100 anni di Paramount. SAMSON AND DELILAH
(Sansone e Dalila, USA/1949) R.: Cecil B. DeMille. D.: 131'. V. inglese Digitale
Introduce Andrea Kalas (Paramount)
La Paramount non fu subito pronta a digerire quello che doveva diventare il grande ritorno di DeMille alla sua àncora di salvezza: il film biblico. Il regista si era dedicato per anni ai western e ai film d'avventura, e i successi di I dieci comandamenti (1923), Il re dei re (1927) e Il segno della croce (1932) sembravano lontanissimi. Come sempre DeMille si dimostrò ostinato: Samson and Delilah doveva unire per la prima volta Antico Testamento e Technicolor in una suprema combinazione di sesso e spettacolo. Fu definito "uno spettacolo in formato gigante". Era questo e molto altro. Il peplum italiano che avrebbe fatto furore dieci anni dopo si ispirò, oltre che ai fasti di un passato glorioso, anche ai film di DeMille. Samson and Delilah è un omaggio audace al testo sacro, che spiega bene perchè la Bibbia sia rimasta e sempre rimarrà un testo cruciale: al di là della religione, il film è tutto spettacolo, velata oscenità, rozza compassione, sadismo, cattivo gusto, miracoli, armamentario consumistico e animali selvaggi. Ma soprattutto è un capolavoro d'erotismo di secondo grado, o meglio, come scrive Simon Louvish: "Benché dichiarasse di ispirarsi all'arte di Michelangelo, Rubens e Gustave Doré, il film era chiaramente una storia formidabile di sesso e tipi tosti, per quanto plasmata dallo Spirito del Signore". L'impeccabile casting, marchio di fabbrica di DeMille, è al contempo estremamente stupido e geniale. Hedy Lamarr è un giocattolo erotico, Victor Mature (destinato a specializzarsi in film biblici) un tipico divo degli anni Quaranta che con il suo fisico indolente ispirò la celebre battuta di Groucho Marx sull'"unico film dove le tette del protagonista maschile sono più grosse di quelle della protagonista femminile". Dietro la facciata del forzuto più coraggioso della terra c'era un 'leone codardo', terrorizzato praticamente da tutto, dalle bestie feroci al crollo delle scenografie. Forse è questa paura dissimulata a rendere mordace la deliziosa ironia della sua interpretazione.
Le sequenze iniziali erano accompagnate dalla voce metallica e autorevole del Maestro - agli americani ricordava le trasmissioni radio in tempo di guerra - che presentava la storia del mondo dal punto di vista di un uomo di destra negli anni della Guerra fredda. Naturalmente lui aveva Dio dalla sua parte. Secondo Bosley Crowther, Samson and Delilah "è una Torre di Babele che fa sembrare tutti gli altri film di DeMille delle villette a schiera". Uscì in sala per le feste natalizie del 1949 e fu un successo colossale.
(Peter von Bagh)
Paramount was not automatically ready to swallow what was to become DeMille's triumphant return to his lifeline, the Biblical epic. He had been preoccupied with westerns and adventure films for years, and achievements like The Ten Commandments (1923), King of Kings (1927) and Sign of the Cross (1932) seemed far way. He was as obstinate as ever: Samson and Delilah was to be the first mixture of the Old Testament and Technicolor, a supreme combination of sex and spectacle. "A king-size attraction"! It was all that and more; for instance, probably the Italian strong man films that became the rage within ten years were inspired as much by the DeMille treatment as by the memory of Italy's own glorious past.
Samson and Delilah stands as an outrageous homage that reflects an understanding of why the Bible remained at the crossroads forever. Whatever the religious point of view, it's all about spectacle, veiled obscenity, vulgar piety, sadism, bad taste, divine miracles, consumer gadgets and wild animals. Above all it is a masterpiece of second-degree eroticism, or as Simon Louvish writes: "Though claiming to find his inspiration in the great art of Michelangelo, Rubens and Gustave Doré, it clearly was a great sex and tough-guy story at its root, however the Spirit of the Lord might have shaped it". The impeccable casting, always a DeMille trademark, is amazingly stupid and inspired at the same time. Hedy Lamarr is a sex toy, Victor Mature (who was to become a regular in Biblical settings), a quintessential 1940s star whose one-dimensionality gave birth to one of the most famous quips about the cinema, Groucho Marx's joke about "the only male actor with bigger tits than the female star". In the days of the 'cowardly lion', behind the facade of the most courageous strong man on earth there was a totally frightened actor who abhorred just about everything, from lions to sets falling down. It is perhaps this masked fear that gives the delicious irony of his performance its bite. DeMille's opening sequences were a special treat: the Master's metallic, authorial voice - for Americans that sound had the charisma of radio that peaked during the war years - introducing world history from the director's right-wing, Cold War perspective. And of course he had God on his side. According to Bosley Crowther, Samson and Delilah "out-Babels anything he's done". It opened just before Christmas in 1949 and was a monumental success.
(Peter von Bagh)
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