CELLULOID MAN – A FILM ON P.K. NAIR
(India/2012) R.: Shivendra Singh Dungarpur. D.: 163'. V. inglese
Introduce Shivendra Singh Dungarpur
L'idea ha cominciato a prendere forma durante una conversazione tra cinefili a proposito di P.K. Nair e di cosa stesse facendo adesso che era in pensione. Avevo frequentato il Film Institute di Pune, e per me Nair era una figura indistinta nella sala oscura, presente a tutte le proiezioni: scribacchiava sul suo taccuino alla luce di una piccola pila, avvolgeva e riavvolgeva rulli di pellicola, gridava istruzioni al proiezionista e guardava, guardava film in continuazione. Provavamo sempre un po' di soggezione nei suoi confronti, e quando cercavamo un film salivamo intimoriti le scale di legno scricchiolanti che portavano al suo ufficio. Non conoscevo nessun altro capace di dire esattamente in quale rullo si trovasse una certa scena.
Di passaggio a Pune, ho scoperto che l'archivio era rimasto orfano: pizze arrugginite abbandonate nell'erba, scaffali ricoperti di spesse ragnatele e il vecchio ufficio di Nair ridotto a un deposito di cianfrusaglie. Allora ho ripensato a quell'uomo eccezionale che aveva dedicato tutta la sua vita a raccogliere film e mi sono detto che la sua eredità non doveva essere dimenticata.
Nair aveva cominciato ad appassionarsi al cinema fin da piccolo. Anche allora era un collezionista... collezionava matrici di biglietti, locandine cinematografiche e persino i talloncini emessi dalle bilance a moneta sui quali figuravano i divi dell'epoca. Era destinato a diventare un grande collezionista di film: fu così che nacque il National Film Archive indiano.
Pochi sanno che in India furono girati ben 1700 film muti: solo nove pellicole sono sopravvissute, grazie all'impegno di Nair, spintosi fin nelle zone più remote del paese alla ricerca di film rari. Durante uno dei suoi viaggi è riuscito a salvare ciò che era rimasto della produzione di Dadasaheb Phalke, e se quest'ultimo è oggi considerato il padre del cinema indiano è merito di Nair. Era un archivista scrupoloso e democratico: tentava di salvare qualsiasi film gli capitasse sotto mano.
Ha influenzato intere generazioni di registi, in particolare quelli del Nuovo Cinema indiano come Mani Kaul, Kumar Shahane, Adoor Gopalakrishnan e soprattutto John Abraham. Ha offerto a noi studenti la possibilità di guardare film che altrimenti non avremmo mai potuto vedere, e nei quali abbiamo scoperto noi stessi: è in essi che abbiamo trovato l'aspirazione a diventare i nuovi Tarkovskij, Fellini o Ray.
Molti membri prestigiosi della comunità cinematografica indiana si sono fatti avanti per parlare di Nair e del lavoro di una vita per il cinema, per parlare con grande rispetto della sua memoria enciclopedica, dell'entusiasmo che lo portava a condividere con gli altri un nuovo film (a volte persino alle sei del mattino) e soprattutto della sua passione per il cinema.
Le parole di Nair fanno rivivere davanti ai nostri occhi la storia del cinema indiano. Ne emerge il ritratto di un uomo così innamorato del cinema da mettere in secondo piano persino la sua famiglia in nome di quell'ossessione. Nair non è semplicemente il fondatore del National Film Archive, ma un museo vivente del cinema. Anche in pensione ha scelto di vivere a pochi passi dall'archivio che si occupa della sua eredità. Il fatto stesso che l'India abbia un patrimonio cinematografico è merito dell'impresa straordinaria di quest'uomo. Non ce ne sarà un altro come lui.
(Shivendra Singh Dungarpur)
The germ of an idea took shape in a casual conversation with fellow cinephiles discussing Mr P.K. Nair, wondering how he was coping with retirement. As a student at the Film Institute, Pune, I remembered Mr Nair as a shadowy figure in the darkened theatre, ever present at all screenings, scribbling industriously in a notebook by the light of a tiny torch - winding and unwinding reels of film, shouting instructions to the projectionist and always, always watching films. We were all a little in awe of him and had to muster up the courage to climb the creaking wooden stairs to his office to request to watch a particular film. He was the only person I knew who could tell you exactly in which reel of a film a particular scene could be found.
On a trip to Pune, I arrived to find that the Archive had been orphaned: rusting cans lying in the grass, thick cobwebs hanging from the shelves in the vaults and Mr Nair's old office a junkyard. I thought about this remarkable man who had devoted his life to collecting these films and I was determined that his legacy should not be forgotten.
Mr Nair's fascination with cinema began as a child. He was a collector even then... collecting ticket stubs, lobby cards, even weighing machine tickets sporting pictures of the stars of the day. He grew up to be a great collector of films - and so the National Film Archive of India was born.
Few are aware that 1700 silent films were made in India of which only 9 survive thanks to the efforts of Mr Nair. He travelled to remote parts of India in search of rare films. On one of these journeys he was able salvage all that was left of Dadasaheb Phalke's films. The fact that Dadasaheb Phalke is recognized today as the father of Indian cinema is Mr Nair's doing. He was truly democratic as an archivist trying to save any film that he could get his hands on.
He has influenced generations of filmmakers especially those of the Indian New Wave like Mani Kaul, Kumar Shahane, Adoor Gopalakrishnan, and most importantly John Abraham. As students, he gifted us the opportunity to watch films that otherwise we might never have had the chance to see. We found ourselves through these films that shaped our minds and made us aspire to be the next Tarkovsky, Fellini or Ray.
Many eminent members of the Indian film fraternity have come forward to speak about Mr Nair and his life's work in the film. They speak about the great respect they have for his encyclopedic memory for films, his excitement to share a new film sometimes even at 6 am, and above all his passion for film.
As Mr Nair speaks, we see the history of Indian cinema unfold. What emerges is a portrait of a man so in love with cinema that even his family had to take a backseat to his obsession. Mr Nair is not just the founder of the National Film Archive, but a living breathing museum of cinema. Even in retirement, he chooses to stay across the road from the Archive watching over his legacy. The fact that India has a cinematic heritage at all is the singlehanded achievement of this man. There will be no one like him again.
(Shivendra Singh Dungarpur)
Il Cinema Ritrovato 2012
Passaggio in India. Breve omaggio di cinefili a cinefili
Tariffe:
Numero posti: 144
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