NEL GORGO DEL PECCATO
(Italia/1954) R.: Vittorio Cottafavi. D.: 87'. V. italiana
A partire dal melodramma, io creavo qualcosa di interiore, qualcosa di vero. Cercavo di riprendere col cinema l'anima, i sentimenti segreti. Io credo che l'obiettivo della macchina da presa sia più intelligente di noi che ce ne serviamo, e che, forse, può vedere, vede sicuramente all'interno dei personaggi più facilmente dell'occhio normale. (...) Queste storie di donne che andavano al delitto, al suicidio attraverso i loro rapporti con l'uomo, con la società, offrivano a volte una lieve possibilità di humour, legato a un sentimento affettuosoche nutrivo per i personaggi, un humour benevolo. Il melodramma ha regole molto strette. Non so dire se le rispettavo. Prima di tutto volevo, a partire da uno schema accettato dal pubblico italiano, interiorizzare la storia; non i dati della storia, bensì le reazioni di certi personaggi davanti ai dati del dramma. Le storie erano un po' idiote, eppure godevano di meccanismi garantiti dal risultato di altri film dello stesso genere.
Io non lottavo contro queste costrizioni. Nelle sceneggiature, le peripezie erano banali, era la partecipazione umana alla sofferenza. Tentavo di farlo soprattutto con i personaggi di donne: l'anima di una donna mi interessa di più, è più sensibile, più capace di penetrare il dolore, e in ogni caso più capace di arrivare nel dolore all'esasperazione totale.
(Vittorio Cottafavi, Entretien avec Vittorio Cottafavi, a cura di Bertrand Tavernier, "Positif", n. 100-101, dicembre 1968-gennaio 1969, tr. it. in L'avventurosa storia del cinema italiano raccontata dai suoi protagonisti 1935-1959, a cura di Franca Faldini e Goffredo Fofi, Feltrinelli, Milano, 1979)
Tariffe:
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