Europa Cinemas
Coinvolgere i pubblici delfuturo nell’era digitale
Engaging Communities in the Digital Era
Seminario di formazione per esercenti europei / Training sessions for European Cinema exhibitors
Condotto da / Led by Ian Christie (Birkbeck College, London), in collaborazione con / with Madeleine Probst (Watershed Media Centre, Bristol) Workshop condotti da / Workshops led by Maciek Jakubczyk (T-Mobile New Horizons, Poland), Mathias Holtz (Folkets Hus och Parker, Sweden) A cura di / Organized by Fatima Djoumer (Europa Cinemas), Elisa Giovannelli (Fondazione Cineteca di Bologna – Schermi e Lavagne)
Varcare la soglia
Crossing the Threshold
Mentre il gruppo di esercenti appartenenti alla rete Europa Cinemas – che comprende oggi 68 paesi e quasi 1200 sale – si prepara al seminario annuale di Bologna, è indubbio che nell’aria si colgano emozioni contraddittorie. C’è l’orgoglio per il numero crescente di film europei presentati, ma c’è anche inquietudine per il crollo del numero di spettatori nelle sale europee (un calo del 2%, mentre negli Stati Uniti si registra un aumento del 6%). Siamo fieri del nostro programma Mundus, che riunisce a Bologna esercenti di tutto il mondo incoraggiandoli a condividere le loro esperienze con i colleghi europei. Ci preoccupa però la perdita d’attrattiva della visione in sala, soprattutto presso i giovani che possono contare su tante forme alternative di accesso ai film. Questo è il tema centrale che ogni anno trattiamo al seminario di Bologna: come far sì che l’esperienza del cinema in sala conservi interesse e freschezza per le generazioni future? Quest’anno gli argomenti trattati saranno: come incoraggiare i nuovi spettatori a ‘varcare la soglia’ della sala cinematografica? Come creare comunità di appassionati di cinema in un mondo sempre più digitale? Il Cinema Ritrovato è la sede perfetta per questo seminario: ci dimostra che anche i film ormai dimenticati possono rivivere grazie a una programmazione intelligente e alle suggestive proiezioni serali in Piazza Maggiore. Molti membri di Europa Cinemas già organizzano eventi speciali ospitati al di fuori della sala cinematografica, collaborando con musicisti che accompagnano dal vivo i film muti oppure ricorrendo a luoghi estemporanei in cui prolungare e innovare la programmazione abituale. Il nemico è proprio la routine. Il cinema ha molto da imparare dalla vivacità e dall’intraprendenza degli altri media. La rapida diffusione delle dirette di opere e di eventi teatrali nei cinema ha scandalizzato parte dell’industria cinematografica, ma c’è chi pensa che il successo inaspettato di questa nuova esperienza possa essere istruttivo. Ricordiamo che il cinema è nato come mezzo ‘ibrido’ che univa teatro, musica, spettacolo e subì il disprezzo delle forme di cultura più tradizionali che si videro minacciate quando nei primi decenni del XX secolo i teatri e i music hall furono trasformati in sale cinematografiche a tempo pieno. Anzi, nel 2013 ricorre il centenario del cinema propriamente detto, e cioè del primo lungometraggio di circa 90 minuti. La sezione ‘Cento anni fa’ del programma bolognese comprende quest’anno alcuni grandi successi commerciali che consolidarono la fama del lungometraggio in quello che Cecil B. DeMille chiamò “l’anno fatale” della sua vita. Nel 1913 il regista giunse a Los Angeles per cominciare una carriera che avrebbe presto fatto di Hollywood una forza dominante del cinema mondiale. Ma prima che i nomi di DeMille e Griffith diventassero famosi, nel 1913 il cinema italiano prese l’iniziativa con Quo Vadis?, che insieme a Gli ultimi giorni di Pompei e a Cabiria accentuò l’attrattiva culturale e commerciale del cinema. Intanto si facevano strada nuove forme di pubblicità e di promozione, con anteprime, raccolte stampa, volantini, tutti considerati fruttuosi investimenti per film che aspiravano a essere competitivi sul mercato culturale. Con le loro ambizioni e il richiamo ai ‘classici’, questi film contribuirono a zittire chi vedeva nel cinema un’influenza corruttrice; diedero prestigio alle sale che li proiettavano; e soprattutto si rivolsero a una platea più vasta, costituita non soltanto dagli appassionati della prima ora ma anche da coloro che in precedenza avevano snobbato le sale cinematografiche. Un tema del seminario di quest’anno potrebbe essere: cosa può insegnarci la rivoluzione che ha dato vita al cinema che conosciamo? Può render-ci meno cauti nei confronti delle innovazioni, meno arroccati nella difesa del cinema ‘puro’ (che in realtà ‘puro’ non è mai stato)? Oggi si tratta di conservare l’aspetto condiviso, sociale, della visione cinematografica: quello che fa sì che a una data ora ci si riunisca in un dato luogo per entrare nel regno dell’incanto. Alcuni temono che i nuovi media e la rete possano insidiare la redditività del cinema e della stessa produzione cinematografica. Altri osservano che il cinema è ormai ampiamente diventato un medium digitale (malgrado la pellicola 35mm sopravviva in festival come Il Cinema Ritrovato), e insistono sul fatto che dovremmo sfruttare al massimo i vantaggi dell’integrazione digitale. In entrambi i casi possiamo contare sul fatto che il seminario di Bologna costituirà un dibattito vivace e informato sul futuro del cinema in tutte le sue forme e sui modi per preservare l’‘esperienza del cinema’.
