PLATINUM BLONDE

(La donna di platino, USA/1931) R.: Frank Capra. D.: 89'. V. inglese

Il sonoro s'è imposto da circa tre anni, la tecnica si va stabilizzando, quel che più serve a Hollywood sono le parole, e le parole valgono oro. Si guarda a Broadway, che viene saccheggiata o adulata: e Broadway risponde, anche perché la Depressione ha interrotto non poche repliche. Con scelta piuttosto insolita, Platinum Blonde s'affida invece a un soggetto e a una sceneggiatura scritti direttamente per lo schermo. Accanto a Jo Swerling, questa volta, c'è Robert Riskin (provvede ai dialoghi), che pure ha qualche precedente teatrale ma già da tempo è creatura di studio; Riskin rappresenterà da qui in poi la "coscienza sociale" e l'"attitudine morale" (Joseph McBride) di Capra, e con lui inventerà le forme narrative di un corpus cinematografico straordinariamente popolare, ben sigillato nel suo tempo e irripetibile. Straordinari si mostrano subito, Capra e Riskin, in una certa osservazione 'ideologica' degli ambienti. La donna di platino racconta d'un giornalista e di un'ereditiera, e si apre nella redazione d'un giornale: questi reporter del 1931, debitori della Prima pagina di Hecht-MacArthur, sono già il mito hollywoodiano (e fumettistico, se pensiamo a Superman o a Dick Tracy) di se stessi, poi amorevolmente alimentato negli anni: trascurati nel vestito e nel tratto, fumatori, bevitori, svelti nell'arrivare al punto, parlatori d'una lingua rude e spesso sgrammaticata. I milionari Schuyler e la loro casa di Long Island mostrano invece una fatuità scintillante ma cruda, nulla a che vedere con la levigata aerea astrazione dei set lubitschiani; qui, certe pretese déco degli ambienti convivono con arredi banali, e sembrano indicare un'alta società americana culturalmente piuttosto confusa.
Che dire, d'altra parte, di questa singolare icona bionda che ondeggia lungo scale e saloni, di questa gattona bombshell senza un filo di classe, del geniale miscasting che vede Jean Harlow, ancora in tutto e per tutto la polposa figlia d'un dentista di Kansas City, nel ruolo d'una rampolla sofisticata? La confusione tra i 'segnali' di classe è ironicamente grande; la barriera sociale risulta nondimeno invalicabile. L'uomo comune sposa l'ereditiera, come accadrà molte volte ancora, e soprattutto in Accadde una notte. Ma questa volta l'unione non funziona, e si torna al punto di partenza. Il romance non è ancora quel motore di dinamiche sociali che sarà poi in molte commedie anni Trenta.
La donna di platino è il primo 'grande' film di Capra, eppure per certi versi appartiene più alla sua epoca che al suo autore: lussuosi foyer e ereditiere in abito da sera saranno per una decina d'anni luoghi e figure ricorrenti del genere, dovunque fuorché nelle commedie di Capra. Il film avrebbe dovuto intitolarsi Gallagher, dal nome di Loretta Young, collega innamorata del giornalista Robert Williams, che si fa sedurre dal fascino biondo del denaro: l'effetto dirompente che Harlow aveva fatto in The Public Enemy suggerì di dedicare a lei il titolo. Ma oggi, è Young che ci appare la più bella, e la sua schiena nuda il vero punctum erotico del film.
(Paola Cristalli) 

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L'evento è parte di:
Il Cinema Ritrovato
  Mr. Capra Goes to Town
Dettagli sul luogo:
via delle Lame, 57
Numero posti: 450
Aria condizionata
Accesso disabili
Tel. 051 522285