Il doppio. Specchi e moltiplicazioni
Gli esseri umani, moltiplicati, suscitano un effetto che turba e attrae. Lo sapeva bene Georges Méliès, che spesso tirava questo trucco fuori dal suo cilindro. Dal mito di Narciso all’inossidabile numero dello specchio caro ai cabarettisti, dal mononoke della dama Rokujô al ritratto di Dorian Gray: immagini riflesse, ombre, sosia e vite doppie hanno fornito materiale alle culture di ogni tempo. Fino al 1910 circa nel cinema trovano spazio quasi esclusivamente gli aspetti comici e spettacolari del raddoppiamento, realizzati con tecniche fotografiche o trucchi da varietà. Nel 1911, nel dramma di Albert Capellani Le Courrier de Lyon, appare per la prima volta sullo schermo un sosia da film giallo; nel 1912 il motivo del raddoppiamento e della scissione risulta pienamente affermato in tutti i generi, e ramificato in tutte le possibili varianti. Jekyll si trasforma in Hyde (la prima riduzione cinematografica del romanzo di Stevenson è del 1912), Polidor in un’intera famiglia.