TI RICORDI DI DOLLY BELL?
(Sjecaš li se Dolly Bell, Jugoslavia/1981) di Emir Kusturica
Regia: Emir Kusturica. Soggetto e sceneggiatura: Emir Kusturica, Abdulah Sidran. Fotografia: Vilko Filac, Milenko Uherka. Montaggio: Senija Ticic. Scenografia: Sulejman Bosnic, Kemal Hrustanovic, Ibro Hukara. Musica: Zoran Simjanovic. Interpreti: Slavko Štimac (Dino), Slobodan Aligrudic (il padre), Ljiljana Blagojevic (Dolly Bell), Mira Banjac (la madre), Pavle Vujisic (lo zio), Nada Pani (la zia), Boro Stjepanovic (Cvikeras). Produzione: Kinema Sarajevo, RO Forum, Sarajevo, SIZ za kinematografiju SR BiH, Sutjeska Film, TV Sarajevo, Union Film. Durata: 110' Leone d'oro alla 38° Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia (1981) Per gentile concessione di Film Center Sarajevo
Introduce Emir Kusturica
Kusturica, sottraendosi alle scorciatoie del realismo, isola una serie di elementi forti, ciascuno dei quali costituisce un blocco tematico cui affidare l'attendibilità del percorso à rebours. Il primo, e più evidente nella sua incisività a tratti quasi caricaturale, è la musica, strumento imprescindibile per i voli sulle ali della memoria proprio per la sua 'immorale' sensualità. Pur inquadrandosi in una goffa strategia di partito tutta tesa al recupero sociale dei giovani, la formazione del complessino rock coinvolge infatti un più ampio spettro storico-generazionale che fa da spia al fascino che l'Occidente esercita sul paese balcanico e sulle caute aperture, sia sul piano commerciale che su quello del costume, che il regime di Tito andava operando in quegli anni. "Era il periodo caratterizzato dalla fine della guerra fredda, dalla fine della divisione violenta. Della polarizzazione delle coscienze, il periodo in cui arrivavano dall'estero i primi dentifrici e mille altre piccole cose che inavvertitamente avevano iniziato a far parte della nostra vita quotidiana" - ha dichiarato il regista. "Allora ci rendemmo conto anche del fatto che la nostra economia andava riformata. L'esigenza e l'urgenza di una riforma venivano mascherate da un'inerzia storica; la mancata realizzazione dei piani economici veniva taciuta e dimenticata e si indirizzava l'attenzione della gente a canzoni come Ventiquattromila baci e ai nostri primi successi nella boxe [...]. Credo che Ti ricordi di Dolly Bell? Rappresenti una sorta di risposta al processo di occidentalizzazione della nostra cultura. Non credo che l'occidentalizzazione abbia distrutto certi tipi di valori, ma che li abbia influenzati [...]. La Jugoslavia è probabilmente il solo paese socialista che ha permesso al suo popolo di avere contatti con l'Occidente e i suoi prodotti. Cosa che è nello stesso tempo un bene e un male".
(Paolo Vecchi)
Il film presentava la strada come l'unica autentica scena di Sarajevo. Mostrava, come sul palmo di una mano, il dramma intatto e fin ad allora sconosciuto della periferia urbana. Inoltre, per la prima volta la popolazione sarajevese poteva identificarsi con ciò che vedeva sullo schermo, e gioire dell'immagine ingrandita della propria vita. La gente di Sarajevo era soprattutto felice di sapere che il suo dramma, i ritratti dei genitori, sorelle e fratelli, e la situazione esistenziale diventavano comprensibili in tutto il mondo, grazie alla proiezione di quel film. Così, come dopo una tempesta il mare ributta sulla spiaggia oggetti noti, attraverso quel film ecco che il tempo, in virtù di qualche prodigio, esponeva in modo infallibile agli occhi dei cittadini avvenimenti e oggetti illuminati da una luce più penetrante e del tutto nuova.
(Emir Kusturica)
In occasione dell'inaugurazione della mostra e della presentazione del volume Il Miracolo degli Occhi
Tariffe:
Ingresso libero
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