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La cinefilia ritrovata 30 giugno

Lezione di cinema, ore 12.15, Cinema Lumière
DAVID LEAN E LAWRENCE D'ARABIA
Incontro con Kevin Brownlow

Nella sua lezione di cinema su Lawrence d'Arabia, Kevin Brownlow ha ripercorso parte delle complicate vicissitudini produttive del kolossal di David Lean, testimonianze che lo storico ha raccolto dalla viva voce di David Lean stesso, quando lo intervistò a lungo in vista di un libro che poi fu completato anni dopo la morte del regista inglese.
L'idea di un film sull'ufficiale inglese che guidò le insurrezioni arabe contro la dominazione ottomana durante la Prima Guerra Mondiale era già emersa in varie occasioni e in diversi momenti storici, poi sempre accantonata.
L'interesse attorno alla figura controversa di Lawrence d'Arabia scaturiva principalmente dall'alone di mistero che lo circondava, dal fascino esotico e magico di un occidentale che si cala completamente in un'altra cultura così lontana come quella araba, e ne riemerge da condottiero passato alla storia.
Il produttore Sam Spiegel e David Lean, reduci dal successo di Il ponte sul fiume Kwai, si mettono al lavoro sul film, con sceneggiatura di Michael Wilson poi sostituito da Robert Bolt; incontrano l'interesse della Columbia, e inizia la lunga trafila di prime e seconde scelte per la parte da protagonista: da Albert Finney, che declinò, a Marlon Brando, finché Lean rimase folgorato dalla presenza scenica di Peter O'Toole.
Le riprese iniziarono nel 1961 e si protrassero per più di un anno tra molteplici problemi, primo fra tutti l'impossibilità di girare tutto in Giordania come pianificato a causa di dissapori con il governo. Il set si sposta dunque nell'impervio Marocco e in seguito in Spagna, con troupe sempre diverse e non sempre all'altezza dell'enormità del lavoro: il tutto filtrato dalla fascinazione quasi mistica di Lean per il deserto.
La lezione di Brownlow restituisce l'inimmaginabile mole di lavoro, di cose, luoghi e persone dietro un kolossal epico di tale portata. E tra le preoccupazioni di Sam Spiegel, il caratteraccio di David Lean, l'estrema lentezza delle riprese poteva risultare un disastro annunciato; che invece divenne uno dei film più influenti di sempre, un incontestabile punto di riferimento cinematografico dal quale da lì in poi fu impossibile prescindere.