatole Dauman in Souvenir-écran). Sulla linea di Flaherty, Ruspoli era riuscito a far vivere "la più grande morte del mondo" agli spettatori attraverso il cinema. Rohmer scriverà: "Alla suspense, canonica nei film di finzione, si sostituisce un sentimento d'insicurezza ispirato dall'instabilità stessa della macchina da presa e i suoi bruschi décadrage quando la bestia si avventa sulla fragile imbarcazione. Non meno che l'audacia del cameraman, dobbiamo ammirare l'intelligenza con cui sono costantemente inanellate le immagini scelte".

"Les Hommes de la baleine, shot around the same time John Huston was filming Moby Dick, robs the American movie of its justifications" (Eric Rohmer). It is "a documentary of extraordinary interest: this film shows us that in a few of the Azores islands whale hunting with a harpoon is still practiced today like it was in the times of Moby Dick" (André Bazin). "While Mario was abroad in his role as 'crank turner' for Connaissance du Monde, Henri Colpi was editing the short of the film-conference and Marker was writing the commentary for it. On his return, Mario found the film complete, the inspiration of which did not seem to correspond at all with his [...] but Mario, the good prince he was, demonstrated his satisfaction afterwards since the critics had applauded this partnership" (Anatole Dauman in Souvenir-écran). Quoting Flaherty, Ruspoli was able to make viewers live "the greatest death on earth" through film. Rohmer wrote: "The standard suspense of fictional films is replaced with a sense of insecurity created by the unsteadiness of the camera and its abrupt décadrage when the beast hurls against the fragile boat. We must admire the audacity of the cameraman and the intelligent framing of the images chosen".



VIVE LA BALEINE

(Francia/1972) R.: Mario Ruspoli, Chris Marker. D.: 17'. V. francese

Sotto questo semplice titolo, gli autori propongono un elogio della balena e un monito contro la sua imminente estinzione in caso di prosecuzione del suo massacro su scala industriale. Attraverso questo simbolo simpatico, si può evidentemente leggere il destino del pianeta stesso, a cui la balena somiglia per la sua densità, la sua rotondità e le minacce che su di essa pesano. All'equilibrio di una caccia condotta a misura d'uomo, giustificata dalle necessità di un'economia di sussistenza e svolta nei limiti di una sorta di artigianato (e inoltre lasciando - è un punto di vista morale, ma la morale è talvolta l'ombra portata dalla necessità - una qualche chance alla balena stessa) hanno fatto seguito la caccia industriale, con il cannone lancia-arpioni, "bomba atomica delle balene" e le enormi navi-fabbriche giapponesi e sovietiche. Il risultato è, per esempio, l'ecatombe delle balene azzurre.
Il commento di Chris Marker, tinto d'ironia e lirismo, ci mette in guardia contro la follia espansionista della nostra società industriale, denunciando la minaccia rappresentata dall'industria della caccia alla balena che ha perduto le sue giustificazioni economiche, e la cui finalità consiste nel perpetuare se stessa.
Avversari complementari dalla notte dei tempi, l'uomo e la balena, passata una certa soglia, si ritrovano solidali, e uccidere l'una comincia a mettere l'altro in pericolo, così "ogni balena che muore ci trasmette, come una profezia, l'immagine della nostra propria morte" (Chris Marker).

With this simple title, the filmmakers sing the praises of the whale and warn against its imminent extinction if wide scale slaughter of the animal continues. This charming symbol provides a means for reading the fate of our planet, which the whale resembles for its density, roundness, and the threats surrounding it. The sustainability of an old form of whale hunting justified by the needs of a subsistence economy (and - though a moral point of view, but morality is at times the shadow cast by necessity - giving the animal itself a chance) was followed by industrial whale hunting with harpoon cannons, "the atomic bomb for whales", and huge Japanese and Soviet ship-factories. This resulted in, for example, the mass slaughter of the blue whale.
Chris Marker's commentary, tinged with irony and lyricism, warns us against the wild expansionism of our industrial society and denounces the threat created by a whale hunting industry that has lost its economic justifications and the purpose of which is merely to perpetuate itself.
Enemies since time immemorial, at a certain point man and whale become united, and killing one endangers the other: "Each whale that dies communicates, like a prophecy, an image of our own death" (Chris Marker).


