THE SPIRIT OF ’45
(GB/2013) di K. Loach (94')
Regia: Ken Loach. Fotografia: Steven Standen. Montaggio: Jonathan Morris. Musica: George Fenton. Ricerche: Izzy Charman. Archivi cinematografici: Jim Anderson. Produzione: Rebecca O'Brian, Kate Ogborn, Lisa Marie Russo per Sixteen Films, Fly Film. Durata: 94'
Copia proveniente da BIM
precede
Omaggio a Cesare Malservisi
Nelle bellissime immagini di The Spirit of '45 che riguardano gli anni Trenta ci sembra di veder aggirarsi Orwell (o perfino gli eroi del primo Cronin o di Priestley) e in quelle degli anni del dopoguerra è possibile ritrovare molto di noi stessi negli stessi anni, nelle facce e negli ambienti e nelle manifestazioni proletarie. Ma non abbiamo memoria di comparabili scene di esultanza per l'inattesa sconfitta elettorale dei conservatori, e di uguale partecipazione a quelle riforme di cui il film offre un resoconto minuzioso e che vi furono, più contrastate, anche da noi. [...] Loach evoca quegli anni e quelle conquiste con una partecipazione evidente, e il film 'prende' e convince come non succede con gli altri suoi film da molti anni in qua, sminuiti dal bozzettismo buonista, dall'ansia di piacere. (Eppure, alla lunga, anche ai film di Loach va riconosciuta una funzione di rilievo, negli anni della Thatcher e del liberismo sfrenato, di cui il miglior narratore e il più lucido è stato Mike Leigh). Oggi, di fronte al fallimento pieno di quel modello, Loach ha continuato a mostrare l'altra parte della società, quella dei non vincenti, dei precari, degli emarginati, ma è solo con questo film che il suo cinema sembra farsi infine 'cinema politico' e non sentimentale. [...] La logica che presiede questo film dovrebbero acquisirla anche i nostri giovani registi denunciatori faciloni e i documentaristi senza profondità. Il proletariato è stato sconfitto dal benessere e dai media, e grande è la confusione in cui ci muoviamo, ma proprio per questo il nostro cinema e la nostra società hanno un assoluto bisogno di riflessione storica e di analisi serrate, di conoscenza e di pedagogia, e non hanno bisogno di divi e divetti, capi e capetti, ma di saper ascoltare, studiare, proporre.
(Goffredo Fofi)
La Seconda guerra mondiale è stata una lotta, forse la più importante lotta collettiva che la Gran Bretagna abbia mai vissuto. Mentre altri popoli, come per esempio quello russo, compivano sacrifici più grandi, la determinazione a costruire un mondo migliore era fortemente sentita nel Regno Unito come in tutti gli altri paesi. Eravamo tutti decisi a non permettere mai più che le nostre vite venissero sfregiate da povertà e disoccupazione e dall'ascesa del fascismo. Avevamo vinto la guerra tutti insieme e tutti insieme avremmo potuto conquistare la pace. Se eravamo stati in grado di pianificare delle campagne militari, non saremmo forse stati capaci di progettare la costruzione di case, l'istituzione di un servizio nazionale di assistenza sanitaria, la creazione di un sistema di trasporti e la fabbricazione dei beni di cui avevamo bisogno per la ricostruzione? L'idea centrale era la condivisione della proprietà in modo che tutti potessero trarre beneficio dalla produzione e dai servizi. Nessuna élite si sarebbe arricchita a discapito di tutti gli altri. Era un'idea nobile, popolare e acclamata dalla maggioranza della popolazione. Era lo spirito del 1945. Forse oggi è il momento di ricordarsene.
(Ken Loach)
Tariffe:
Ingresso libero