Lunedì 30 giugno 201419.00
Cinema Lumière - Sala Officinema/Mastroianni

LA FOLIE DES VAILLANTS

(Francia/1925) R.: Germaine Dulac. D.: 46'. Did. francesi

 

Sog.: dal romanzo Makar Čoudra di Maksim Gorkij. Scen.: Germaine Dulac. F.: Paul Parguel, Maurice Forster. Int.: Raphaël Liévin (Loïko Sodar), Lia Loo (Radda), Castelluci (Lenka). Prod.: Cinégraphistes Français. 35mm. L.: 844 m. (l. orig.:: 1250 m). D.: 46' a 18 f/s. Bn. Didascalie francesi / French intertitles. Da CNC - Archives Françaises du Film

 

Accompagnamento al piano di Gabriel Thibaudeau

 

Questo avvincente ritratto simbolista di un amore appassionato tra due zingari è uno dei capolavori più singolari e sottovalutati di Germaine Dulac. Secondo la sua compagna di una vita Marie-Anne Colson-Malleville, Dulac considerava La Folie des vaillants il proprio film roi. Per Dulac, che si iscrisse ufficialmente all'S.F.I.O. (Partito socialista francese) nel 1925, l'anno in cui girò questo film, e che aveva sempre creduto fermamente nella parità sociale, il racconto di Gorkij su due zingari (idealmente socialisti, ribelli, e dunque progressisti e anti-capitalisti per natura) offriva una cornice adeguata entro cui concepire una costruzione alternativa dei ruoli di genere.
Ribaltando i termini dei rapporti di potere tra marito e moglie, La Folie des vaillants non dovette lasciare insensibili coloro che coltivavano ideali femministi nella Francia della metà degli anni Venti. Nel 1925 le femministe avevano chiesto una revisione del Codice Napoleonico, che impediva alle donne di gestire i loro beni economici, istituzionalizzava la disuguaglianza tra coniugi e restringeva la potestà genitoriale. Il film di Dulac mise in netto rilievo l'ingiustizia di quei provvedimenti così limitativi della libertà femminile.
Malgrado il budget ridotto del film, una clausola del contratto garantiva a Dulac "completa libertà artistica". Ciò nonostante, per motivi connessi alla distribuzione commerciale fu costretta a negoziare sulla questione del conservatorismo morale e dei 'gusti del pubblico'. Con l'audacia artistica e il senso degli affari che le erano consueti, preparò diversi finali - questo, più radicale, e un altro, più commerciale - che gli esercenti potevano ordinare su richiesta. Soprattutto, Dulac vide in questo film un'opportunità senza precedenti per attuare la sua idea di cinema come "sinfonia visiva" fatta di "vita", "movimento" e "ritmo". Massimizzando l'associazione ritmica tra le immagini e minimizzando l'importanza della recitazione, della fotografia, della trama e delle scenografie, per Dulac e il suo "cinema della suggestione" d'ispirazione femminista, La Folie des vaillants era "un passo avanti verso l'assuefazione del pubblico alla sinfonia visiva, in cui la cosiddetta azione 'teatrale' non sarebbe stata nulla e la sensibilità... sarebbe stata tutto".

Tami Williams

 

This captivating symbolist portrait of a passionate love between two gypsies is one of the most unique and overlooked Dulac's masterworks. According to her longtime companion Marie-Anne Colson-Malleville, Dulac considered La Folie des vaillants to be her film roi ('king film'). For Dulac, who officially joined the S.F.I.O. (French Socialist Party) in 1925, the year she made this film - and for whom social equality had always been fundamental - Gorkij's tale of two gypsies (ideal socialists, rebellious, hence naturally radical and anti-capitalist) provided an apt framework in which to consider an alternative construction of gender roles. By reversing the terms of contemporary marital power relationships, La Folie des vaillants would have had special resonance for those with feminist ideals in France of the mid-1920s. In 1925, feminists had launched a proposal to revise the Napoleonic Code, which severely curbed women's access to their own finances, institutionalized spousal inequality, and restricted parental authority. Dulac's film cast into sharp relief the injustice of those provisions that so constrained women's freedoms. Despite the film's shoestring budget, a contract clause granted Dulac "complete artistic freedom". Still, she was forced to negotiate the issue of moral conservatism and 'public taste' for the sake of commercial distribution. With customary artistic audacity and commercial prowess, she prepared multiple endings, the more radical ending here, and another, more commercial one which theater owners could order on demand. Above all, Dulac saw in this film an unprecedented opportunity to realize her conception of cinema as a "visual symphony", made of "life", "movement," and "rhythm". By maximizing the rhythmic association between the images and by minimizing the importance of acting, photography, plot, and décor, for Dulac and her feminist "cinema of suggestion": La Folie des vaillants was "one step towards habituating the public to the visual symphony, where so-called 'theatrical' action would be nothing, and sensibility... everything".

Tami Williams


Seguono


UN PEU DE RÊVE SUR LE FAUBOURG

(Francia/1930) R.: Germaine Dulac. D.: 11'. V. francese

Scen.: Germaine Dulac. F.: Paul e Alfred Guichard. Prod.: Isis Films. Musiche registrate / Records: Louise, Gustave Charpentier, Columbia 1927; Paysage Reynaldo Hahn, Columbia 1928; Heure Exquise, Reynaldo Hahn, Columbia 1928 (da BNF). 35mm. L.: 22 m. D.: 11' a 22 f/s. Bn. Versione francese / French version.Da: CNC - Archives Françaises du Film


SUISSE, CHAMPERY AFIN DE PROLONGER LES VIEILLES COUTUMES, LE VALAIS REMET EN HONNEUR D'ANCIENNES DANSES ROMANDES

(Francia/1933) D.: 1'23''


AUTRICHE. LA NATIONALE TYROLIENNE AVEC LE PAS DES MEUNIERS

(Francia/1933) D.: 1'21''


PARIS. UNE NOUVELLE ATTRACTION À LA FOIRE DES INVALIDES?

(Francia/1933) D.: 43''


PARIS. À MONTPARNASSE AU BAL DES ÉTUDIANTS GEORGIENS

(Francia/1934) D.: 1'32''

Accompagnamento Musicale Accompagnamento Musicale
Dettagli sul luogo:
Piazzetta Pier Paolo Pasolini (ingresso via Azzo Gardino 65)

Numero posti: 174
Aria Condizionata
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