FUOCO!
(Italia/1968) R.: Gian Vittorio Baldi. D.: 87'
A seguire incontro con Gian Vittorio Baldi, assieme a Roberto Chiesi, autore della monografia + DVD edito dalla Cineteca
Ad André Labarthe che lo intervistò per i "Cahiers du cinéma", Gian Vittorio Baldi parlò di Fuoco! (che ha ideato, diretto e prodotto) come di "una ferita aperta". Infatti la rivolta del protagonista è un atto di disperazione pura, insieme assassina e suicida, tanto più tragica quanto rimane enigmatica e priva di spiegazioni fino alla fine. La violenza di Mario esplode all'improvviso nell'anonimo paesino laziale dove vive, quando l'uomo mitraglia la statua della Madonna durante una processione e poi si chiude in casa continuando a sparare contro chiunque si avvicini (ma facendo attenzione a non ferire nessuno). In realtà, nel miserabile appartamento che occupa con la moglie incinta e la figlioletta, c'è già stato un delitto (il cadavere della suocera viene scoperto dalla mdp solo dopo vari minuti) e alla fine ce ne sarà un altro, compiuto come un rituale di sacrificio. Mario non parla mai e le uniche informazioni sulla sua storia (è disoccupato, fino a quel momento era stato un mite) le desumiamo dalle parole dell'appuntato dei carabinieri che cerca ossessivamente di convincerlo a deporre le armi e ad arrendersi, insistendo con ambigua gentilezza per un giorno e una notte.
Girato in presa diretta, in piani-sequenza che seguono con vivido distacco i movimenti inquieti, le reazioni violente e gli oscuri malesseri fisici dell'uomo sotto assedio, il film racchiude quasi tutti i lineamenti tematici e stilistici del cinema di Baldi: la dimensione claustrofobica dell'esistenza dei personaggi, la loro marginalità sociale ed esistenziale (già dominante nel lungometraggio d'esordio, Luciano, 1962, e in cortometraggi quali Via dei Cessati spiriti, 1959; La casa delle vedove, 1960; Il bar di Gigi, 1961; Ritratto di Pina, 1961, come in tutti i film successivi fino a Nevrijeme - Il temporale, 1999), la follia come chiave di volta dell'individuo, la sgradevolezza senza concessione (ma anche senza compiacimento) di ciò che vediamo; una forma di simulazione documentaria dove la mdp diviene un altro personaggio, onnipresente e silenzioso.
Presentato alla Mostra di Venezia del 1968 con altre due produzioni della IDI (la società di Baldi), Cronaca di Anna Magdalena Bach di Straub- Huillet e Diario di una schizofrenica di Nelo Risi, Fuoco! divenne uno dei film emblematici del '68 (anche se in realtà l'autore lo aveva concepito nel 1961, quando si verificò un caso di cronaca analogo a quello descritto dal film). Nel 2008 è stato restaurato dalla Cineteca di Bologna con il laboratorio L'Immagine Ritrovata e presentato nuovamente a Venezia.
(Roberto Chiesi)
Tariffe:
Numero posti: 144
Aria condizionata
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