Sabato 6 luglio 201316.30
Cinema Lumière - Sala Officinema/Mastroianni

BEHIND THE SCREEN / THE VAGABOND

Accompagnamento al piano di Antonio Coppola

 

BEHIND THE SCREEN (Charlot macchinista, USA/1916)
R.: Charles Chaplin. D.: 23'. Did. inglesi. Digitale

Scen .: Charles Chaplin . F .: Roland Totheroh . Int .: Charles Chaplin (assistente trovarobe), Eric Campbell (trovarobe), Edna Purviance (aspirante attrice), Henry Bergman (regista del kolossal storico), Lloyd Bacon (regista del film comico), Albert Austin, John Rand, Leo White (operai), Frank J . Coleman (produttore), Charlotte Mineau, Leota Bryan (attrici), Wesley Ruggles, Tom Wood (attori), James T . Kelley (operatore) . Prod .: Charles Chaplin per Lone Star Mutual . Pri . pro .: 13 novembre 1916.DCP .2 bobine/ 2 reels. Didascalie inglesi con sottotitoli italiani / English intertitles with Italian subtitles. Da: Blackhawk Collection/Lobster Films. Restaurato nel 2013 da Fondazione Cineteca di Bologna presso il laboratorio L'Immagine Ritrovata in collaborazione con Lobster Films e Film Preservation Associates / Restored in 2013 by Fondazione Cineteca di Bologna at L'Immagine Ritrovata laboratory, in collaboration with Lobster Films and Film Preservation Associates Restauro sostenuto da / Restoration supported by Michel Hazanavicius

Behind the Screen è una commedia slapstick sullo slapstick con cui Chaplin si congeda per sempre dal genere. Il film è ambientato in uno studio cinematografico come i suoi 'progenitori' A Film Johnnie e The Masquerader (Keystone) e His New Job (Essanay), ma una maggiore distanza, professionale e temporale, dai suoi esordi cinematografici, consentono a Chaplin di elevare la parodia delle comiche precedenti, a satira. Charlot è David, assistente di Goliah, costretto ad addossarsi i compiti più pesanti mentre Goliah si prende tutti i meriti. Le trovate visive non mancano: Charlot trasporta undici sedie alla volta e prende le sembianze di un porcospino; poi, con tutta la cura e l'abilità di un parrucchiere, pettina la testa di una pelle d'orso, la friziona, la massaggia, divide i 'capelli' con una scriminatura nel mezzo e infine applica attorno al muso un asciugamano bollente. Finiscono nel mirino l'eccesso di torte e gli inseguimenti tanto cari a Mack Sennett qui riproposti con il solito, sostenutissimo ritmo, all'interno di una struttura narrativa più oleata e coesa. Grazie al lavoro di Kevin Brownlow e David Gill scopriamo dei ciak inediti di Edna Purviance che suona l'arpa e un altro in cui strimpella una chitarra per poi scoppiare a ridere e diversi tentativi di girare una scena in cui Charlot schiva con un piede un'ascia (ottenuta girando la scena al contrario). Come ricordato spesso, Chaplin descriverà i mesi alla Mutual come "il periodo più felice della mia vita".

 

Behind the Screen is a slapstick comedy about slapstick and Chaplin's goodbye to the genre once and for all. Set in a film studio like its predecessors' A Film Johnnie and The Masquerader (Keystone) and His New Job (Essanay), but being at a greater distance, both intime and professionally, from the early days of filmmaking, allows Chaplin to elevate the parody of the earlier comedies to a level of pure satire. Chaplin is David, assistant to Goliath, compelled, as stagehand, to take on all the heavy lifting, while Goliath gets all the credit. There are plenty of visual ideas: Charlie carries eleven chairs at a time and resembles a porcupine; then, with all the care and ability of a hairdresser, he combs the hair on the head of a bearskin rug, caressing it, massaging it, parting it down the middle, and finishing the job with a hot towel. The ending includes his being the target of many pies, and a chase to make Mack Sennett proud, with the usual relentless rhythm, albeit backed by a more cohesive and smooth narrative structure. Thanks to the work of Kevin Brownlow and David Gill we have discovered out-takes of Edna Purviance playing the harp, and others in which she tries to strum a guitar, only to crack up laughing in mul- tiple takes while Chaplin dodges an axe with his foot (accomplished by shooting in reverse). As is often cited, Chaplin described his months at Mutual as "the happiest time of my life."

