CHANDRALEKHA
(India/1948) R.: S.S. Vasan. D.: 193'. V. tamil
Sog., Scen.: Gemini Story Department (K.J. Mahadevan, Subbu, Sangu, Kittoo, Naina). F.: Kamal Ghosh. M.: Chandru. Scgf.: A.K. Sekar. Mus.: S. Rajeshwara Rao, M.D. Parthasarthy, R. Vaidyanathan, B. Das Gupta. Canzoni: Papanasam Sivan, Kothamangalam Subbu. Int.: T.R. Rajakumari (Chandralekha), M.K. Radha (Veer Singh), Ranjan (Shashank), Sundaribai, N.S. Krishnan, T.A. Mathuram. Prod.: S.S. Vasan per Gemini Studios
35mm. D.: 193'. Bn. Versione tamil / Tamil version
Da: National Archive of India
Girato originariamente in tamil e successivamente in hindi, Chandralekha fu il film indiano più costoso dell'epoca. Diretto dal poliedrico S.S. Vasan, proprietario dei Gemini Studios di Chennai, il film coniugava felicemente spettacolarità hollywoodiana e tematiche locali. Ancor oggi considerato uno dei più grandi film indiani, Chandralekha esercitò un'influenza enorme, fissando i criteri produttivi e pubblicitari dei campioni di incassi di Bombay. Fantasioso, romantico e avventuroso, il film narra la storia dei principi Veerasimhan e Sasankan, che si contendono il trono e l'amore della bellissima Chandralekha.
Il primo film spettacolare indiano
Oggi ci rendiamo conto che Chandralekha era un successo annunciato. Nel 1948, primo anno di indipendenza dell'India dopo il lungo passato coloniale, il conflitto centrale del film - la lotta tra l'usurpatore e il legittimo erede - era destinato a coinvolgere gli spettatori, portandoli a individuare tutte le allusioni e le metafore rappresentate. Il cattivo fu visto come una personificazione del crudele regime coloniale, mentre la lotta e la prigionia di Veerasimhan evocavano la lotta per la libertà dei capi del movimento nazionalista e il duro trattamento loro riservato. Le gioiose celebrazioni che accompagnano la sua liberazione e la sua ascesa al trono rispecchiavano infine lo stato d'animo della nuova nazione.
In superficie, Chandralekha è caratterizzato da trama e ambientazioni spettacolari. Nel buio della sala cinematografica, tuttavia, il film si spinge oltre l'intrattenimento puro e semplice per stabilire una profonda intesa con il pubblico facendo riferimento a concezioni condivise di valore e coraggio e proponendo personaggi che fanno di tutto per essere all'altezza di un ideale eroico e morale. In tale contesto è interessante notare il personaggio femminile centrale e il suo ruolo fondamentale nel ristabilire lo status quo. Chandralekha, che prende il suo titolo dal nome dell'eroina, raffigura un mondo in cui uomini e donne collaborano per ristabilire il giusto ordine delle cose e in questo rispecchia le convinzioni del regista, che credeva fermamente in una nazione autenticamente democratica basata sulla parità dei diritti tra uomini e donne.
Chandralekha segnò un punto di svolta per il pubblico tamil, che si stava affrancando dal suo genere preferito, il fiil 'mitologico' centrato su leggende e figure indiane, e fu importante anche per i registi che tentavano di proporre alle platee tematiche d'attualità. I drammi in costume come Chandralekha, con le loro lotte per il potere, finirono per portare gli spettatori ad accettare i film 'sociali' ambientati nel presente. Il film fissò anche molte delle convenzioni oggi associate al cinema indiano: le sequenze spettacolari di canti e danze, i costumi pittoreschi e le scenografi elaborate. Tutte caratteristiche considerate tipiche di Bollywood, ma di fatto emerse dall'industria cinematografi- ca dell'India meridionale. Fu questo il vero successo di Chandralekha: la creazione di un modello per il cinema indiano commerciale, un modello messo a disposizione dei futuri registi perché ne traessero beneficio in patria e all'estero.
Uma Vangal
Filmed originally in Tamil and later in Hindi, Chandralekha was in its time the most expensive film made in India. Directed by showman S.S. Vasan, the owner of Chennai's Gemini Studios, the film brought the scale and vision of the Hollywood spectacular to indigenous themes, creating a nationwide hit that still features in every list of landmark Indian films. It was hugely influential, setting production and publicity standards for the Bombay blockbuster. A robust Ruritanian swashbuckler at heart, the film tells the story of the princes Veera- simhan and Sasankan, rivals for the throne and the affections of the beautiful Chandralekha.
India's First Spectacular
Reading Chandralekha's success in retrospect, one realizes that several factors would have contributed to its positive reception. In 1948, the first year of India's independence from colonial rule, the film's primary conflict - the struggle between the usurper and the rightful heir - would have resonated strongly with the Indian audience, leading them to register all the nuanced allusions and metaphors embodied in the film. They would have seen the demonized villain as a personification of the cruel colonial power which had usurped the land, with Veerasimhan's struggle and imprisonment evoking the freedom struggle and the harsh treatment meted out to the leaders of the nationalist movement. The joyous celebrations at his release and ascension to power would have surely reflected the mood of the newly independent nation. On the surface, Chandralekha is an incredible extravaganza with a great story and setting. In the darkened cinema hall, however, it goes beyond mere entertainment to create an intense engagement with its audience, through its references to popular notions of valour and courage, and characters who try to live up to an heroic and moral ideal. In this context, it is interesting to note the central female character and her pivotal role in restoring the status quo. Chandralekha, named after its heroine, portrays a world where men and women work together to establish a rightful rule. Perhaps this reflects the filmmaker's vision of a truly democratic nation, based on equal rights for men and women.
Chandralekha marks a transition for the Tamil audience, which was moving on from its staple fare, the 'mythological' film, dealing with stories from Indian myth and legend. It also represents a change for filmmakers who were attempting to use their democratic medium to bring contemporary themes to the audience. Costume dramas like Chandralekha, dealing with struggles for power, eventually led the audience to accept 'socials' (films about contemporary issues in modern-day settings). The film also established many of the conventions that are associated today with Indian cinema - the spectacular song-and-dance sequences, colourful costumes, and elaborate sets which are considered typical of Bollywood, but in actuality emerged from the South Indian film industry. This was the true achievement of Chandralekha - the creation of a template for mainstream Indian cinema, a model for future filmmakers to emulate and reap benefits from at home and abroad.
Uma Vangal
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INDIAN NEWS REVIEW N° 5
(India/1948) D.: 10'. V. hindi
Il Cinema Ritrovato
Anni Cinquanta, l’età dell’oro. Classici Indiani da salvare
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