LES FEUX DE LA MER
(I fuochi del mare, Francia/1948) R.: Jean Epstein. D.: 21'. V. francese
Epstein era cineasta come i pittori del secolo scorso erano pittori, per dare del mondo e delle cose un riflesso che le illumini, e lasciandone apparire le ricchezze, le riveli alla nostra sensibilità. Nessun disegno di infrangere o di ricreare un universo, dal momento che questo che ci è donato non ha perduto il suo mistero che agli occhi degli ambiziosi o degli ingenui. Questa arte è un approccio, con i mezzi offerti ai curiosi da una macchina essa stessa piena di incognite.
(...) Finis terræ segna, più che una tappa, una sorta di liberazione, di spogliazione di tutti gli elementi che si interponevano per Epstein fra l'obiettivo e la vita. Ormai il cineasta è solo con la sua macchina davanti all'universo delle immagini - e presto anche dei suoni - davanti alla natura vivente. Niente più studio, scenografie, attori; niente dialoghi, niente spiegazioni - non la verità che è al di là di noi stessi, ma gli "approcci della verità" - termine con cui ha egli stesso definito questa tappa. Da qui senza dubbio il carattere immobile di alcune opere che si scaglionano lungo vent'anni, da Finis terræ a Feux de la mer. Sono inattaccabili, fissate in una sorta di evidenza plastica. Ora, allo stesso tempo che si avvicina a questa verità universale, l'arte del cineasta si approfondisce: a misura che l'aneddoto si riduce fino ad essere nient'altro che un incidente o un'illusione, si allarga il senso interiore del tema, si amplifica, si fa dramma, a cui gli elementi apportano una dimensione cosmica.
(Pierre Leprohon, Jean Epstein, Cinéma d'aujourd'hui / Seghers, Paris 1964)
Tariffe:
Numero posti: 144
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