LE BALLET MÉCANIQUE / WEEKEND WITH A CHAMPION
LE BALLET MÉCANIQUE
(Fra/1924) di Fernand Léger (19')
Partitura di George Antheil, eseguita dal vivo dall'ensemble Sentieri selvaggi diretto da Carlo Boccadoro
Regia: Fernand Léger. Fotografia: Dudley Murphy. Montaggio: Fernand Léger, Dudley Murphy. Musica: George Antheil. Interpreti: Kiki de Montparnasse, Katherine Murphy, Dudley Murphy. Durata: 19'
Copia proveniente da Fondazione Cineteca di Bologna e EYE Filmmuseum
La storia dei film d'avanguardia è assai semplice. È una reazione diretta contro i film con sceneggiatura e attori. È la fantasia e il gioco opposti all'ordine commerciale degli altri. Non è tutto. È la rivincita dei pittori e dei poeti. [...] Il cinema mi faceva girare la testa. Nel 1923, avevo qualche amico nell'ambiente ed ero tanto attratto dalle pellicole che avevo rinunciato a dipingere. Tutto cominciò quando vidi i primi piani di La Roue di Abel Gance. [...] Qualunque cosa sia il Ballet mécanique lo scopo è evadere dalla medietà, liberarsi dei pesi morti che sono la ragion d'essere degli altri.Affrancarsi dagli elementi che non sono puramente cinematografici. Lasciare correre la fantasia con tutti i suoi rischi, creare l'avventura sullo schermo come essa si crea ogni giorno in pittura e in poesia.
(Fernand Léger)
La partitura originale di George Antheil richiedeva 16 pianoforti a rullo, un insieme di strumenti a percussione, due pianisti una sirena, eliche d'aereo e campanelli elettrici. Antheil descrisse il suo lavoro come "il primo brano di musica sulla terra scritto per delle macchine", il cui programma "dovrebbe essere cercato nello splendore mistico e barbarico della civiltà moderna". Nel 1952 Antheil produsse una revisione della sua opera per permetterne l'esecuzione a un'orchestra 'regolare'. L'organico di Sentieri selvaggi, per 4 pianoforti e percussioni (2 xilofoni, 1 glockenspiel, 5 timpani, 2 electric bells, 1 gong, 1 piatto, 1 tamburo militare, 1 triangolo, 1 wood block, 1 tenor drum, 1 gran cassa), prevede anche due motori d'aereo o, quanto meno, il loro suono.
WEEK-END WITH A CHAMPION
(GB/1972-2003) di Frank Simon e Roman Polanski (90')
Regia: Frank Simon, Roman Polanski. Fotografia: Bill Brayne, Pawel Edelman. Montaggio: Hervé de Luze, Shawn Tracey, Derek York. Interpreti: Jackie Stewart, Helen Stewart, Roman Polanski. Produzione: RP Productions. Durata: 90'
Nel 1971 Roman Polanski, grande appassionato di automobilismo, passò un week- end con Jackie Stewart, campione del mondo di Formula 1, durante il Gran Premio di Montecarlo che avrebbe poi vinto. Polanski ebbe un accesso privilegiato a Stewart, al suo entourage e a tutto il circuito. Il risultato è un documento di rara intimità su un atleta all'apice della sua gloria sportiva. Quarant'anni più tardi Polanski e Stewart si sono ritrovati per un epilogo in cui parlano con emozione e humour di uno sport che è cambiato radicalmente nel corso del tempo. Polanski ha inoltre rimaneggiato ampiamente l'opera originaria, rimontandola, tagliandola di quasi trenta minuti e integrandola con materiale d'archivio.
*/Mi interessavo molto di corse automobilistiche ed ero amico di Jackie, ci vedevamo spesso all'epoca. Ho fatto un film su un amico, su un grande campione e su un personaggio affascinante, già molto celebre, quasi una rock-star, una figura che ben rappresentava la libertà e la voglia di divertirsi degli anni Settanta. Jackie sa trasmettere all'interlocutore concetti molto tecnici in maniera semplice e chiara, la sua competenza s'esprime in modo appassionante. Nel film ci svela certi suoi segreti di guida, ciascun grande pilota ha i suoi, e cerca di tenerli per sé... La cinepresa era piccola, si girava in 16mm, ma restava comunque un oggetto ingombrante. L'abbiamo montata sulla sua macchina facendo solo un giro, per di più con la pioggia! E si vede quel che vedeva il pilota, ovvero molto poco, date le condizioni climatiche. Ma ci si rende ben conto dei rischi che correvano, soprattutto nel famoso tunnel di Montecarlo. Oggi è aperto su un lato e ben illuminato, ma all'epoca era un buco nero. Oggi sappiamo che tutti i piloti presenti nella scena in cui fanno la fila per stringere la mano al Principe di Monaco sarebbero morti in pista.
(Roman Polanski)
Tariffe:
Ingresso libero
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