THE VAGABOND (Il vagabondo, USA/1916)
R.: Charles Chaplin. D.: 36'. Did. inglesi. Digitale

Scen .: Charles Chaplin, Vincent Bryan . F .: Frank D . Williams . Int .: Charles Chaplin (musicista ambulante), Edna Purviance (ragazza rapita dagli zingari), Eric Campbell (capo degli zingari), Leo White (vecchio ebreo/vecchia zingara), Lloyd Bacon (pittore), Charlotte Mineau (madre della ragazza), Albert Austin (suonatore di trombone), John Rand (suonatore di tromba/direttore dell'orchestra), James T . Kelley (orchestrale/zingaro), Frank J . Coleman (orchestrale/zingaro) . Prod .: Charles Chaplin per Lone Star Mutual . Pri . pro .: 10 luglio 1916. DCP . 2 bobine/ 2 reels. Didascalie inglesi con sottotitoli italiani / English intertitles with Italian subtitles.Da: Blackhawk Collection.Films Restaurato nel 2013 da Fondazione Cineteca di Bologna presso il laboratorio L'Immagine Ritrovata in collaborazione con Lobster Films e Film Preservation Associates / Restored in 2013 by Fondazione Cineteca di Bologna at L'Immagine Ritrovata laboratory, in collaboration with Lobster Films and Film Preservation Associates

The Vagabond è spesso evocato come un doppio prototipo nel canone chapliniano: da un lato per la contaminazione, fino ad allora praticamente inedita, tra riso e pathos in cui l'emozione drammatica si infiltra nella comicità interrompendola bruscamente (ma lasciandola poi libera di esprimersi in forme ancora più ricche e sottili); dall'altro per l'introduzione dell'elemento amoroso (e in questo caso del 'triangolo', progenitore di una lunga serie) che traghetterà definitivamente Chaplin dal music-hall britannico e dallo slapstick sennettiano verso una narrativa a tutto tondo, in cui forma e contenuto tenderanno progressivamente a convergere. In The Vagabond questo processo è chiaramente avviato, anche se persistono elementi di 'volgarità' che una certa stampa dell'epoca non mancava di rimarcare. Arrivarono anche gli elogi di chi avvertì chiaro questo mutamento e contribuì a legittimare la visione artistica di Chaplin. In particolare, l'impegnato settimanale "Harper's Weekly" pubblicò un articolo dell'allora nota attrice teatrale Minnie Maddern Fiske che esordiva così: "Un numero sempre crescente di artisti e uomini e donne di cultura stanno iniziando a considerare Chaplin come un artista straordinario e un genio della comicità - e continuava - Chaplin sarà anche volgare, ma anche Aristofane, Plauto, il teatro Elisabettiano e Shakespeare lo sono. Lo è Rabelais, Fielding, Smollet e Swift. La volgarità e l'arte più alta possono coesistere e coloro che ritengono che Charles Chaplin sia un grande artista comico aspettano da lui grandi risultati. [...] Siamo fiduciosi che raggiungerà la statura artistica che sembra meritare.

 

The Vagabond is often described as two- dimensions prototype of the Chaplin norm: on the one hand the hitherto pratically inconceivable combination of laughter and pathos, with emotion infiltrating the comedy, brusquely interrupting it (but then leaving it free to express itself in even richer and more subtle ways); on the other hand introducing an element of romance (and in this case a triangle relationship, the first in what would be a recurring theme), which would transport Chaplin once and for all out of the world of British vaudeville and Sennetstyle slapstick, into more complete storytelling, where form and content progressively evolved and converged. In The Vagabond this process has clearly begun, even if some 'vulgar' elements may persist, which some critics of the time were quick to point out. There was also praise, however, that specifically contradicted this view and ultimately contributed to legitimizing Chaplin's artistic vision, in particular in the magazine "Harper's Weekly" which published an article by the theater actress of note at the time, Minnie Maddern Fiske, which began: "An increasing number of artists and men and women of culture are beginning to consider Chaplin an extraordinary artist and comic genius", and continued, "Chaplin might be vulgar but there is vulgarity in the comedies of Aristophanes and in those of Plautus and the Elizabethans, not excluding Shakespeare. Rabelais is vulgar, Fielding and Smollet and Swift are vulgar. Vulgarity and distinguished art can exist together. Those of us who believe that Charles Chaplin is essentially a great comic artist look forward to fine achievements. We are confident that he will attain the artistic stature to which it seems he is entitled".

     

 

 

 


 

 

Accompagnamento Musicale Accompagnamento Musicale
L'evento è parte di:
Il Cinema Ritrovato 2013
  Progetto Chaplin
Dettagli sul luogo:
Piazzetta Pier Paolo Pasolini (ingresso via Azzo Gardino 65)

Numero posti: 174
Aria Condizionata
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