Gioventù bruciata
5 novembre 2014
Giacca a vento rossa, maglietta bianca, sigaretta. Tre film. Una morte improvvisa a 24 anni su una Porsche 550 Spyder.
Eppure tutto questo non basta a spiegare un mito che non conosce declino, come il suo volto, icona del Novecento e simbolo del ribellismo giovanile.
James Dean, un mito che nasce infatti quando incarna il personaggio ribelle, il “ribelle senza causa” dal talento animalesco – parafrasando François Truffaut – che Nicholas Ray ha vestito con una giacca a vento rossa e una maglietta bianca e gettato nella storia del cinema e dell’immaginario mondiale.
Rebel Without a Cause – Gioventù bruciata (un titolo, anch’esso, divenuto in italiano espressione capace di raccontare un intero universo sociale e generazionale) arriva ora nelle sale italiane, dal 6 novembre e per tutto il mese, grazie al progetto di distribuzione dei classici restaurati promosso dalla Cineteca di Bologna e Gruppo Unipol, Il Cinema Ritrovato. Al Cinema.
Rebel Without a Cause – Gioventù bruciata verrà distribuito in versione originale inglese con sottotitoli italiani, nel restauro realizzato da Warner Bros. in collaborazione con The Film Foundation di Martin Scorsese grazie al contributo di Gucci: un restauro presentato in anteprima alla XXVIII edizione del festival Il Cinema Ritrovato, in Piazza Maggiore a Bologna lo scorso 28 giugno, di fronte a 6mila persone.
Realizzato nel 1955, Gioventù bruciata è il secondo film interpretato da James Dean, dopo La valle dell’Eden, realizzato da Elia Kazan sempre nel 1955, e seguito dall’ultimo Il gigante, diretto da George Stevens e uscito postumo nel 1956: una carriera subito esplosa e conclusa quindici mesi dopo dall’incidente stradale del 30 settembre 1955.
Nato tra le perplessità del produttore Geoffrey Shurlock, per il suo contenuto violento e per la carica sessuale di alcune scene (vedremo che anche in Italia la censura si occuperà proprio di questi due aspetti, chiedendo il taglio di alcune sequenze e vietandolo ai minori di 16 anni), il film divenne in realtà immediatamente – dopo la visione del primo girato, stando alla testimonianza dello stesso Nicholas Ray – un titolo di punta della Warner.
Il girato in bianco e nero – così il film era originariamente pensato – venne buttato, per passare al colore: nacque allora il mitico rosso della giacca di James Dean, rossa come il cappotto di Natalie Wood, quando si trova al commissariato.
Un passaggio importante, quello al colore, al pari del grande formato, capace di dare “verità eterna” al film, come ha scritto Peter von Bagh, proprio in occasione dell’anteprima del restauro alla XXVIII edizione del Cinema Ritrovato: “Il film traeva la propria verosimiglianza dalla ricerca antropologica, sempre cara a Nicholas Ray. Ma non avrebbe potuto conquistare il rango di verità eterna senza il CinemaScope (nel glorioso formato 2.55:1) e il colore”.
“Nessun altro film – prosegue Peter von Bagh – seppe addentrarsi così tanto nella tematica della gioventù moderna, fatta di creature fragili, tormentate e disorientate sulla soglia dell’età adulta. Il saggio del dottor Robert Lindner da cui fu tratto il film era sepolto negli archivi della Warner dal 1946 e fu ripescato proprio quando la tematica giovanile si stava facendo scottante.
I giovani attori trovarono nel regista un’anima affine che li capiva e che sapeva vedere nell’onore e nella dignità le caratteristiche salienti, già oltre la portata delle persone più anziane, della loro generazione. Il ritratto che Nicholas Ray fece di James Dean (e naturalmente di Natalie Wood e Sal Mineo) era plausibile e trattava con irriverenza i precetti dell’Actors Studio. Non a caso, contrariamente a Kazan e a Stevens, Ray fu il solo a non lamentarsi del carattere di James Dean”.
James Dean, “eroe baudelairiano”, secondo François Truffaut: “In lui i giovani d’oggi si ritrovano completamente, e più che per le ragioni che si citano di solito, violenza, sadismo, frenesia, malvagità, pessimismo e crudeltà, per altre infinitamente più semplici e quotidiane: pudore dei sentimenti, fantasia in ogni occasione, purezza morale senza rapporti con la morale corrente ma più rigorosa, gusto inestinguibile dell’adolescente per la competizione, ebbrezza, orgoglio e rimpianto di sentirsi fuori della società, rifiuto e desiderio di integrarsi e infine accettazione – o rifiuto – del mondo come è”.
Il Cinema Ritrovato. Al cinema: a Gioventù bruciata, seguirà, nel mese di dicembre, Tempi moderni, a conclusione di un 2014 che la Cineteca di Bologna e l’Association Chaplin hanno dedicato al Centenario del personaggio più popolare della storia del cinema, Charlot, nato nel 1914 dal genio di Charles Chaplin. Classici del cinema che ritrovano il grande schermo, l’incontro vivo con il pubblico di una sala cinematografica. Capolavori di ogni tempo (e senza tempo) che tornano a essere prime visioni, anche per le generazioni di oggi: perché è solo la visione collettiva davanti a un grande schermo che può recuperare, di questi film, l’autentica bellezza visiva, l’emozione dirompente e tutto il divertimento, il piacere, il brivido.
Il Cinema Ritrovato. Al Cinema
Classici restaurati in prima visione
Dal 6 novembre nelle sale italiane
GIOVENTÙ BRUCIATA (Rebel Without a cause, USA/1955) di Nicholas Ray (111’)
Versione originale inglese con sottotitoli italiani
Restauro realizzato da Warner Bros. in collaborazione con The Film Foundation, grazie al contributo di Gucci e The Film Foundation
Soggetto: Nicholas Ray, dal saggio omonimo di Robert Lindner
Sceneggiatura: Stewart Stern, Irving Schulmann
Fotografia: Ernest Haller
Montaggio: William H. Ziegler
Scenografia: Malcolm C. Bert
Musica: Leonard Rosenman
Interpreti: James Dean (Jim), Natalie Wood (Judy), Sal Mineo (‘Plato’), Jim Backus (Frank), Ann Doran (Carol), Corey Allen (Buzz), William Hopper (padre di Judy), Rochelle Hudson (madre di Judy), Dennis Hopper (Goon)
Andrea Ravagnan
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