Il cinema in guerra contro Hitler
Nessuno appare meno degno di essere celebrato di Adolf Hitler, nato 125 anni fa a pochi giorni di distanza da Charlie Chaplin, autore del più celebre e intenso ritratto del dittatore. Altra cosa è la produzione cinematografica che lo riguarda e che è certamente degna di attenzione, che si tratti di documenti storici o di film di finzione.
La nostra selezione abbraccia vent’anni, a partire dalle primissime ricognizioni del pericolo nazista come Hitler’s Reign of Terror, girato da Cornelius Vanderbilt Jr. già nel 1933 e recentemente riscoperto: in esso il regista si avventura come uno Zelig nella Germania nazista, con esiti inquietanti e premonizioni della paura e della disperazione a venire. Si passa poi per gli anni bellici e molti intrecci fantasiosi fino ad arrivare al film di Pabst del 1955, Der letzte Akt, degno predecessore di Untergang nell’allucinata rievocazione degli ultimi giorni di vita del dittatore.
Dopo il 1940, la travolgente interpretazione di Chaplin resterà inimitabile e comprensibilmente nessuno vorrà osare tanto. Entriamo nel periodo delle trame fantastiche con The Strange Death of Adolf Hitler di James Hogan (1943) e The Magic Face di Frank Tuttle (1951): il primo fu girato quando Hitler era ancora vivo, e ci guadagna in attualità e tensione. Quegli anni produssero sia film che fantasticavano un’eliminazione di Hitler (genere inaugurato da Man Hunt di Fritz Lang, che si apre con il protagonista che inquadra Hitler nel mirino del suo fucile), sia grandi seppur assurde impersonazioni, come in The Hitler Gang (John Farrow, 1944) dove una buona interpretazione di Hitler è completata da un gruppo di individui dai volti patibolari, i gangster nazisti. I migliori sosia, però, vengono dalla Russia: come nella deliziosa fantasia diretta da Sergej Jutkevič, The New Adventures of Svejk, e in alcuni corti che esprimono l’energia creativa di cui fu capace quel misto sovietico di arte e propaganda che fiorì durante la guerra. (La mancanza di spazio ci impedisce purtroppo di proiettare la folle epica di Michail Čiaureli, Fall of Berlin, 1949, che ci offre non solo Hitler ma anche – quale vero protagonista di un film formidabile – Stalin nella celeberrima interpretazione di Michail Gelovani).
Alla ricerca di un citazione, chiudo gli occhi e propongo una battuta da Fra le tue braccia di Lubitsch: “Hitler ha scritto un libro […]. È un manuale di vita all’aperto, si chiama Il mio campo”.
(Peter von Bagh)
Programma a cura di Peter von Bagh
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