IDIOT
(The Idiot, URSS/1958) R.: Ivan Pyr'ev D.: 124'. V. russa
Pyr'ev non è esattamente il tipo di regista che viene associato al disgelo, anche se fu uno dei suoi principali artefici. Diresse la Mosfil'm dal 1954 al 1957, periodo fin troppo breve durante il quale appoggiò, tra gli altri, Grigorij Cˇuchraj (Sorok pervyj, 1956) ed El'dar Rjazanov (Karnaval'naja nocˇ', 1957) quando nessuno credeva nel loro talento e nelle loro idee. Critica e spettatori gli diedero ragione. Si dice che lo fece non perché amasse i loro film, ma perché capiva che il cinema sovietico aveva un disperato bisogno di quel tipo di storie e di immagini. Ma questa non è che una dimensione del rapporto tra Pyr'ev e il disgelo. Un altro importante aspetto è rappresentato dalle opere comprese tra Ispytanie vernosti [Devozione, 1954] e Svet dalëkoj zvezdy (1965), il suo ultimo film (Pyr'ev morì durante la lavorazione del suo progetto più ambizioso, I fratelli Karamazov, che fu completato nel 1969 dai suoi interpreti, i celebri attori Kirill Lavrov e Michail Ul'janov). Non si esagera affermando che tutto quel periodo è segnato da un'epica esplorazione del paesaggio mentale di Dostoevskij e che L'idiota ne è la stella polare. Pyr'ev non tentò di creare gli equivalenti cinematografici della prosa di Dostoevskij; costruì invece melodrammi intrisi delle ossessioni e delle idee dello scrittore. Un Dostoevskij del popolo, per così dire, che qui funzionò magnificamente (mentre fece fiasco in Belye nocˇi, 1960). L'idiota mostra un regista che sta cadendo a pezzi e che ne è perfettamente consapevole. Pyr'ev aveva preso le tenebre per mano. Non le lasciò più.
Pyr'ev is not exactly the director people associate with the Thaw, no matter that he was one of its head architects. During his all too brief stint as director of Mosfil'm (1954-57), he backed, among others, Grigorij Cˇuchraj (Sorok pervyj, 1956) and El'dar Rjazanov (Karnaval'naja nocˇ', 1957) when nobody else believed in their talents and projects, and was proven right by audiences and critics alike. He didn't do so, it is said, because he liked the films, but because he understood that Soviet cinema desperately needed their kinds of images and stories. But that's only one dimension of the Pyr'ev-and-Thaw-complex. Quite another is his work from Ispytanie vernosti (Devotion, 1954) to Svet dalëkoj zvezdy (1965), his last film (Pyr'ev died during the making of his most ambitious project, the 1969 The Brothers Karamazov, which was finished by its stars Kirill Lavrov & Michail Ul'janov). It's not too much to suggest that the whole period is one epic exploration of Fëdor Michalovicˇ's mindscape, with Idiot as its compass. Pyr'ev didn't try to create cinematographic equivalents of Dostoevsky's prose; instead, he made melodramas driven by the writer's moods and notions - a people's Dostoevsky, if you will, which worked splendidly here (and fell flat in Belye nocˇi, 1960). Idiot shows Pyr'ev as an artist falling apart, and very aware of it. He took darkness' hand and never let go.
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