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La nouvelle vague polacca e il CinemaScope

Programmazione

Il cinema polacco si impose all’attenzione internazionale con un movimento cinematografico fiorito negli anni Cinquanta e Sessanta che esprimeva una visione inedita e controversa della Seconda guerra mondiale ponendo in atto una sorta di seduta terapeutica nazionale. Tanto per restare fedeli alla no­stra ossessione per i sistemi panoramici, fu anche un periodo aureo per lo Scope, in particolare in bianco e nero.
Nella rassegna spicca il fulgido talento di Andrzej Wajda, rappresentato da due gemme oggi misconosciute: Samson, capitolo essenziale nell’indagine del regista sui miti degli eroi e dell’eroismo, narra la fuga di un giovane ebreo dalla Polo­nia antisemita degli anni Trenta ai ghetti della Seconda guer­ra mondiale; Popióły è uno straordinario affresco epico di quattro ore ambientato al tempo delle guerre napoleoniche. Il nucleo mistico della rassegna potrebbe essere rappresen­tato da un capolavoro molto amato da Buñuel: Rękopis zna­leziony w Saragossie (Il manoscritto trovato a Saragozza) di Wojciech Has, film surrealista su scala epica interpretato dal grande Cybulski. C’è poi un’autentica rivelazione rappre­sentata da Przygoda z piosenką (Stanisław Bareja), musical d’ambientazione parigina praticamente sconosciuto che po­trebbe essere definito la risposta socialista a La bella di Mo­sca di Mamoulian. Lenin w Polsce (Sergej Jutkevič), benché realizzato in coproduzione con l’Unione Sovietica, conser­va uno spirito profondamente polacco: questo capolavoro agiografico (genere che allora sconfinava già nella parodia) è probabilmente l’unico tentativo riuscito di scrutare nell’ani­mo e nei pensieri di Lenin.
L’ultima e più intensa espressione di questo movimento è giustamente firmata da Aleksander Ford, il principale ar­tefice della scuola di cinema di Łódź e capo della sezione cinematografica dell’armata rossa polacca durante la guerra. Ironicamente intitolato Pierwszy dzień wolności (Il primo giorno di libertà, ma in Italia uscì come Il tramonto degli eroi), il film di Ford affronta un argomento tabù, gli stupri perpetrati in Germania nella fase finale del conflitto, e costi­tuisce un’aspra e sorprendente riflessione sullo sfruttamento delle donne alla mercé della macchina militare maschile.
La cruda, spietata e politicamente coraggiosa ‘scuola polac­ca’ si concluse con i film presentati nella nostra rassegna, ma quel che seguì negli anni Sessanta (caratterizzati da una fossilizzazione della politica culturale) fu quasi altrettanto intenso, e i risultati – soprattutto nel genere epico, trattato con lucidità e intelligenza – non ebbero eguali nel mondo.

(Peter von Bagh)

 

Programma a cura di Peter von Bagh e Petteri Kalliomäki
In collaborazione con Filmoteka Narodowa

Documenti

Presentazione e schede dei film (dal catalogo del Festival)

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