DOSSIER: GABRIEL OVER THE WHITE HOUSE
(USA/1933) R.: Gregory La Cava. D: 86'. V. inglese
Nicola Mazzanti (Cinémathèque Royale de Belgique) presenta il film e le due diverse versioni
Viene eletto un Presidente degli Stati Uniti particolarmente stupido, così stupido da non sapere nemmeno dove si trovi il Siam (vi ricorda qualcuno?). Ma l'America è alle prese con la Grande Depressione e Dio manda l'arcangelo Gabriele a ispirare al Presidente le scelte politiche "giuste", come quella di trasformare il paese in una specie di dittatura e umiliare violentemente gli alleati europei e asiatici, ovviamente presentati come deboli, inutili e ridicoli. Ma un istante prima della firma del trattato che trasformerebbe di fatto gli Stati Uniti in una nazione imperialista e dominatrice (ma guarda un po'), l'arcangelo se ne va e il Presidente capisce di avere esagerato. Solo che tra lui e la restaurazione della democrazia e del multilateralismo c'è la sua segretaria (che è anche la sua amante: vi suona familiare?)...
Potrebbe essere questa la trama di Gabriel Over the White House. Potrebbe. Ma di quale dei due? Ci sono due Gabriel molto diversi, uno per il mercato americano e uno per quello europeo, e le tante differenze sono indicative del clima politico dell'epoca (o di quello che ne pensava W.R. Hearst) e delle limitazioni imposte dal Codice Hays. La proiezione dell'intero film in un'unica versione sarà accompagnata da un montaggio che metterà in luce alcune delle principali differenze introdotte nella trama, differenze che non erano chiare prima di effettuare un attento raffronto tra le due versioni "originali" conservate dalla Cinémathèque Royale de Belgique. "Il film, che nelle intenzioni di William Randolph Hearst doveva essere un omaggio al neoeletto Franklin Delano Roosevelt, reclamava l'instaurazione di una benevola dittatura per risolvere la crisi economica che stava affliggendo l'America. Quando Hays vide il film rimase interdetto. [...] L'indomani ordinò che fosse rimandato alla produzione e riorientato politicamente. Il rifacimento costò ben trentamila dollari, ma Gabriel Over the White House arrivò al pubblico americano conservando per lo più intatto il messaggio originale" (Gregory D. Black, in Film History, vol. 3, 1989).
(Nicola Mazzanti)
A particularly dumb US President is elected - so dumb that he does not know where Siam is (any name coming to your mind?). But America is facing the Great Depression and God sends the Archangel Gabriel to inspire in the President the 'right' policies to face the crisis, and these include turning the US into a sort of dictatorship and vehemently humiliating its European and Asian allies, obviously weak, useless and ridiculous. But one second before signing the Treaty that would effectively turn the US into an imperialistic and unilateral dominant nation (how that could be?), the Arcangel leaves the President who suddenly realizes he went perhaps too far. Except that between him and the restoration of democracy and multilateralism stands his secretary (who is also his lover - any bell ringing?). This could be the plot of Gabriel Over the White House. Or is it? Yes, but of which one? As there are two very different Gabriels, one for the domestic and one for the European market, and the many differences between the two are revealing of both the political debate of the time (or at least of W.R. Hearst's take on it) and of the limitations imposed by the Hays Code. The screening of the complete film in one version will be accompanied by a montage highlighting some of the key differences introduced all along the storyline, whose details were unclear until a closer comparison of the two 'original' versions held by the Cinémathèque Royale de Belgique took place. "The film, intended by William Randolph Hearst as a tribute to newly elected Franklin Delano Roosevelt, called for the establishment of a benevolent dictatorship to solve the economic crisis facing America. When Hays saw the film be was dumbfounded. [...] The next day Hays ordered (the film) back to the studio for political reorientation. Despite the fact that more than 30,000 dollars was spent on retakes, Gabriel Over the White House played to American audiences with most of its original message intact" (Gregory D. Black, in Film History, vol. 3, 1989).
(Nicola Mazzanti)
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