Domenica 24 giugno 201214.45
Cinema Lumière - Sala Scorsese

PARTIJNYJ BILET

(Anna/La tessera del Partito, URSS/1936) R.: Ivan Pyr'ev. D.: 93'. V. russa

Questo film è responsabile della cattiva fama di Pyr'ev, almeno stando alle versioni ufficiali: è a causa di La tessera del Partito che il regista è ricordato come una delle figure più ambigue del cinema sovietico. Poco importa che (ancora una volta) il film fosse finito nei guai. A salvarlo fu Stalin in persona, che ne 'comprese' la genialità e diede il suo beneplacito, 'ribattezzandolo' (il progetto era inizialmente intitolato Anna, poi Anka). La trama, che ruota attorno al reato di sabotaggio ("atti intenzionali miranti a ostacolare il normale funzionamento delle organizzazioni cooperative dello Stato"), suona un po' forzata e improbabile. Originariamente aveva uno sviluppo molto diverso, ed è significativo che tutta la bellezza e i pregi del film vengano dalle prime stesure della sceneggiatura. Per esempio, Anna, la ragazza di cui è innamorato l'antieroe Pavel, è una nuova donna sovietica come non se ne vedevano spesso al cinema: intelligente, indipendente, provocante nella sua semplicità, piacevolmente concreta e disinvolta. Anna non è un'icona del nuovo mondo proletario ma una realtà in carne e ossa. E poi ci sono gli spazi: i dintorni di Mosca dove Anna vive con la sua famiglia hanno un che di pastorale (è un mondo che Pyr'ev sembra conoscere molto bene, essendoci vissuto subito dopo essere giunto nella capitale); la fabbrica è puro costruttivismo; e infine c'è la metropoli, a un tempo magnifica e minacciosa. Una curiosità: all'epoca di La tessera del Partito Pyr'ev non era membro del Partito comunista. Lo sarebbe diventato solo all'inizio degli anni Cinquanta.


The film that made Pyr'ev a director of ill repute, at least for the canonized versions of history. Due to Partijnyj bilet, he's commonly remembered as one of the Soviet cinema's shadier players - doesn't matter that (again) the film ran into trouble and was, per legend, saved by no one else but Stalin who 'understood' its brilliance and approvingly 're-baptized' it (the project started as Anna, then became Anka, then...). The plot, based on the crime of wrecking ("deliberate acts aimed against the normal functioning of state and cooperative organizations"), feels a bit forced, tacked on - and indeed, originally the story developed quite differently. Tellingly, everything of excellence and beauty about the film comes from those earlier drafts of the script. For one: anti-hero Pavel's love interest, Anna, a new Soviet woman the likes of which one finds in not too many films - intelligent, independent-minded, sexy in an unadorned fashion, and down to earth in a pleasantly casual way. Anna is not a star of the new workers' world - she's the state of things. Then, the film's spaces: the outskirts of Moscow where Anna lives with her family have a certain pastoral air (it's a world Pyr'ev seems to have known quite well, as he reportedly lived in similar circumstances shortly after arriving in the capital); the factory, which looks like constructivism unbound; and finally the big city itself, which is presented as grand and threatening at the same time. A curious detail: at the time of Partijnyj bilet Pyr'ev wasn't a member of the Communist Party; he only joined in the early 50s.

 

 

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Dettagli sul luogo:
Piazzetta Pier Paolo Pasolini (ingresso via Azzo Gardino 65)

Numero posti: 144
Aria condizionata
Accesso e servizi per disabili
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