ANNI DIFFICILI
(Italia/1948) R.: Luigi Zampa. Int.: Umberto Spadaro, Massimo Girotti, Ave Ninchi. D.: 113'
Restauro promosso da Cineteca di Bologna, Fondazione Cineteca Italiana di Milano e Museo Nazionale del Cinema di Torino
Presenta Pietro Briguglio (figlio del produttore del film)
Il vecchio con gli stivali apparve nel 1944 nella rivista "Aretusa", mentre il Nord era ancora sotto i tedeschi e i capi del neofascismo, che avrebbero trovato la morte nell'estate del 1945, erano ancora vivi.
Nella sceneggiatura il racconto si è arricchito di personaggi ed episodi; attraverso un figlio, che è richiamato alle armi in tutte le occasioni e muore nel '43 in vista della propria casa, è intervenuto un motivo quasi tragico. La figlia di Piscitello è diventata una dannunziana sul modello della ragazza di un altro mio racconto, Singolare avventura di Francesco Maria. Nello stesso tempo la commedia del costume, nella quale principalmente consiste la storia dei vent'anni, almeno secondo me, è diventata più pittoresca.
Nella riduzione cinematografica, ho lavorato assiduamente insieme a quello sceneggiatore straordinario che è Sergio Amidei. Zampa ha avuto molte fortune, se fortune si possono chiamare le occasioni procurate dal proprio ingegno: un attore principale di gran forza, Umberto Spadaro le cui migliori qualità erano rimaste sconosciute fino ad ora e una bella città, Modica, oltre a un infinito numero di altri attori, fra cui Girotti, la Ninchi, Giovanni Grasso, e molti privati cittadini trasformatisi ottimamente in federali, ispettori, spie ecc. Ma, come ripeto, la sua fortuna principale è quella che sempre l'accompagna, cioè la sua stessa genialità.
Io spero che la commedia del costume non sia presa come un'accusa agli Italiani, ma piuttosto come una confessione comune, perché anch'io a quella commedia partecipai... Ridere dei propri difetti è la migliore virtù dei popoli civili; anzi, dirò di più: il segno più chiaro della civiltà di un popolo è il fatto che esso non lascia agli altri la prerogativa di mettere a nudo i suoi difetti. Nessuno è in grado di ridere di una persona o di un popolo che sa ridere di sé. Quando il fascismo voleva accusare l'Inghilterra, non trovava di meglio che citare le accuse degli stessi scrittori inglesi: e non s'accorgeva che, citando quegli scrittori, metteva in rilievo, più che i difetti censurati, la lealtà, il coraggio di censurare se stessi. Così l'arma, adoperata dallo straniero, si rivolge contro chi l'adopera.
(Vitaliano Brancati, Almanacco del cinema italiano, 1948)
Tariffe:
Ingresso libero