A GENTLEMAN OF PARIS
(USA/1927) R.: Harry d'Abbadie d'Arrast. D.: 65'. Did. inglesi
Accompagnamento al piano di Antonio Coppola
Harry d'Abbadie d'Arrast fu consulente parigino per A Woman of Paris (La donna di Parigi) e assistente alla regia per The Gold Rush (La febbre dell'oro). Non è irragionevole dunque collocare i suoi successivi film come regista nel solco della scuola chapliniana, in particolare nella sua variante lubitschiana he proprio da Woman of Paris trae origine. Il titolo stesso di questo suo secondo lungometraggio sembra suggerire l'idea dello spinoff. Anche se, per me, la caustica celebrazione delle baldorie e dei misfatti di un ricco mascalzone (Adolphe Menjou) e la vendetta del suo cameriere (Nicholas Soussanin) fanno pensare piuttosto a Stroheim, in particolare per la meticolosa cura nei dettagli, per quanto qui gli incroci fatali vengano presi molto più alla leggera. Ma probabilmente il riferimento più congruo è quello letterario. Qui il nome da citare è Schnitzler (attraverso il romanzo del 1904 e il lavoro teatrale di Roy Horniman nel 1908, aggiornati dalle secche didascalie di Herman J. Mankiewicz), così come l'allegria forzata e la ricchezza maledetta del successivo Laughter rimanderanno, con la mediazione di Donald Ogden Stewart, a Francis Scott Fitzgerald.
(Jonathan Rosenbaum)
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