Proiezioni:
Sabato 28 giugno 2014
Cinema Lumière - Sala Scorsese
21.45
Venerdì 4 luglio 2014
Cinema Lumière - Sala Scorsese
14.30

HITORI MUSUKO

(Figlio unico/The Only Son, Giappone/1936) 
R.: Yasujiro Ozu. D.: 82'. V. giapponese 

T. it.: Figlio unico. T. int.: The Only Son. Sog.: James Maki [Yasujiro Ozu]. Scen.: Masao Arata, Tadao Ikeda. F.: Shojiro Sugimoto. Scgf.: Tatsuo Hamada. Mus.: Senji Ito. Su.: Hideo Mohara, Eiichi Hasegawa. Int.: Choko Iida (Tsune Nonomiya), Shin'ichi Himori (Ryosuke Nonomiya), Masao Hayama (Ryosuke bambino), Yoshiko Tsubouchi (Sugiko), Mitsuko Yoshikawa (Otaka), Chishu Ryu (Okubo), Tomoko Naniwa (moglie di Okubo), Bakudan-kozo (figlio di Okubo), Tokkan-kozo (Tomibo), Kazuko Kojima (Kimiko). Prod.: Shochiku
35mm. D.: 82'. Bn. Versione giapponese con sottotitoli inglesi / Japanese version with English subtitles  
Da: National Film Center - the National Museum of Modern Art, Tokyo
La copia è stata stampata da internegativi 35mm con controtipo sonoro ricavato da una copia 16mm conservata nelle collezioni del National Film Center stampata nel 1962 dai negativi originali su supporto nitrato allora in possesso della Shochiku / The current print was struck from 35mm intermediate negatives with sound duplicated struck from a 16mm print in our collection, which had been transferred in 1962 from the nitrate original negatives owned by Shochiku at that time 

Ozu fu l'ultimo dei maestri riconosciuti del cinema giapponese a convertirsi al sonoro. Il suo primo talkie, Figlio unico, è dunque la conclusione ideale di questa rassegna sulle origini del cinema sonoro giapponese. Ozu ritardò il passaggio al sonoro perché aveva promesso di usare un sistema di sonorizzazione sviluppato dal suo operatore di fiducia, Hideo Mohara. Per una di-sputa contrattuale con la Tsuchihashi, che produceva i sistemi di sonorizzazione impiegati dalla Shochiku, Ozu fu costretto a girare Figlio unico non nei nuovi studios della Shochiku a Ofuna ma nei vecchi teatri di posa della compagnia che avevano sede nel quartiere di Kamata, a Tokyo. Tony Rayns osserva che "Diversamente dagli studios di Ofuna (il cui logo appare all'inizio del film), quelli di Kamata non erano insonorizzati, e dunque le riprese furono disturbate dai rumori provenienti dall'esterno. Peggio ancora, era già in corso la demolizione dei teatri di posa, e Ozu fu costretto a costruire un set cinematografico improvvisato".
Ma il regista riuscì a superare tutte queste difficoltà e a creare un capo lavoro che Noël Burch ha definito "risultato supremo". Per mantenere il figlio agli studi, una donna lavora duramente in un setificio nella prefettura di Nagano; quando andrà a trovare il giovane a Tokyo scoprirà che svolge un umile lavoro di insegnante in una scuola serale. Il film, una delle critiche più taglienti di Ozu alla società giapponese, rivela uno stile rigoroso e quantomai preciso e inventivo, caratterizzato da un'attenta composizione e da un montaggio evocativo. Ma non mancano pennellate giocose, come la scena (che più di un critico ha interpretato come un velato commento politico) in cui la madre si addormenta durante la visione di un importante film sonoro dell'attore-regista tedesco Willi Forst. 

Ozu was the last of the acknowledged masters of Japanese cinema to convert to sound, so his first talkie, The Only Son, makes a fitting climax to this retrospective of early Japanese sound film. Touchingly, Ozu had resisted conversion because he had promised to use a sound system developed by his regular cinematographer, Hideo Mohara. Due to contractual disputes with Tsuchihashi, manufacturer of Shochiku's usual sound system, Ozu was obliged to film The Only Son not at Shochiku's new studio at Ofuna, but at the company's former premises at the Tokyo suburb of Kamata. Tony Rayns notes that "Unlike Ofuna Studio (whose logo appears at the start of the film), Kamata had no soundproofing, and so the filming was plagued by neighborhood noise. Worse, demolition had already begun, so Ozu was forced to rebuild to create his own makeshift soundstage".
But Ozu rose above these trials to create a masterpiece, hailed by Noel Burch as his "supreme achievement". The story of a mother who labours in a silk factory in rural Nagano Prefecture to ensure that her son can be educated, only to find him trapped in a relatively menial teaching job at night school when she visits him in Tokyo, is one of its director's most trenchant critiques of Japanese society, and the film displays Ozu's rigorous style, with its careful composition and suggestive montage, at its most precise and imaginative. Yet Ozu also found room for such playful and self-conscious touches as the visit to a cinema screening of an imported talkie by German actor-director Willi Forst, which (in what has been construed by more than one critic as a coded political comment) sends the protagonist's mother straight to sleep. 

 

 

Lingua originale con sottotitoli Lingua originale con sottotitoli
Dettagli sul luogo:
Piazzetta Pier Paolo Pasolini (ingresso via Azzo Gardino 65)

Numero posti: 144
Aria condizionata
Accesso e servizi per disabili
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