PRIX DE BEAUTÉ
(Miss Europa, Francia/1930) R.: Augusto Genina. D.: 93'. Did. italiane
Restaurato da Fondazione Cineteca di Bologna
Partitura scritta e diretta da Timothy Brock, commissionata dall'Orchestre national de Lyon in collaborazione con l'Institut Lumière ed eseguita dall'Orchestra del Teatro Comunale di Bologna
Serata promossa da Gruppo Hera
Precede l'esecuzione di
Begleitungsmusik zu einer Lichtspielszene op. 34 (1930) di Arnold Schoenberg
Nell'ambito di The Schoenberg Experience
Mélange davvero riuscito tra le premesse del neorealismo e una finzione molto elaborata (vedi i nomi degli sceneggiatori). Malgrado una post sincronizzazione approssimativa, e (secondo lo stile del muto) la recitazione caricata di Georges Charlia, questo film è un capolavoro. La visione documentaria, costantemente presente, dai bagni marini della domenica al lavoro dei tipografi, si urta ad una doppia irruzione del cinema: la regia esperta di Genina, da una parte, e dall'altra la fascinazione che esercita la settima arte sulle graziose ragazze a disagio nel loro contesto sociale. Viene sottolineato questo quotidiano dove sporcizia e grossolanità (d'altronde magnificamente fotografate) sembrano colpire l'eroina nel profondo di se stessa. Sarà più forte la tentazione di sottrarsi a questo universo più malsano che volgare (qui risiede la finezza del film). Una prima volta per curiosità. Una seconda perché il contrasto fra queste due forme di vita è troppo forte. La morte è l'approdo finale di questa scelta. Il suo innamorato dei bagni arriva a spararle addosso durante la proiezione dei provini che impongono Lucienne quale nuova star. E nulla è più bello del viso morto di Louise Brooks sottomesso ai fremiti delle luci del proiettore mentre terminano i provini dove lei canta: "Je n'ai qu'un amour, c'est toi...". Superbo finale che chiude un film sempre ispirato, ben al di là dell'attrazione legittima e leggendaria che l'attrice poteva esercitare sul regista. Genina si afferma non solo come un precursore della scuola italiana ma anche come un immenso autore di film. L'aspetto più rimarchevole del suo lavoro consiste nell'aver saputo integrare tutti gli ingredienti di una sceneggiatura ricalcata sulla moda dell'epoca trattandoli con semplicità: personaggio del fidanzato ingenuo e simpatico, pericoli che incombono l'aspirante-vedette nell'ambiente corrotto del cinema davanti al quale l'amore sincero dovrebbe apparire più puro, più rassicurante. Eh no! Non lo è per niente. Genina ce lo mostra nella sua crudele nudità: amore e gelosia vanno di pari passo, erodendo il quotidiano la cui banalità non è quindi più sublimata dai sentimenti. La straordinaria bellezza della luce e l'intelligenza con cui viene usata, aggiungono altri motivi di fascino, innalzando questo film al rango principale delle opere dei primi anni del sonoro, anche se è stato girato nel muto!
Paul Vecchiali, L'Encinéclopédie. Cinéastes "français" des années 1930 et leur œuvre, Éditions de l'œil, Montreuil, 2010
Prix de beauté represents a truly successful mix of the tenants of neorealism and elaborate fantasy (note the names of the screenwriters). Despite unrefined post recording and overacting by Georges Charlia, in standard silent movie fashion, the film is a masterpiece. The ever present documentary style, evident in the scenes of weekend beach resorts and the printer's work, clashes with two departures from the world of film: Genina's expert directing on one hand, and the attraction that film holds over the pretty girls uncomfortable in their social milieu on the other. The film emphasizes this with its dirtiness and coarseness (skillfully captured by the camera) that seem to affect the very core of the heroine's being. The temptation to leave this squalid universe, which is more unhealthy than vulgar (and this is the real subtlety of the film), proves too strong for her. The first suicide attempt is prompted by curiosity; the second by an unbearable contrast between two lifestyles. Death is the end product of this choice. Her lover from the beach ends up shooting her during the projection of the screen tests that would launch Lucienne as the new star. There is nothing more beautiful than the dead face of Louise Brooks illuminated by the flickering lights of the projector as the screen tests end with her singing: "Je n'ai qu'un amour, c'est toi..." A superb ending that closes an exceptional film, above and beyond the legendary and justifiable attraction that the actress may have exerted over the director. Genina asserts himself not only as a precursor to the Italian school, but also as an immensely talented film author. The most remarkable aspect of his work is his ability to integrate all the elements of a screenplay, fashionably, yet treating them with simplicity: the character of the boy-friend as naïve and pleasant; the dangers that threaten the aspiring star in the corrupt environment of cinema, which makes genuine love appear more reassuring and pure by contrast. But no, this is not the case! Genina proves it with his stark style: love and jealousy go hand in hand, gnawing away at the banality of day-to-day, which is no longer sublimated by feelings. The extraordinary beauty of light and the skill and intelligence with which it is used add other noteworthy elements, placing this movie among the most important works of the first years of talkies even though it is a silent film!
Paul Vecchiali, L'Encinéclopédie. Cinéastes "français" des années 1930 et leur œuvre, Éditions de l'œil, Montreuil, 2010
Tariffe:
Ingresso libero