REGARD SUR LA FOLIE - LA FÊTE PRISONNIÈRE / LE DERNIER VERRE
Introduce Florence Dauman
REGARD SUR LA FOLIE - LA FÊTE PRISONNIÈRE
(Francia/1961) R.: Mario Ruspoli. D.: 53'. V. francese
Nel 1961, sulla falsariga di Les Inconnus de la terre, Ruspoli realizza altri due film altrettanto emblematici di quello che definirà il 'cinema diretto', Regard sur la folie e La Fête prisonnière. Durante un'intervista, spiegherà: "Quando ho messo in piedi questa storia, il cui titolo iniziale era Toi l'Auvergnat (e che diventerà Les Inconnus de la terre), volevo solamente fare un film sui contadini. Poi mi sono accorto che nella Lozère troppi contadini finivano all'ospedale psichiatrico, ho voluto seguire questi casi; ciò si integrava ai miei studi sociologici... etnografici anche, dato che non vedo perché si dovrebbe riservare il termine di 'etnografia' alle popolazioni lontane. Li si sarebbe dovuti chiamare alienati della terra" (da un'intervista di Nicole Zand su "Le Monde", 20 settembre 1962). Studiando le conseguenze della desertificazione della Lozère, Ruspoli ha scoperto l'ospedale psichiatrico di Saint-Alban diretto dal dottor Tosquelles, i cui metodi pionieristici hanno partecipato in notevole misura allo sviluppo della psichiatria istituzionale. La macchina da presa Coutant, sempre sulla spalla di Michel Brault, ci offre con abilità ed empatia immagini fino ad allora inedite dell'universo manicomiale. Jean-Paul Sartre dichiarerà che Regard sur la folie "non è un documentario; ci invita con immagini ammirevoli a fare esperienza per la prima volta della malattia mentale; in tutto ciò che essa possiede di così vicino e di così lontano ci fa comprendere allo stesso tempo che gli uomini non sono tutti pazzi, ma che tutti i pazzi sono uomini".
In 1961 Ruspoli made two other films along the lines of Les Inconnus de la terre that were just as emblematic of his ' direct cinema', Regard sur la folie and La Fête prisonnière. In an interview he said: "When I put together this story, originally titled Toi l'Auvergnat (which would become Les Inconnus de la terre), I just wanted to make a film about farmers. I then realized that in Lozère too many farmers ended up at the psychiatric hospital, and I wanted to follow their stories; these melded with my sociological studies... ethnographic as well, because I don't see why the term ethnography should only be used for exotic populations. They should have been called the estranged of the earth" (from an interview with Nicole Zand for "Le Monde", September 20, 1962). While studying the consequences of the desertification of Lozère, Ruspoli discovered the psychiatric hospital of Saint-Alban run by Doctor Tosquelles, whose pioneering methods contributed significantly to the development of institutional psychiatry. The Coutant camera, once again on the shoulder of Michel Brault, captured images of the mental asylum world with an ability and empathy that had not been seen before. Jean-Paul Sartre went on to say that Regard sur la folie "is not a documentary; it invites us with impressive images to experience mental illness for the first time; everything that it contains that is so close and so far away helps us understand at the same time that the men are not insane but that all the insane are men".
LE DERNIER VERRE
(Francia/1964) R.: Mario Ruspoli. D.: 28'. V. francese
Dirigendo sempre la sua macchina da presa verso gli esclusi, Ruspoli dona la parola a coloro che non ce l'hanno. Questa volta è l'emozionante confessione di un alcolizzato durante una nuova cura disintossicante a testimoniare le aspirazioni e il talento dell'autore. Nel rapporto scritto per l'Unesco, spiega: "Farsi dimenticare, appartenere al paesaggio, confondersi con la folla, è un'attitudine fondamentale per il cineasta che cerca di avvicinarsi alla realtà. Deve abbandonare ogni elemento appariscente della personalità, ogni dettaglio che lo farebbe notare. I tecnici del cinema diretto sono anche degli psicologi e la loro attitudine di dissimulazione necessita una conoscenza profonda del comportamento umano legata alla passione della sua analisi".
Attraverso questo personaggio ai bordi dell'abisso si ritrovano diverse tematiche che hanno percorso la vita di Mario Ruspoli, come la musica e l'alcol. Da notare che le confidenze più personali del paziente sono in voce off e che i suoi dolorosi ricordi fanno eco ai versi strazianti della poesia di Antonin Artaud all'inizio di Regard sur la folie.
Aiming his camera once again at the excluded, Ruspoli gives voice to those who have not been heard. This time it is the emotional confession of an alcoholic while undergoing a new detoxification treatment that demonstrates the aspirations and talent of the filmmaker. In his report for Unesco, he explains: "To be forgotten, become part of the landscape, be lost in the crowd is fundamental for a filmmaker who wants to get close to reality. He must let go of the conspicuous qualities of his personality, of any detail that would make him noticed. Direct cinema filmmakers are also psychologists, and their ability to disappear requires deep knowledge of human behavior and a passion for its analysis".
This character on the edge of an abyss embodies many of the themes that have spanned Mario Ruspoli's life, such as music and alcohol. The patient's most personal secrets are off camera and his painful recollections echo the heartbreaking poetry of Antonin Artaud's text at the beginning of Regard sur la folie.
Tariffe:
Numero posti: 144
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