Lunedì 30 giugno 201421.45
Cinema Lumière - Sala Scorsese

TONARI NO YAE-CHAN

(Giappone/1934) R.: Yasujiro Shimazu. D.: 76'. V. giapponese 

[La nostra vicina Miss Yae]  T. int.: Our Neighbour, Miss Yae Sog., Scen.: Yasujiro Shimazu. F.: Takashi Kuwabara. Int.: Yukichi Iwata (Shosaku Hattori), Choko Iida (Hamako), Yumeko Aizome (Yaeko), Yoshiko Okada (Kyoko), Ryotaro Mizushima (Ikuzo Arami), Fumiko Nakinureta haru no onna yo  Katsuragi (Matsuko), Den Obinata (Keitaro), Akio Isono (Seiji), Sanae Takasugi (Etsuko Manabe). Prod.: Shochiku
35mm. D.: 76'. Bn. Versione giapponese con sottotitoli inglesi / Japanese version with English subtitles  
Da: National Film Center - the National Museum of Modern Art, Tokyo 
La copia è stata stampata da un controtipo negativo sonoro 35mm ricavato da una copia 35mm presente nelle collezioni del National Film Center stampata nel 1955 dai negativi originali su supporto nitrato allora in possesso della Shochiku / The print was struck from a 35mm dupe negative with sound duplicated from a 35mm print in our collection, which had been transferred in 1955 from the nitrate original negatives owned by Shochiku at that time 


Yasujiro Shimazu, pioniere del gendaigeki (film d'ambientazione moderna) e autore di quel Joriku daiippo (Primi passi sulla terra ferma, 1932) che è stato proiettato nella prima parte di questa retrospettiva, nel 2012, è una figura ancora largamente misconosciuta del cinema giapponese degli anni Trenta. Negli anni Venti, quando lavorava negli studios di Tokyo della Shochiku, a Kamata, su incoraggiamento del direttore Shiro Kido iniziò a girare commedie brillanti d'ambientazione moderna come Chichi (Padre, 1923) e Nichiyobi (Domenica, 1924). Questi film prefiguravano lo shomingeki, genere dedicato alla rappresentazione realistica della vita quotidiana delle classi popolari che era destinato a diventare la specialità della Shochiku e che avrebbe visto i preziosi contributi di registi quali Yasujiro Ozu, Mikio Naruse e Keisuke Kinoshita. Shimazu non si limitò a collaborare all'evoluzione dello shomin-geki ma lo arricchì di "un realismo, un fervore e un senso dell'umorismo che lasciarono il segno in tutti i suoi allievi", tra i quali c'erano molti dei migliori cineasti del cinema classico giapponese.
La nostra vicina Miss Yae è considerato il film più rappresentativo di Shimazu e uno dei suoi migliori risultati nell'ambito dello shomin-geki degli anni Trenta. Il debole del regista per il melodramma dai toni sommessi e il suo talento nel fondere pathos e umorismo si esprimono alla perfezione in questa delicata indagine sulla vita familiare e sull'amore. Il tono e lo stile (la fissità della camera; l'attenzione per le risonanze negli spazi chiusi) invitano inevitabilmente al paragone con Ozu, e David Bordwell individua "molte idee prese a prestito da Sono nato, ma...". Ma lo stile di Shimazu, più libero e in un certo senso meno formale, ha un garbo tutto suo. Com'è proprio dello shomin-geki, il film crea personaggi che sono sia individui minuziosamente descritti, sia tipi rappresentativi della famiglia giapponese degli anni Trenta, permettendo agli spettatori di identificarsi fortemente con le loro esperienze e i loro sentimenti. Come scrive Mitsuyo Wada-Marciano, "si è formata una 'nuova' soggettività, e il film fa sì che il pubblico vi si riconosca". 

Alexander Jacoby e Johan Nordström

 

Yasujiro Shimazu, whose Joriku daiippo (First Steps Ashore, 1932) was shown in the first programme of this retrospective back in 2012, remains a lar-gely unsung hero of Japanese cinema in the 1930s, and one of the pioneers of the gendai-geki (film of contemporary life). In the 1920s, working at Shochiku's Tokyo studio in Kamata, he began, with the encouragement of studio head Shiro Kido, to realize light comedies with contemporary settings, among them Chichi (Father, 1923) and Nichiyobi (Sunday, 1924). These films prefigured the shomin-geki, the drama of the lower middle classes, which was to become Shochiku's speciality and to which such directors as Yasujiro Ozu, Mikio Naruse and Keisuke Kinoshita were to make distinguished contributions. Shimazu not only helped to shape the genre, but brought to it "a realism, warmth and humour that left their mark on all of his pupils" - who included many of the finest filmmakers in classical Japanese cinema.
Our Neighbour, Miss Yae is considered his representative work, and one of the major achievements of the 1930s shomin-geki. Shimazu's penchant for understated melodrama and his blending of humour and pathos are perfectly expressed in this delicate study of family life and romance. Both in tone and style (an often static camera; a focus on the resonances of interior spaces), comparisons with Ozu are almost inevitable, and David Bordwell finds "extensive borrowings from I Was Born, But". But Shimazu's looser, somewhat less formal style has its own distinctive pleasures. Typical of its genre, the film creates characters who are both meticulously detailed individuals and exemplary of the 1930s Japanese family as a whole, allowing viewers to identify closely with their experiences and feelings. As Mitsuyo Wada-Marciano writes, "a 'new' subjectivity has been formed, and the film renders the subjectivity as the audience's own". 

Alexander Jacoby and Johan Nordström

Lingua originale con sottotitoli Lingua originale con sottotitoli
Dettagli sul luogo:
Piazzetta Pier Paolo Pasolini (ingresso via Azzo Gardino 65)

Numero posti: 144
Aria condizionata
Accesso e servizi per disabili
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