SONNENSTRAHL

(Viva la vita, Germania-Austria/1933) R.: Pál Fejös. D.: 87'. V. tedesca

Romantico e inesorabile, Sonnenstrahl è la risposta europea (o il contraltare, dato che le opere sono contemporanee e non può dunque esserci stata imitazione) ai film girati da Frank Borzage durante la Grande Depressione. Il film inizia con ba­nali notizie di cronaca dagli Stati Uniti e dall'Inghilterra, come a ostentare un 'in­teresse umano' (inesistente nella realtà), e poi scende nelle strade di Vienna, tra i disoccupati. Una sequenza straziante presenta il protagonista, Gustav Fröhlich (l'interprete principale di Metropolis), e un'altra povera creatura, Annabella (l'at­trice francese di Tavaszi zápor / Maria leg­genda ungherese), che come tanti giovani di allora tenta il suicidio. La convinzione che la 'vita è bella' viene affermata dal­la fiducia (e dall'affetto reciproco) di due persone; il sole diventa un letterale raggio di speranza malgrado lo stritolante e spie­tato potere della macchina sociale, con le sue vuote illusioni e le circostanze che non sembrano mai offrire una via d'uscita ma conducono solo a un'altra trappola. Pál Fejös (1897-1963) fu un personaggio autenticamente internazionale: girò una quarantina di film - nella nativa Ungheria, in Francia, Austria, Stati Uniti, Danimarca, Svezia, Perù, Siam e Madagascar - pas­sando dalle super-produzioni di Hollywood (dal 1927 al 1930) a documentari antro­pologici. Nei primi anni Trenta Fejös dires­se una serie di film in paesi centroeuropei: Tavaszi zápor e Ítél a Balaton in Ungheria, Sonnenstrahl - noto anche come Gardez le sourire - in Austria. Queste ballate rap­presentano il cuore delicato dell'opera di Fejös e fanno sì che tra una cerchia ancora ristretta di storici della settima arte il regi­sta venga considerato uno dei grandi poeti del cinema insieme a Murnau e Borzage.


Sonnenstrahl is the European answer (or dialogue companion, given that the films were contemporary, so there can't be any imitation) for Frank Borzage's Depression-era films: romantic and unyielding. It starts with a trivial news item from the USA and England, as if boasting about 'human interest' (where there is none in reality) and then descends to the streets of Vienna and the unemployed. A poignant sequence - one of the many at that time about young people considering suicide - introduces the hero, Gustav Fröhlich (remembered as the lead of Metropolis), and then another poor soul, Annabella (the French actress who played the lead in Tavaszi zápor / Marie, a Hungarian Legend). The feeling that 'life is beauti­ful' is established by the confidence (and attachment to each other) of two people; sunshine becomes the literal ray of hope, despite the merciless dominance of the social machine, with empty illusions and circumstances that never seem to provide a way out but only lead to another trap. Pál Fejös (1897-1963) was a truly in­ternational character: he made some 40 films - in his native Hungary, in France, Austria, the United States, Denmark, Swe­den, Siam, Peru and Madagascar, from Hollywood super-productions (1927 to 1930) to anthropological documentaries. In his middle period and in the early 30s Fejös directed a set of films in Middle Eu­ropean countries: Tavaszi zápor and Ítél a Balaton (Judgment of Lake Balaton) in Hungary, Sonnenstrahl - known as Gardez le sourire - in Austria. These ballads are the tender center of Fejös' oeuvre, and have established him among film histori­ans - still only perhaps 'a happy few' - as one of cinema's great poets, along with Murnau and Borzage.

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