MARIO RUSPOLI, PRINCE DES BALEINES ET AUTRES RARETÉS
(Francia/2011) R.: Florence Dauman. D.: 76'. V. francese

Mario, amico d'infanzia di mio padre, che in seguito produsse i suoi primi film, divenne rapidamente il miglior compagno della mia infanzia, che arricchì in modo delizioso. Il suo primo intervento, ripetuto molte volte per il mio più grande spasso, fu di arrotolarmi nel tappeto dell'ingresso, caricare questo fardello informe sulle sue spalle, penetrare nel salone dove si trovavano diversi invitati prima di passare a tavola, srotolare il tappeto in mezzo alla stanza presentando... Cleopatra!
Malgrado il ruolo essenziale che ha ricoperto nella storia del cinema documentario, Mario Ruspoli e la sua opera rimangono ingiustamente misconosciuti. La sua vedova, Dominique Ruspoli, mi ha contattato affinché Argos Film producesse un film su Mario. L'idea mi è piaciuta immediatamente e ho voluto restituire io stessa al Principe ciò che gli è dovuto. "Finalmente l'omaggio che meritava", dirà il suo amico Chris Marker dopo aver visto questo documentario.
Dominique ci portò dei tesori provenienti dalla loro casa di L'Isle-sur-la-Sorgue. Bobine di film, bande sonore Nagra, foto, dipinti. È così che tutta la colonna sonora del documentario proviene esclusivamente dall'opera musicale di Mario. Immagini d'archivio, film di famiglia, testimonianze di congiunti, collaboratori, amici (Edgar Morin, Yves Coppens, Brigitte e Gilles Delluc, Richard Leacock, D.A. Pennebaker, Michel Brault, Albert Maysles) hanno arricchito il documentario.
Realizzare un documentario non è sufficiente per rendere a un autore un omaggio degno di questo nome. Bisogna consentire ai suoi film di essere visti. E sono stati Gian Luca Farinelli e la Cineteca di Bologna, e non io, a dare nuova vita all'opera di Mario, restaurando tutti i film prodotti da Argos, e permettendo loro, così, di affascinare un nuovo pubblico.
(Florence Dauman)


Mario, a childhood friend of my father (who later produced his films), quickly became my favorite companion in childhood, which he delightfully enriched. His first move, which was repeated many times to my great entertainment, was to roll me up in the entryway carpet, heave this shapeless bundle on his shoulders, go into the living room where various guests were before dining, unroll the carpet in the middle of the room and present... Cleopatra!
Despite his pivotal role in documentary film history, Mario Ruspoli and his work have been unjustifiably ignored. His widow, Dominique Ruspoli, contacted me so that Argos Film would produce a movie about Mario. The idea struck me immediately, and I wanted to give back to the Prince what he was owed. "Finally, the tribute he deserved" were the words of his friend Chris Marker after having seen the documentary.
Dominique brought us wonderful gems from their house in L'Isle-sur-la-Sorgue. Reels of film, Nagra soundtracks, photos, paintings. All the music in the documentary is the work of Mario. Archive images, family movies, testimony of his relatives, collaborators, and friends (Edgar Morin, Yves Coppens, Brigitte and Gilles Delluc, Richard Leacock, D.A. Pennebaker, Michel Brault, Albert Maysles) have been selected for the film.
Making a documentary is not enough of a tribute to a filmmaker worthy of the name. Mario's films must have the opportunity to be seen. It was Gian Luca Farinelli and Cineteca di Bologna, and not I, that gave new life to Mario's work, restoring all the films produced by Argos and hence allowing them to enthrall audiences once again.
(Florence Dauman)


Introduce Florence Dauman (Argos Films)

Lingua originale con sottotitoli Lingua originale con sottotitoli
Dettagli sul luogo:
Piazzetta Pier Paolo Pasolini (ingresso via Azzo Gardino 65)

Numero posti: 144
Aria condizionata
Accesso e servizi per disabili
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Tel. 0512195311