Ian Christie
Direttore del seminario e Vice-presidente di Europa Cinemas
As a group of exhibitors from across the Europa Cinemas network – which now spans 68 countries, with nearly 1200 cinemas – gathers for our annual workshop in Bologna, there are no doubt contradictory emotions in the air. Pride, certainly, at a continued rise in the proportion of European films shown; but anxiety due to the overall drop in European cinema attendance (down 2% compared with a rise of 6% in the United States). Pride also in the expansion of our Mundus programme, which now brings exhibitors from around the world to Bologna, to learn from and share experience with their European colleagues. But inevitably some anxiety about the appeal of cinema-going, especially to the young, faced with so many alternative forms of access to moving-image entertainment. This is the central issue we address each year in the Bologna workshop: how to ensure that the cinema viewing experience remains fresh and attractive to future audiences? Our themes this year are: How to encourage new viewers to ‘cross the threshold’ of their local cinema? And how to build communities of film enthusiasts in an increasingly digital world? Cinema Ritrovato offers an unrivalled venue for this workshop, by showing how even long-forgotten films can be brought back to life by confident programming, and by the sheer spectacle of the nightly Piazza Maggiore screenings. Many network members already experiment with special events held outside their normal cinema building, co-operating with musicians to present ‘live silents’, or operating ‘pop-up’ temporary venues that can refresh and extend routine programming. Routine, in fact, is the enemy. Cinema has much to learn from other media and arts which are busy seeking new audiences in enterprising ways. The rapid spread of live opera and theatre transmissions – widely viewed in cinemas – has scandalised some parts of the film industry. But others would argue there is much to learn from the unexpected success of this new experience. Cinema, we should remember, began as a ‘hybrid’ medium, combining drama, music and spectacle – and had to face the disdain of the older cultural forms it challenged, as music halls and theatres were turned into full-time cinemas in the first decades of the 20th century. In fact, we could celebrate 2013 as the centenary of ‘cinema’ proper, meaning the roughly 90 minute continuous film drama. This year’s ‘A Hundred Years Ago’ strand in the Bologna programme includes some of the blockbusters that consolidated the appeal of long feature films in what Cecil B. DeMille called “that fateful year” in his autobiography. 1913 was when he arrived in Los Angeles, to start a career that would soon make Hollywood a dominant force in world cinema. But before DeMille and Griffith became household names, 1913 saw Italian cinema suddenly seize the initiative with Quo Vadis?, which, along with The Last Days of Pompeii and Cabiria, would boost the cultural and commercial appeal of cinema to new heights. These were accompanied by new forms of publicity and promotion, with press shows, press books and souvenir brochures, all considered worthwhile investments for films that could compete in the cultural marketplace. Their scale and ‘classical’ associations helped neutralise opposition to the moving pictures as a corrupting influence; they gave status to many of the new super cinemas that showed them; and above all, they appealed to a broad audience, with confirmed filmgoers now joined by many who had previously spurned the picture palaces. A question for this year’s workshop might be: can we learn from reflecting on this revolution of a hundred years ago that gave birth cinema as we have known it? Might this make us less cautious about embracing novelty, less defensive about the ‘pure’ cinema experience'.
Ian Christie
Workshop director and, Vice-president, Europa Cinemas