THE ITALIAN WARSHIP LIBIA - FULTA FISHER'S BOARDING HOUSE
THE ITALIAN WARSHIP LIBIA(USA/1921) R.: Frank Capra. D.: 32'. Did. italiane
Questo documentario, girato da Capra tra il 6 e il 29 novembre del 1921, mostra l'incrociatore da guerra italiano Libia, "in visita" nel porto di San Francisco. I marinai italiani sono accolti al Golden Gate dall'Italia Virtus Club, che ha programmato l'intero soggiorno dei marinai, organizzando partite di pallone, cene e balli. Particolare interessante: in una delle prime immagini possiamo vedere lo stesso Capra con i suoi operatori sul molo, in attesa della nave.
(Elena Tammaccaro)
FULTA FISHER'S BOARDING HOUSE (USA/1922) R.: Frank Capra. D.: 15'. Did. inglesi
Fulta Fisher's Boarding House è pieno di malviventi, puttane e ruffiani, il tipo di persone con cui Capra s'era spesso trovato a vivere negli ultimi quattro anni. Ma la scorza di cinismo che s'era costruito addosso non era bastata a cancellare la sua ostinata vena di romanticismo. Così come la sua insofferenza nei confronti delle regole della chiesa cattolica e il suo scetticismo nei confronti dei suoi insegnamenti erano riusciti a eliminare la sua istintiva, quasi mistica, adesione all'etica cristiana. In questo film, basato su una poesia di Kipling, Fulta è una sorta di Maria Maddalena che, per quanto leggera e sfacciata, va incontro comunque alla redenzione cristiana finale, chiudendo il film illuminata "come se fosse ispirata dal cielo". I personaggi e gli ambienti vengono tutti introdotti da un verso della poesia originale, messo in sovrimpressione su un tableau estremamente ricercato.
Con una illuminazione e una composizione della scena che richiamano nettamente quello stile pittorico di cui si potevano già trovare accenni nel giornale universitario [sul cinema] curato da Capra. Uno stile così sofisticato da rendere vane le sue successive pretese di ingenuità cinematografica. Lo stile narrativo è rapido ed ellittico, la direzione degli attori è eclettica, ma coreografica, così da mascherare il più possibile le evidenti mancanze di un set spartano e di un cast raccogliticcio. (...) Il film venne proposto al rappresentante locale della Pathé Exchange, una casa di distribuzione nazionale con sede a New York, e venduto a 3.500 dollari, più del doppio dell'investimento iniziale.
Uscì il 2 aprile 1922 allo Strand Theater a Broadway e tenne il cartellone per una settimana assieme ad altri cinque corti, tra cui Giorno di paga di Charlie Chaplin. Secondo Doc Harris [uno dei produttori del film], Fulta venne programmato "in tutte le sale più importanti" e considerato "in qualche modo un film epico". Su "Motion Picture News" Laurence Reid parlò di un film "sempre emozionante e sorprendentemente riuscito nella caratterizzazione dei personaggi (...) un capolavoro di realismo, pieno di valori drammatici e di spiritualità". Il "New York Times" scrisse che si trattava "di una versione fedele e riuscita del poema con, in più, un finale fortemente sentimentale che Kipling non sarebbe neppure riuscito a immaginare". Capra ebbe sempre un debole per Fulta. Negli anni trenta recuperò una copia da Ball e la conservò gelosamente prima di donarla alla Library of Congress. A volte la proiettava anche per gli amici. Intervistato nel 1940 dal "New Yorker" arrivò a dire: "Un film molto melodrammatico, ma niente male".
(Joseph McBride, Frank Capra: The Catastrophe of Success, Simon & Schuster, New York 1992)
Presenta Joseph McBride, biografo di Capra
Accompagnamento al piano di Donald Sosin
Tariffe:
Numero posti: 174
Aria Condizionata
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