NOTTE ITALIANA
(Ita/1987) di Carlo Mazzacurati (93')
Soggetto e sceneggiatura: Franco Bernini, Carlo Mazzacurati. Fotografia: Agostino Castiglioni. Montaggio: Mirco Garrone. Scenografia: Giancarlo Basili, Leonardo Scarpa. Musica: Fiorenzo Carpi. Interpreti: Marco Messeri (Otello Morsiani), Giulia Boschi (Daria), Remo Remotti (Italo), Tino Carraro (Melandri), Memè Perlini (Checco), Mario Adorf (Tornova), Silvana De Santis (padrona della locanda), Antonio Petrocelli (Paschero), Gemelli Ruggeri (geometri), Roberto Citran (Gabor). Produzione: Angelo Barbagallo, Nanni Moretti per Sacher Film, Rai. Durata: 93'
Precede il backstage del film a cura di Mario Canale
Introducono Luciano Manzalini, Roberto Citran e Patrizia Piccinini
Notte italiana è un film senza errori, che dà più di quel che promette, piccolo ma ben confezionato e nel senso migliore del termine. [...] I meriti della buona riuscita del film di Mazzacurati vanno equamente divisi fra regia e produzione o meglio nascono dall'equilibrio fra l'una e l'altra. Da parte della produzione, se le parti si possono dividere, un cast indovinatissimo anche nelle zone marginali, un set mai troppo povero ma nemmeno sprecone. Da parte del regista la capacità di scegliere e di scrivere un soggetto misurato, partecipato, a portata di mano e di macchina. Italia, Bassa padana, acqua e terra del Delta: un paesaggio già molte volte percorso dal cinema (c'è stato perfino un programma tv di Giuseppe Bertolucci che ricordava tutti i film girati da quelle parti), ma non per questo chiuso a nuove utilizzazioni: gli americani hanno girato per quarant'anni i loro western sempre negli stessi posti. In ogni caso Mazzacurati, pur essendo di formazione cineclubistica, non va a citazioni e ricalchi.
Il suo protagonista - un avvocato padovano interpretato con garbo e ironia da Marco Messeri - non è, finalmente, un cinefilo ma è proprio un cinofilo, ha un bellissimo cagnone bianco che deve portare in pensione quando viene incaricato di fare una perizia su certi terreni del delta del Po destinati a essere inclusi in un parco naturale. Si trasferisce dunque lì, in una pensioncina di campagna, ed entra in contatto con i personaggi del luogo. Un benzinaio simpaticone (Remo Remotti) e sua figlia, bellissima ma poco incline a dar confidenza (Giulia Boschi). Un piccolo industriale locale (Mario Adorf) e una locandiera ficcanaso (Silvana De Santis). E poi uno zingaro, un punk che suona il liscio nelle balere, due buffi geometri (i gemelli Ruggeri). L'avvocato si mette al lavoro e incominciano ad arrivargli le offerte: ritoccare una stima, modificare un confine... ma lui è uno di quelli che 'non sanno vivere', detti anche gli onesti, specie in estinzione come gli aironi e le folaghe della zona, e questo non gli semplificherà le cose. Ma una delle qualità del film è di non rincorrere subito la sua trama, e di prendere invece tempo a farci conoscere bene i suoi personaggi e ambienti. Più che una storia, seguiamo allusioni, elementi ricorrenti (un'auto che ha sempre qualche guaio) ci accorgiamo che ogni tanto si può anche ridere e lo facciamo volentieri. Scopriamo una microsocietà e un'epoca, anzi due: gli anni Sessanta in cui da quelle terre si estraeva metano senza alcun riguardo geologico e gli anni Ottanta in cui assessori (Tino Carraro) e architetti (Memè Perlini) progettano parchi naturali ma perseguendo sempre lo stesso fine, mettersi in tasca dei soldi e coprirsi a vicenda. Poiché il film diventa un giallo con delitti, appunto, molto italiani: non tanto cadaveri e sangue quanto intrallazzi, tangenti, piccole e grandi ruberie, una storia di metano, polli, macchinari clandestini, materie prime dell'economia sommersa. E un po' di moralismo c'è, in tutto questo, ma, all'opposto che nei film di Moretti, esso si riscatta per essere misurato invece che radicalizzato, e distribuito su una collettività invece che su personaggi emblematici. E tuttavia il film resta migliore nella prima ora, più rilassata e descrittiva, che nel finale drammatico: il che significa anche che la sua sostanza cinematografica è buona e non ha bisogno di proteggersi con le suggestioni della trama e i compiacimenti della denuncia.
(Alberto Farassino)
precede (ore 21.20)
Quattro passi fra le raccolte civiche con Eugenio Riccòmini
SEDENDO E MIRANDO
Le Stanze Paese, Collezioni Comunali d'Arte e Museo internazionale e biblioteca della musica
Presenta Eugenio Riccòmini
In collaborazione con Istituzione Bologna Musei e Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici per le Provincie di Bologna, Modena e Reggio Emilia
Tariffe:
Ingresso libero
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