IL BUONO IL BRUTTO E IL CATTIVO

(Italia/1966) R.: Sergio Leone. Int.: Clint Eastwood, Eli Wallach, Lee Van Cleef.. D.: 161'. V. italiana 

Prima mondiale del restauro realizzato dalla Cineteca di Bologna e da CSC-Cineteca Nazionale, con il sostegno di SKY e della famiglia Leone, e grazie alla collaborazione del produttore Alberto Grimaldi

Alla presenza di Raffaella, Francesca e Andrea Leone (figli di Sergio)

Volevo mostrare l'imbecillità umana in un film picaresco insieme alla realtà della guerra. Da qualche parte ho letto che nei campi sudisti, come quello di Andersonville, morirono 120.000 persone. E non ignoravo che c'erano campi anche al Nord. Sappiamo sempre tutto dei comportamenti infami dei perdenti, mai di quelli dei vincitori. Così decisi di mostrare lo sterminio in un campo nordista. Agli americani questo non piacque... La guerra civile americana è un soggetto quasi tabù, perché la sua realtà è folle e incredibile. Ma la vera storia degli Stati Uniti è stata costruita su una violenza che né la letteratura né il cinema avevano mai mostrato come si deve.
Personalmente tendo sempre a contrastare la versione ufficiale degli eventi - senza dubbio questo si deve al fatto che sono cresciuto sotto il fascismo. Ho visto in prima persona come si possa manipolare la storia, per cui metto sempre in dubbio quello che viene divulgato. Per me è diventato un riflesso incondizionato.
(Sergio Leone, in Noël Simsolo, Conversations avec Sergio Leone, Stock, Parigi, 1987)

Lo spirito di Il buono, il brutto, il cattivo era particolarmente eretico. Non esiste alcun riferimento morale nel film di Leone - solo un sacco di polvere. La guerra civile è qualcosa di veramente orribile che avviene sullo sfondo, ed è la scena in cui si svolgono - e in una certa misura si possono giudicare - le avventure surreali dei personaggi principali. È la guerra di qualcun altro, come doveva essere sembrata la seconda guerra mondiale al Leone che, adolescente, cresceva a Roma. La si vede riflessa in un gruppo di antieroi che guardano l'idealismo con lo stesso sospetto che riservano alla retorica; anche qui, come Leone durante i compromessi politici dell'Italia nell'immediato dopoguerra. La guerra civile non è un'aberrazione, un ostacolo alla lunga marcia del progresso: al contrario, nel film di Leone essa contiene i germi della "legge del taglione" che l'avrebbe seguita nel selvaggio West.
(Sergio Leone. Danzando con la morte, Editrice Il Castoro, Milano 2002)

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Il Cinema Ritrovato
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