Martedì 30 giugno 200918.15
Cinema Lumière - Sala Scorsese

UNA DONNA HA UCCISO

(Italia/1952) R.: Vittorio Cottafavi. D.: 97'. V. italiana

[Cottafavi] soltanto nel 1951, due anni dopo lo "scandalo" della Fiamma che non si spegne, trovò in una piccola casa di produzione, la Novissima Film, la possibilità di girare con pochi mezzi, tra non poche difficoltà finanziarie e tecniche, lavorando in ultimo soltanto la domenica con gli spezzoni di pellicola che via via gli erano messi a disposizione, Una donna ha ucciso, un film minore che segna tuttavia la ripresa della sua attività registica ed è il primo di una serie di opere melodrammatiche che, insieme a Traviata '53 (1953), In amore si pecca in due (1953), Nel gorgo del peccato (1954) e Una donna libera (1954), costituiscono una sorta di pentalogia sulla condizione della donna nella società contemporanea e sui problemi morali e sociali ad essa connessi. Il soggetto di Una donna ha ucciso, basato su un fatto di cronaca nera dell'immediato dopoguerra, che vide protagonista una donna italiana che uccise per amore il suo amante inglese nei mesi dell'occupazione alleata, fu rielaborato dallo stesso Cottafavi in collaborazione con Siro Angeli e Giorgio Capitani. L'idea di farne un film era del produttore, che proprio allora aveva acquistato i diritti dell'autobiografia di questa donna appena uscita dal carcere, graziata; e si proponeva di sfruttarne gli elementi melodrammatici e passionali in un momento in cui, ad esempio, il cinema di Raffaello Matarazzo stava ottenendo un successo veramente eccezionale (...).
Il risvolto realistico e "zavattiniano" dell'opera è accentuato dal fatto che questa donna appare nel prologo e nell'epilogo quasi a inquadrare la storia del suo assassinio e a darne una valutazione morale. (...) Chiuso in questi limiti moralistici e quasi pedagogici, il film si sviluppa secondo i moduli del romanzo d'appendice, con un impianto fortemente realistico e al tempo stesso chiaramente melodrammatico.
Forse fu questa struttura drammaturgica, alquanto inconsueta, a disorientare il pubblico, che riservò al film un'accoglienza fredda. (...) Ma l'importanza di Una donna ha ucciso risiede nel suo essere la prima  opera di quella pentalogia sulla condizione della donna nella società contemporanea (...). Ed è la questione femminile, e più in generale i problemi della coppia, in un'ottica spiritualistica e accentuatamente moralistica in senso alquanto antitradizionale, con un taglio problematico per certi versi provocatorio, a costituire l'asse portante di un più generale discorso sui rapporti interpersonali in una società dominata dagli egoismi, dai soprusi, dalla violenza psicologica, dai condizionamenti morali e culturali. Il melodramma, il romanzo d'appendice, la storia "fumettistica", il dramma popolare - sempre controllati tuttavia, nei limiti delle reali possibilità tecnico-artistiche, da un vigile senso della forma e da una continua ricerca della giusta dimensione spettacolare da dare alle storie e ai personaggi, agli ambienti e ai fatti - furono i generi e i modelli che Cottafavi seguì e applicò, nel tentativo non soltanto di giungere a una più vasta udienza popolare (...), ma anche di sperimentare una vasta gamma di possibilità espressive, secondo la strada maestra d'un cinema inteso come arte di massa, erede diretto della grande letteratura romanzesca popolare dell'Ottocento e del melodramma italiano, da Rossini a Puccini.
(Gianni Rondolino, Vittorio Cottafavi cinema e televisione, Cappelli Editore, Bologna 1980)

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L'evento è parte di:
Il Cinema Ritrovato
  Vittorio Cottafavi
Dettagli sul luogo:
Piazzetta Pier Paolo Pasolini (ingresso via Azzo Gardino 65)

Numero posti: 144
Aria condizionata
Accesso e servizi per disabili
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Tel. 0512195311