TWILIGHT’S LAST GLEAMING
(Ultimi bagliori di un crepuscolo, Germania-USA/1977) R.: Robert Aldrich. D.: 143'. V. inglese
Introduce Peter von Bagh
Aldrich avviò con Burt Lancaster una collaborazione lunga e gratificante, cominciata negli anni Cinquanta con due film cruciali che prefiguravano Leone e Peckinpah, L'ultimo Apache e Vera Cruz, per continuare con un altro western straordinario, Nessuna pietà per Ulzana's Raid, che allude al coinvolgimento americano nella guerra del Vietnam. Il Vietnam viene mostrato più esplicitamente in Twilight's Last Gleaming, che risente anche del clima post-Watergate. Il romanzo di Walter Wager da cui è tratto il film presenta il denaro come sola motivazione dei terroristi nucleari; Burt Lancaster ebbe un ruolo importante nella revisione della sceneggiatura, che divenne ancor più politicizzata. Il film è ambientato nel 1981, alla possibile vigilia della Terza guerra mondiale: un futuro distante solo quattro anni rispetto all'uscita del film. Dopo essere stato prigioniero di guerra per cinque anni, il generale Dell (Lancaster) è pieno di rabbia e desiderio di vendetta. Vuole che si sappia la verità e dà al Presidente un ultimatum: "Abbiamo invaso il Silo 3. Siamo pronti a lanciare nove missili nucleari. Chiediamo dieci milioni di dollari, l'Air Force One... e lei, signor Presidente". Questo non lascia molto spazio al dialogo. Dell scopre che nei primi anni Sessanta il governo sapeva benissimo che il Vietnam era già perduto e che la guerra serviva solo a impressionare i sovietici. Se le azioni di Dell sono profondamente motivate, non possiamo dire lo stesso per i suoi compagni, il più squilibrato dei quali è pronto a uccidere senza scrupoli. Dall'altra parte c'è l'élite politica e militare, i cui volti corrispondono all'idea che solitamente ci facciamo dell'arroganza del potere. Il film è una specie di riunione di famiglia di fisionomie segnate da infamie, sconfitte, violenza, che si tratti di coloro che stanno dalla parte della 'legge' o di coloro che stanno dalla parte del 'crimine': Richard Widmark, Charles McGraw, Leif Erickson, Melvyn Douglas. Twilight's Last Gleaming è un'acuta descrizione della schizofrenia, della follia al potere e di un mondo in cui le norme democratiche sono impazzite. Ed è abbastanza realistico da risultare agghiacciante: i sottintesi e i segreti della guerra del Vietnam, gli intrighi e le false promesse, l'era Nixon (come se non fosse mai finita), il Watergate, una cultura fatta di menzogne e di totale subordinazione ai falchi dell'industria degli armamenti. Il titolo cita l'Inno nazionale americano, proposto all'inizio del film in un arrangiamento jazz, quasi a omaggiare la celebre interpretazione di Jimi Hendrix. Il punto di vista non è completamente anarchico: al centro nevralgico del film c'è un Presidente idealista (e dunque spacciato), del quale Aldrich traccia un ritratto rispettoso.
(Peter von Bagh)
Aldrich and Burt Lancaster had a long and rewarding partnership starting from two key films of the 1950s: first Apache, then Vera Cruz, films that presaged both Leone and Peckinpah; it continued with one more extraordinary western Ulzana's Raid, in its indirect way as much involved with the Vietnam tragedy that Twilight's Last Gleaming shows more directly (added poignancy coming from its nearness to the Watergate scandal). The original text, Walter Wager's novel, presents money as the sole motivation for nuclear terrorists; Lancaster was instrumental in correcting and rereading the scenario: it became more political. The setting - four years after the film, 1981 - could be the eve of a Third World War. General Dell (Lancaster) is full of revenge, after five years as a prisoner of war: he just wants the truth out, and he gives the President an ultimatum: "We have invaded Silo 3. We are prepared to launch nine nuclear missiles. We demand ten million dollars, Air Force One... and you, Mr President". No chance for dialogue after that. Dell happens to know that the President of the early 1960s understood very well that Vietnam was already lost - the fatal war will escalate just to impress the Soviets. If Dell has a basis for his actions, we can be less sure about his associates: the most deranged of them is ready to kill meaninglessly. It would be out of the question anyway, if we look at the power elite - for once the faces match our imagined image of the arrogance of power. It's almost a family reunion of familiar faces from rotten backgrounds, reflections of loss, and memories of violent solutions, whether they fought on the side of 'the law' or 'crime': Widmark, Charles McGraw, Leif Erickson, Melvyn Douglas. The film is equally sharp about schizophrenia and plain madness at the top levels of power, with clichés of democracy run amok. And it is factual enough to be chilling: the undercurrents and secrets of the Vietnam war, the intrigues and fake oaths, the whole Nixon era - as if it had never ended - In the aftermath of Watergate, signifying a culture of lies and total subordination to the hawks of the armament industry. The title is a quote from the National Anthem, and the film starts with a jazzed-up version of it, as if in homage to Jim Hendrix's famous interpretation. The point of view is not entirely anarchic - in the nerve center there is an idealist (and thus doomed) President and Aldrich's respectful portrait of him.
(Peter von Bagh)
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