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CABARET

(USA/1972) di Bob Fosse (124')

Regia: Bob Fosse. Soggetto: dall'omonimo musical di Joe Masteroff, ispirato all'opera teatrale I Am a Camera di John Van Druten e ai racconti Berlin Stories di Christopher Isherwood. Sceneggiatura: Jay Presson Allen, Hugh Wheeler. Fotografia: Geoffrey Unsworth. Montaggio: David Bretherton. Scenografia: Rolf Zehetbauer. Costumi: Charlotte Flemming. Coreografia: Bob Fosse. Interpreti: Liza Minnelli (Sally Bowles), Michael York (Brian Roberts), Helmut Griem (Maximilian von Heute), Marisa Berenson (Natalia Landauer), Fritz Wepper (Fritz Wendel), Joel Grey (maestro di cerimonie). Produzione: Cy Feuer per Allied Artists/ABC. Durata: 124'


Oggi, a più di trent'anni di distanza dalla sua prima apparizione, possiamo comprendere meglio il senso più profondo di Cabaret, un film che ha fortemente anticipato certi temi un poco nascosti nel dibattito su Hitler, Weimar, il primo nazismo. [...] Nell'anima tedesca che si manifesta a Weimar ci sono due entità solide e compatte, rese da Fosse con sorprendente rigore. C'è il cabaret, fortilizio liberale e libertino, hortus conclusus di una libido che si rende sociale e politica perché contiene tutto il sapore della sperimentazione weimariana [...]. Il cabaret è una realtà separata, lì non solo si gremisce il palcoscenico di corpi alternativi nei confronti di una realtà tedesca, gotica, protestante, puritana, calvinista, ma si offrono autentiche innovazioni fondate sull'eros e sul gioco. [...]
L'altro fortilizio è una serena trattoria di campagna, resa dolcissima da un sole complice, lontanissima da Otto Dix e dai suoi torvi emblemi, erede diretta, invece, della placida compattezza sorniona dello stile Biedermeier. [...] Forse, l'onestà ideologica di Fosse, e la sua capacità di resa poetica, gli hanno consentito di creare una diagnosi politica fondandosi su una sintesi iconografica. E nasce, proprio dall'inequivocabile contrapporsi dei due fortini, una domanda: poteva salvarsi Weimar? Oppure le cupe esibizioni cabarettistiche, pure intrise di intelligenza, sapore, coraggio, piacere dovevano comunque cedere nei confronti del sole Biedermeier della trattoria?
[...] Cabaret è un film che prende seriamente posizione, pur fra tanta allusiva eleganza, pur nell'eros liberato e onnipresente. Il film sembra dire che Weimar fu un esperimento lucido e creativo, fu un crogiolo che rise in faccia al demonio, fondando le proprie speranze sull'invenzione. Poi, però, prevalsero le cupe sperimentazioni demoniache del Doktor Faustus, ma Fosse ha il coraggio di contrapporre la festosa libido dei suoi giovani a quegli alambicchi infernali.

(Antonio Faeti)

 

Non si tratta di un musical tradizionale. Parte del suo successo deriva dal non cadere nel vecchio cliché del musical che deve far divertire lo spettatore. Invece di svilire la versione cinematografica alleggerendo il suo carico di disperazione, Bob Fosse è andato dritto al cuore oscuro della materia e vi è rimasto a sufficienza da guadagnarsi un Oscar come miglior regista. La storia ruota attorno a una delle più famose invenzioni letterarie del secolo, Sally Bowles, [...] portata magnificamente sullo schermo da Liza Minnelli, premiata con l'Oscar per l'interpretazione. [...] Sally è coinvolta in un triangolo amoroso con un giovane insegnante d'inglese (Michael York) e un barone (Helmut Griem), e non importa che questo triangolo non fosse presente nella versione teatrale: aiuta a delineare l'atmosfera di anarchia morale del film, ed è rimarcato dalla disperazione allo stato puro del cabaret. Qui i festeggiamenti sono condotti da un maestro di cerimonie (Joel Grey, in una performance che gli valse l'Oscar come miglior attore non protagonista) la cui determinazione nel far proseguire la festa, a qualunque costo, ha un'ossessività struggente. Quandola canzone Cabaret si conclude, comprendiamo per la prima volta che si non si tratta di un motivo felice ma disperato. Il contesto fa la differenza. Allo stesso modo, il contesto della Germania alla vigilia dell'ascesa al potere del nazismo rende l'intero musical un indimenticabile grido di disperazione.

(Roger Ebert)

Proiezioni:
Venerdì 18 luglio 2014
Piazza Maggiore
21.45
L'evento è parte di: Sotto le stelle del cinema
Lingua originale con sottotitoli Lingua originale con sottotitoli

Tariffe:

Ingresso libero

Dettagli sul luogo:

Documenti

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