EASY VIRTUE

(Fragile virtù, Gb/1927) R.: Alfred Hitchcock. D.: 70'

T. it.: Fragile virtù. Sog.: dall'opera teatrale omonima di Noël Coward. Scen.: Eliot Stannard. F.: Claude McDonnell. M.: Ivor Montagu. Scgf.: Clifford Pember. Int.: Isabel Jeans (Larita Filton), Robin Irvine (John Whittaker), Franklin Dyall (Aubrey Filton), Ian Hunter (avvocato dell'accusa), Violet Farebrother (madre di John), Frank Elliot (il colonnello Whittaker), Dorothy Boyd (Sarah), Benita Hume (centralinista). Prod.: C.M. Woolf, Michael Balcon per Gainsborough Pictures. 35mm. D.: 70' a 20 f/s Bn. Didascalie inglesi / English intertitles
Da: BFI National Archive per concessione di Park Circus
Restaurato da BFI National Archive in associazione con ITV Studios Global Entertainment e Park Circus Films / Restored by BFI National Archive in association with ITV Studios Global Entertainment and Park Circus Films. Restauro finanziato da The American Friends of the BFI, The John S Cohen Foundation, Deluxe 142, The Idlewild Trust e numerose società cinematografiche inglesi / Restoration funding provided by The American Friends of the BFI, The John S Cohen Foundation, Deluxe 142, The Idlewild Trust and numerous film societies across the UK

 

Nel numero di "Picturegoer" del luglio 1927 un fotomontaggio pubblicizza così il prossimo film di Hitchcock adattato dal dramma Easy Virtue: "Portare al cinema un'opera di Noël Coward è un'ardua impresa - Hitchcock ci è riuscito!". Tutta la critica lodò l'agile adattamento di Eliot Stannard, mentore di Hitchcock nonché sceneggiatore di tutti i suoi primi film.
Era una bella sfida. Nel dramma sociale di Coward il nome dell'eroina è già infangato prima che l'azione cominci, e solo dopo ne vengono spiegate le cause. Una simile struttura, basata sul dialogo e dunque consona al teatro, nel cinema muto risultava macchinosa. Stannard riorganizzò cronologicamente Easy Virtue: il film si apre con il drammatico processo che conclude l'opera di Coward. Si scopre così l'antefatto che ha portato il marito di Larita Filton a chiedere il divorzio con l'accusa di adulterio. Si svelano gli atteggiamenti dei magistrati, superficiali e insensibili, e della stampa, riduttiva e calunniosa. Le riviste del settore esortarono i gestori delle sale a mettere in risalto Isabel Jeans, attrice ormai affermata della Gainsborough e nota soprattutto per il ruolo di vamp nella trilogia di The Rat. Charles Barr osserva che per molti versi le parabole discendenti di Roddy in Downhill e di Larita in Easy Virtue sono simili: lo scandalo perseguita i due personaggi da Londra al sud della Francia. Ancora una volta la ‘buona società' è ostile ai perdenti.
Con Easy Virtue Hitchcock si fece ancora una volta notare, superando se stesso. Come in The Pleasure Garden e in Champagne, il film si apre con un'innovativa scena da maestro, per la quale fu usato un monocolo gigantesco con uno specchio al posto del vetro per riflettere l'attore posizionato dietro la macchina da presa e produrre così un primo piano dell'avvocato perfettamente contenuto dentro la lente. Altra scena straordinaria è quella della proposta di matrimonio di John, nella quale l'azione cruciale viene mostrata solo attraverso le espressioni facciali della centralinista che ascolta la conversazione: un tipo di espediente prediletto da Hitchcock. Altrettanto memorabile è la scena in cui Larita si presenta provocante e spavalda in cima alle scale con un vestito a strascico e un ventaglio di piume di struzzo, a incarnare la donna di fragile virtù che i suoi detrattori hanno sempre voluto vedere in lei. Pare che alla prima del film questa scena avesse scatenato gli applausi.

 

Easy Virtue sopravvive solo in alcune copie di proiezione 16mm più o meno identiche, tutte di scarsissima qualità e notevolmente accorciate. La durata originale del film era di 2638 metri, corrispondenti a circa 94 minuti a seconda della velocità di proiezione. Ne sono rimasti solo 1940 metri, 70 minuti. Il problema principale è la qualità originale dell'immagine, che a causa delle molte ristampe ha una scarsa risoluzione. Basandosi su materiali così limitati, il restauro si è concentrato sul miglioramento della qualità, minimizzando i graffi e i danni, e sul rifacimento delle didascalie.


Bryony Dixon

 

In "Picturegoer" of July 1927 a photomontage advertises the coming attraction of Hitchcock's adaptation of the stage play Easy Virtue with the caption; "Screening a Noël Coward play sounds rather difficult - Mr Hitchcock has just done it!" In fact all of the trade reviews focused on the clever adaptation by Eliot Stannard, Hitchcock's scriptwriter/mentor for all of his early films.
It was a challenge. In Coward's play the blackening of the heroine's name has already happened before the action starts, with the explanation of how and why coming later. This structure, natural in dialogue-driven theatre, was cumbersome in silent cinema. Stannard rearranged chronologically
Easy Virtue, and so the film begins with the dramatic court case that ends Coward's play. This reveals the backstory to the proceedings, in which Larita Filton is being sued for divorce by her husband on the grounds of adultery. It shows the attitudes of the judiciary, which is shallow and unsympathetic, and of the press, which is reductive and slanderous. The trade reviews exhorted the cinema owner to publicise Isabel Jeans. Jeans was an established lead of the Gainsborough studio - most closely associated with glamorous vamp roles from the three The Rat films. Charles Barr points out that in many ways the characters of Novello's Roddy in Downhill and Jeans' Larita in Easy Virtue are on similar downward trajectories: pursued by scandal from London high society to the south of France. Again ‘society'is unforgiving and hostile to the outsider.
Hitchcock's own contribution didn't go unnoticed - he excels himself in
Easy Virtue. As he had in The Pleasure Garden and Champagne, he opens the film with an innovative trick shot. A giant mock-up with mirrors was used for the shot of the judge looking through his monocle, reflecting the actor standing behind the camera leading into a perfectly matched close-up of the prosecuting counsel. Impressive too is the scene where John proposes to Larita, in which - in another Hitchcock favourite device - the crucial action is shown only in the facial expressions of the telephone operator as she listens in to their conversation. Finally, he creates a memorable climax, with the defiant Larita making a grand entrance at the top of the staircase, provocatively dressed in a slinky gown and ostrich feather fan - just like the woman of ‘easy virtue' her critics always thought her. This delicious movie moment apparently elicited a spontaneous round of applause at the premiere.

 

Easy Virtue survives only in a number of more or less identical 16mm projection prints, all in very poor quality and considerably abridged. The original running time of the film was 2638 m. - amounting to approximately between 94 minutes depending on running speed - what survives is equivalent to 1940 m. a mere 69 minutes. The biggest problem is the underlying picture quality which, thanks to much duplication, is lacking in resolution. Working from such limited material, the restoration worked to improve quality and to minimise scratches and damage and remake the intertitles.

Bryony Dixon

Dettagli sul luogo:
Via Marconi, 14
Numero posti: 362
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Info: 051224605