I FILM DI FLORESTANO VANCINI
ALLUVIONE (Italia/1950) R.: Florestano Vancini, Adolfo Baruffi. D.: 10'. V. italiana
CAMIONISTI (Italia/1950) R.: Florestano Vancini, Adolfo Baruffi. D.: 10'. V. italiana
PORTATRICI DI PIETRE (Italia/1952) R.: Florestano Vancini. D.: 10'. V. italiana
TRE CANNE E UN SOLDO (Italia/1954) R.: Florestano Vancini. D.: 10'. V. italiana
SOLLEONE (Italia/1954) R.: Florestano Vancini. D.: 10'. V. italiana
TEATRO MINIMO (Italia/1957) R.: Florestano Vancini. D.: 14'. V. italiana
A seguire, incontro con Gloria Vancini e Paolo Micalizzi
Porre l'attenzione sull'attività documentaristica di Florestano Vancini significa sottolineare un momento importante della storia del documentario italiano e di uno dei suoi principali protagonisti. Intorno al 1950 vi fu una generazione di autori (successiva a quella di Michelangelo Antonioni, cui si doveva, nel periodo 1940-50, il rinnovamento del documentario) che diede impulso e vigore al settore, dando prova concreta di serietà. Fra il gruppo di documentaristi operanti negli anni Cinquanta, un posto di rilievo lo occupa, appunto, Vancini. Tra il 1949 e il 1959 ha girato trentasei documentari, di cui una quindicina su Ferrara e provincia. Molti aspetti del delta del Po e delle lotte di quegli anni sono espressi con quello stile neorealistico che Vancini aveva assimilato dopo la lezione di Ossessione. Vancini, sedicenne, assistette ad alcune riprese effettuate da Visconti a Ferrara e sugli argini del Po vicino a Pontelagoscuro, dove si recava in bicicletta: un'esperienza che gli aveva fatto respirare l'aria del set inducendolo a diventare prima critico cinematografico e poi regista di documentari. Tra i suoi primissimi lavori figurano Uomini della pianura (1950) e Alluvione, girati in seguito alla tragica esondazione del Reno, firmati assieme ad Adolfo Baruffi e con la fotografia di Antonio Sturla, che può essere considerato il pioniere del cinema ferrarese. Con Baruffi, Vancini realizzò anche Pomposa (1950) e Camionisti, un documentario, quest'ultimo, che si considerava perduto e che adesso è stato recuperato dalla Cineteca di Bologna. Tra i documentari sul delta del Po, particolare attenzione da parte della critica fu data a Tre canne un soldo, in cui Vancini si cimenta egregiamente col colore. Segnaliamo, per inciso, che questo documentario, insieme a Uomini della palude (1953), ispirò il regista Mario Soldati nella scelta dell'ambientazione per il suo La donna del fiume (1954). Tra i più importanti documentari di Vancini anche Teatro minimo con il commento parlato di Giorgio Bassani, su una compagnia teatrale di dilettanti operanti della zona nel delta padano. Per la sua attività documentaristica, Vancini si è mosso comunque in tutta Italia. Un esempio significativo è costituito da Portatrici di pietre, girato sulla costa tirrenica della Sicilia. Testimonia una condizione umana e sociale, aspetto importante in tutte le opere del Vancini documentarista, il cui intento era di andare alla ricerca della realtà italiana. Lasciandoci così documenti importanti per lo studio della nostra storia.
(Paolo Micalizzi)
Watching Florestano Vancini's documentaries means focusing on a very significant moment in the history of Italian documentaries and on one of its main protagonists. During the 1950s there was a generation of filmmakers (following that of Michelangelo Antonioni, whom we should thank for giving new life to documentaries in the 1940s-50s) that provided the sector with fresh vigor and serious work. Vancini had a place of relevance among the documentary makers of the 1950s. Between 1949 and 1959, he filmed 36 documentaries, 15 of them on Ferrara and its provinces. Many aspects of the Po River and the struggles that took place during those years are shown through Vancini's neorealistic style, one he perfected in Ossessione. At the age of sixteen Vancini assisted Visconti while he was filming in Ferrara and along the Po's embankments, near Pontelagoscuro, and showed up on the set with his bike: a first experience that made him first want to become a film critic and then a documentary maker. Among his first works are Uomini della pianura (1950) and Alluvione, filmed after the tragic flooding of the Reno, made in collaboration with Adolfo Baruffi and with photography by Antonio Sturla, the pioneer of cinema in Ferrara. Together with Baruffi, Vancini filmed Pomposa (1950) and Camionisti, a documentary that was lost and afterwards found by the Cineteca di Bologna. Among his documentaries on the Po delta, critics paid close attention to Tre canne un soldo, which demonstrates Vancini's skill with color. We would like to point out that this documentary and Uomini della palude (1953) later inspired director Mario Soldati for the setting of La donna del fiume (1954). Vancini's most important documentaries also include Teatro minimo, with a voiceover by Giorgio Bassani, the story of an amateur theater company that performed plays in the Po delta area. Vancini traveled all over Italy to shoot his documentaries. An example of this is Portatrici di pietre, shot along Sicily's Tyrrhenian coast. This film bears witness to a human social condition, an important element of all documentaries by Vancini, whose mission was to uncover the realities of Italy. Important documents of history for us to study today.
(Paolo Micalizzi)
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