I CENTO CAVALIERI

(Italia-Spagna-Germania/1964) R.: Vittorio Cottafavi. D.: 115'. V. italiana

Presentato a Cannes, al di fuori di ogni manifestazione ufficiale, davanti ad un pubblico di una dozzina di persone, essenzialmente composto da amici di Cottafavi (tra cui Freda e Pasolini), I cento cavalieri brillarono, come è giusto, di una luminosità superiore a quella di molti film in concorso. (...) Narrato alla maniera di una cronaca insieme spettacolare e ironica, il film si ripropone di descrivere, senza magniloquenza ma con uno spirito di autentica serietà, il meccanismo stesso del collaborazionismo e della Resistenza, precisamente in ciò che queste nozioni possono avere di universale: così le immagini possiedono con assoluta naturalezza il carattere di una favola esemplare. Quello che è appassionante nello stile di Cottafavi, e che ce lo rende prezioso, è la volontà che manifesta qui, in modo ancora più evidente rispetto all'eccellente Ercole alla conquista di Atlantide, di fare un cinema popolare e responsabile: la raffinatezza della forma, la bellezza plastica dei movimenti e dei colori, la felicità costante della narrazione non sono fini a se stessi, ma il veicolo perfettamente adeguato di una sorta di idea umanista che l'autore non perde mai di vista; è grazie a questa esigenza costantemente e felicemente alimentata che questo bellissimo film occupa un ruolo eccezionale, a mezza via tra cinema di intrattenimento e cinema impegnato: I cento cavalieri è dunque uno dei rari film di avventure storiche che senza errori può essere definito "moderno". Basterebbe a offrirne la prova un elemento fondamentale: l'importanza che qui viene accordata alla parola, alle deliberazioni, agli scontri intellettuali. Per una volta, l'azione non significa esplosione di violenza gratuita che sacrifica unicamente alle esigenze del genere ma il risultato visibile di decisioni di ordine morale e politico: il film costruito molto consapevolmente sull'alternanza di lunghi dialoghi e di azioni deliberate che ne derivano. Una rimarchevole interpretazione (di Wolfgang Preiss, Arnoldo Foà, Antonella Lualdi, senza dimenticare il famoso nano-mascotte dell'autore) contribuisce all'equilibrio di quest'opera coraggiosa e riuscita: I cento cavalieri è senza dubbio, con Il taglio del bosco (girato per la televisione, con Gian Maria Volonté e autentici boscaioli, da una novella di Cassola), le opere più giuste e forti che Cottafavi abbia realizzato fino ad oggi.
(Jean-André Fieschi, P.-S. À Cannes: Le cent cavaliers, "Cahiers du cinéma", n. 180, luglio 1966)

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L'evento è parte di:
Il Cinema Ritrovato
  Vittorio Cottafavi
Dettagli sul luogo:
via delle Lame, 57
Numero posti: 450
Aria condizionata
Accesso disabili
Tel. 051 522285