I FILM DI LUIGI DI GIANNI
MAGIA LUCANA (Italia/1958) R.: Luigi Di Gianni. D.: 18'. V. italiana
NASCITA E MORTE NEL MERIDIONE (S. CATALDO) (Italia/1958) R.: Luigi Di Gianni. D.: 10'. V. italiana
GRAZIA E NUMERI (Italia/1962) R.: Luigi Di Gianni. D.: 15'. V. italiana
IL CULTO DELLE PIETRE (Italia/1967) R.: Luigi Di Gianni. D.: 18'. V. italiana
NASCITA DI UN CULTO (Italia/1968) R.: Luigi Di Gianni. D.: 17'. V. italiana
A seguire incontro con Luigi Di Gianni
Se volessimo ammettere che il documentario etnografico è un genere cinematografico, Luigi Di Gianni ne sarebbe uno dei massimi esponenti internazionali. Nel corso della sua lunga carriera, che ha preso avvio alla fine degli anni Cinquanta e non si è ancora interrotta, Di Gianni ha girato oltre sessanta documentari, a cui si aggiungono fiction televisive, cortometraggi di finzione sperimentali, e un lungometraggio inclassificabile nel panorama cinematografico nazionale che meriterebbe di essere riscoperto (Il tempo dell'inizio, 1974). I suoi film esplorano in particolare l'intreccio tra ritualità pagana e cattolicesimo nell'Italia del Sud, la fatica e la dignità del lavoro, la fragilità dell'uomo soggiogato dalla forza di eventi che non può controllare. Di Gianni si pone senza pregiudizi di fronte al reale, lasciando che la denuncia sgorghi dall'evidenza delle immagini e non sia imposta da sentenze appiccicate dall'esterno, riuscendo al tempo stesso a imprimere alle sue opere una spiccatissima personalità d'autore, che non dimentica le lezioni della cultura mitteleuropea, del cinema fantastico, della scuola sovietica e dell'espressionismo tedesco. I suoi due cortometraggi d'esordio (Magia lucana e Nascita e morte nel Meridione), realizzati con la consulenza del celebre antropologo Ernesto de Martino, riescono ancora oggi a colpirci con potenza inusuale, portandoci in un Sud che pare dimenticato da dio e dagli uomini. Grazia e numeri ci fa scoprire l'anima profondamente magica che si aggira per ogni vicolo di Napoli. Il culto delle pietre ci fa entrare nelle grotte di Raiano, nella Marsica, dove si celebra un rituale che si perde nella notte dei tempi. Nascita di un culto documenta l'incredibile vicenda di Giuseppina Gonnella, che, in provincia di Salerno, veniva ogni giorno posseduta dallo spirito del nipote defunto, e divenne la sacerdotessa di affollatissime manifestazioni di fanatismo religioso.
(Andrea Meneghelli)
If we were to admit that the ethnographic documentary is a film genre, Luigi Di Gianni would be one of its leading international exponents. Throughout a long career that took off in the late 50s and is no way near its end, Di Gianni filmed over sixty documentaries, Tv series, experimental shorts, and one feature length movie hard to classify among Italian films but worth being rescreened today (Il tempo dell'inizio, 1974). His films explore the ties between pagan rituals and Catholic traditions in Southern Italy, the difficulty and dignity of work, the fragility of the humans when faced with events beyond their control. Di Gianni does not judge what he sees; he lets the images speak for themselves instead of allowing them to be determined by external judgments. At the same time, his work is marked by his own directorial personality, the culture of Mitteleuropa, fantasy films, the Soviet school and German expressionism. His two debut shorts (Magia lucana and Nascita e morte nel Meridione), created with the help of the famous anthropologist Ernesto de Martino, are to this day striking with their unusual power, transporting us to the South forgotten by god and men. Grazia e numeri shows us the magic that can be found in every corner of Naples. Il culto delle pietre takes us to the Raiano caverns, in Marsica, to watch an ancient ritual by night. Nascita di un culto documents the incredible story of Giuseppina Gonnella from Salerno, who was possessed by the spirit of her dead grandson and became the priestess of crowded events of religious fanaticism.
(Andrea Meneghelli)
Tariffe:
Numero posti: 144
Aria condizionata
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