Venerdì 29 giugno 201214.30
Cinema Lumière - Sala Officinema/Mastroianni

Italia 1912. Il lato oscuro della realtà

SATANA [FRAMMENTO]  (Italia/1912) R.: Luigi Maggi. D.: 8'
IN PASTO AI LEONI  (Italia/1912) R.: Enrique Santos. D.: 27'. Did. inglesi
PIÙ CHE LA MORTE  (Italia/1912) D.: 14'30''
POLIDOR AL CLUB DELLA MORTE  (Italia/1912) D.: 8'30''. Did. italiane
POLIDOR VUOLE SUICIDARSI  (Italia/1912) D.: 8'. Did. olandesi

Introduce Giovanni Lasi
Accompagnamento al piano di Antonio Coppola

Una strana inquietudine pervade la cine­matografia italiana del 1912: scorrendo i titoli dei film prodotti in quell'anno si nota che il termine 'morte' ricorre per ben dieci volte (superata solo dal più scontato 'amore') e che i riferimenti diretti all'ora fatale nelle sue svariate accezioni - dal suicidio all'assassinio alla sepoltura in vita - si trovano almeno in altre dieci oc­casioni (Nell'ora estrema, Fino alla tom­ba, Suicida! La fossa del vivo...). Il cine­ma italiano scopre la seduzione irresisti­bile del male (Il fascino del male, Le vie del male, Genio del male, Genio malefico, Fascino malefico...) e rincorre un'estetica del macabro ripresa da un genere teatrale che all'epoca sta riscuotendo grande suc­cesso: il grand guignol, che in Italia ha come migliore interprete Alfredo Sainati. In film come Più che la morte non è tan­to l'intreccio della trama ad interessare lo spettatore, quanto piuttosto la natura crudele dei personaggi e l'impressionante realismo con cui sono rese le scene più efferate. Lo shock emozionale è certamente la cifra distintiva di questi soggetti 'sensazionali', che prendono spunto dalla produzione da­nese modernista e violenta, importata in Italia dalla fine del 1910. Sono film che ammiccano al voyeurismo del pubblico con la scabrosità, seppur sottesa, che contraddistingue molti in­trecci, ma soprattutto con lo spettacolo esplicito della violenza, appositamente al­lestito con qualunque espediente in grado di attivare nello spettatore la sensazione di verità, come, ad esempio, nella scena di In pasto ai leoni, in cui un malcapitato tenente viene sbranato da felini in carne e ossa (i celebri e stachanovisti leoni di Schneider). Nel 1912 l'abiezione morale, la degene­razione dei costumi, la violenza esplicita diventano soggetti privilegiati della cine­matografia italiana, che, con Satana, non manca di dedicare al Male assoluto una storia universale, suddivisa in quattro epi­sodi esemplari: dagli albori dell'umanità fino all'epoca moderna. Il film dell'Am­brosio è una pietra miliare del cinema italiano e non solo. Come sostenuto da Georges Sadoul: "Le scénario de Guido Volante marque une date dans l'histoire du cinéma", in quanto anteprima di un modello narrativo che sarà riproposto da Griffith in Intolerance qualche anno più tardi. Alle lugubri e brutali atmosfere non sfug­ge il genere comico e nei programmi dei cinematografi si possono leggere tito­li come: Checco e Cocò spiritisti, L'ora tragica di Polidor, Polidor al club della morte, Polidor vuole suicidarsi, Robinet ricattatore. Anche di Satana, in fondo (al programma), si può ridere.

 

A strange queasiness takes over Italian cinema in 1912: when you flip through the movie titles produced that year, you find that the word 'death' recurs 10 times (just under the more obvious 'love'), and hints to the final hour with different de­grees of meaning - suicide, homicide, buried alive - can be found on at least ten occasions (Nell'ora estrema, Fino alla tomba, Suicida!, La fossa del vivo...). Ital­ian cinema discovers the irresistible se­duction of evil (Il fascino del male, Le vie del male, Genio del male, Genio malefico, Fascino malefico...) and makes use of a macabre sense of aesthetics popularized by a successful theater genre at that time: the Grand Guignol, the greatest actor of which was Alfredo Sainati. In films like as Più che la morte it is not the plot that interests the spectator but the cruel na­ture of the characters and the impressive realism of the ferocious scenes. The emotional shock is the distinctive at­tribute of these 'sensational' stories that draw inspiration from the 'modernist and violent' Danish productions imported in Italy at the end of 1910. These films appeal to the voyeuristic na­ture of audiences with their crude plots but even more so with the explicit spec­tacle of violence, purposefully designed to feel realistic to viewers, for example, the scene from In pasto ai leoni when an unlucky lieutenant gets eaten alive by liv­ing felines (the famous and hardworking Schneider lions). In 1912, moral degradation, degenerate behavior, and explicit violence became the main subjects of Italian movies, like Satana, the universal story of evil divided in four exemplary episodes: from the be­ginning of history to the modern era. Am­brosio's film was a milestone for Italian cinema, and not only. As Georges Sadoul put it: "Le scénario de Guido Volante marque une date dans l'histoire du ciné­ma" since it was a forerunner of a narra­tive model that would be used by Griffith in Intolerance a few years later. The gloomy and brutal atmosphere also made its way into comedy. Cinema pro­grams contained titles such as Checco e Cocò spiritisti, L'ora tragica di Polidor, Polidor al club della morte, Polidor vuole suicidarsi, Robinet ricattatore. In the end, even Satan can be laughed at (in the pro­gram).

Accompagnamento Musicale Accompagnamento Musicale
Dettagli sul luogo:
Piazzetta Pier Paolo Pasolini (ingresso via Azzo Gardino 65)

Numero posti: 174
Aria Condizionata
Accesso e servizi per disabili
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