Sabato 5 luglio 201410.00
Cinema Lumière - Sala Scorsese

EIN MÄDCHEN GEHT AN LAND

(Una ragazza sbarca, Germania/1938) R.: Werner Hochbaum. D.: 91'. V. tedesca

Sog.: dal romanzo omonimo di Eva Leidmann. Scen.: Werner Hochbaum, Eva Leidmann. F.: Werner Krien. M.: Else Baum. Scgf.: Willy Schiller, Carl Haacker. Mus.: Theo Mackeben. Int.: Elisabeth Flickenschildt (Erna Quandt), Alfred Maack (Schiffer Quandt), Günter Lüders (Krischan), Carl Kuhlmann (Jonny Hasenbein), Walter Petersen (Otto), Hans Mahler (Hein Groterjahn), Heidi Kabel (Inge), Friedrich Schmidt (capitano Lüders), Claire Reigbert (zia Mariechen), Herbert A. E. Böhme (Friedrich Semmler). Prod.: Universum-Film AG (Ufa). 35mm. L.: 2470 m. D.: 91'. versione tedesca / German version. Da: Deutsche Kinemathek per concessione di Murnau Stiftung


Precede
Joachim Schätz
presenta il suo libro scritto con Elisabeth Büttner, Werner Hochbaum: An der Randern der Geschichte filmen (Filmarchiv Austria, 2011)


Werner Hochbaum, figlio di un ufficiale della Marina, era nato a Kiel, grande porto marittimo tedesco. Ma la sua predilezione per le storie che si svolgono accanto all'acqua o sulla sua superficie non è tanto una questione di nascita quanto di convinzione poetica: nei porti le leggi della terraferma raggiungono il loro limite e il flusso e il riflusso del mare sfiorano le vite degli abitanti. Con Ein Mädchen geht an Land, Hochbaum ritorna ancora una volta ad Amburgo, dove aveva girato Brüder e Razzia in St. Pauli e nel 1928 avrebbe dovuto ambientare il suo primo film, mai realizzato: una sinfonia urbana sulla metropoli portuale. A dieci anni di distanza, il cambiamento del clima ideologico è testimoniato dalla struttura stessa del melodramma: questa volta l'oceano non è lo spazio del desiderio, ma della disciplina e della devozione. Dopo aver trascorso sette anni in mare, l'onesta Erna Quandt scende a terra e per lei cominciano i guai. Trovato un lavoro da cameriera, rimette sulla retta via una coppia borghese in crisi ma si innamora disperatamente dell'impostore Jonny Hasenbein. Alla fine, naturalmente, non si ritrova a vivere nello squallido bar del porto in cui bazzica Jonny ma nella serena casa di un costruttore navale vedovo e padre di tre figli.
Nonostante una certa ostentata semplicità popolaresca (nei titoli di testa è citato anche l'autore degli aforismi e dei motti da calendario), Hochbaum trasforma il romanzo di Eva Leidmann da cui il film è tratto in qualcosa di sfumato e a tratti complesso. La statuaria Elisabeth Flickenschildt nel ruolo di Erna e il tarchiato Carl Kuhlmann in quello del pietoso lazzarone Jonny formano una coppia profondamente toccante, e trasformando la donna ricca e infelice in una viennese in esilio Hochbaum ritrae in chiave crepuscolare l'orgoglioso tradizionalismo di Amburgo. La trama traccia linee nette tra la terra e il mare, ma i movimenti di macchina, le scenografie e le scelte sonore sottolineano le transizioni fluide e le zone grigie. In un tipico momento alla Hochbaum, quando Erna cammina su un pontile ondeggiante sospeso sull'Elba e guarda il fiume contemplando il suicidio, la placida superficie emotiva della narrazione si increspa nel gioco evocativo di luce, ombre e nebbia.

Joachim Schätz

 


Werner
Hochbaum was born the son of a naval officer in Kiel, one of Germany's maritime centers. Yet, his predilection for stories located near or on water is less a matter of birthright than of poetic conviction: in the port, the laws of the land reach their limit and the ebb and flow of the sea touch on settled lives. With Ein Mädchen geht an Land, Hochbaum returns once more to Hamburg, where he had shot Brüder and Razzia in St. Pauli, and planned his unrealized debut feature in 1928: a city symphony about the port metropolis. The ideological turning of the tide since those days can be witnessed in the melodrama's basic construction. This time around, the ocean is not a space of desire, but of discipline and devotion. When, after seven years at sea, the upright Erna Quandt goes ashore, the troubles in her life start. As a housemaid, she sets an estranged bourgeois couple back on the right course, but falls for marriage impostor Jonny Hasenbein. In the end, of course, she doesn't end up in the seedy quayside bar where Jonny dwells but in the sunny home of a widowed shipbuilder and father of three.
Despite
some ostentatious folksiness (there's a credit for calendar mottos), Hochbaum fashions Eva Leidmann's source novel into something nuanced and occasionally complicated. The imposing Elisabeth Flickenschildt as Erna and pudgy Carl Kuhlmann as the rueful crook Jonny make a deeply touching screen pair, and by re-inventing the unhappy rich housewife as an ostracized Viennese, Hochbaum moves the film's proud Hamburg traditionalism into twilight. While the plot draws lines between land and sea, the camera work, art direction and sound design stress fluid transitions and gray areas. A signature Hochbaum moment: when Erna walks onto a swaying gangplank, looking into the river Elbe and contemplating suicide, the placid emotional surface of the narration is stirred up into an evocative play of light, fog and shadows.

Joachim Schätz

Dettagli sul luogo:
Piazzetta Pier Paolo Pasolini (ingresso via Azzo Gardino 65)

Numero posti: 144
Aria condizionata
Accesso e servizi per disabili
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Tel. 0512195311