TEMPI NOSTRI / TRE PASSI NEL DELIRIO
TEMPI NOSTRI (episodio Don Corradino)
(Italia/1954) R. Alessandro Blasetti. D.: 24'. V. italiana
Sog.: Giuseppe Marotta. Scen.: Alessandro Continenza, Alessandro Blasetti. Dial.: Eduardo De Filippo. F.: Gabor Pogany. M.: Mario Serandrei. Scgf.: Guido Fiorini. Mus.: Alessandro Cicognini. Canzoni: Gorni Kramer. Aiuto regia: Luigi Filippo D'Amico, Isa Bartalini. Int.: Vittorio De Sica (Don Corradino Scognamiglio), Eduardo De Filippo (Amedeo Stigliano), Maria Fiore (Nannina), Vittorio Caprioli (Raffaele, il bigliettaio), Marilyn Buferd (turista americana), Carlo Pisacane (un vecchietto). Prod.: Cines, Lux Film, Lux de France C.C.F. 35mm. D.: 24'. Bn. Versione italiana / Italian version. Da: CSC - Cineteca Nazionale
Introduce Mara Blasetti
Un particolare ringraziamento a Mara Blasetti / Special thanks to Mara Blasetti
"Nella scelta tra i tanti racconti proposti, tutti validissimi, non ha prevalso un criterio di valutazione personale ma quello di comporre uno spettacolo vario nei toni e nei ritmi che fosse anche, in un certo senso, una cronaca sommaria dei Tempi nostri". La dichiarazione rilasciata da Blasetti poco prima dell'uscita in sala dello "Zibaldone n. 2" sintetizza sia l'intenzione del regista che uno dei motivi ricorrenti a cui fa appello la critica cinematografica per recensire negativamente il film. Da Alberto Moravia a Filippo Sacchi, da Pietro Bianchi a Ugo Casiraghi, tutti puntano il dito contro la frammentarietà, mettendo in discussione la validità stessa del genere a episodi. Un elemento che accomuna detrattori ed estimatori, tra i quali Gian Luigi Rondi, è il rilevare che questo prodotto cinematografico è vincente da un punto di vista commerciale, ma costringe il respiro del racconto a farsi corto e disarticolandosi a restare in superficie. Rivedendoli oggi, gli episodi mostrano ancora un'anima vitale che in pochi tratti essenziali sa dipingere la società italiana del dopoguerra che lotta contro la miseria, ma senza rinunciare all'ironia e alla comicità. Don Corradino ha come protagonista Vittorio De Sica che, grazie a Blasetti, che lo aveva voluto nella parte dell'avvocato nel Processo di Frine, riprende a pieno regime la sua carriera di attore, diventando, suo malgrado, una delle icone del cinema italiano degli anni Cinquanta e Sessanta. Blasetti mette in scena la quintessenza della napoletanità; servendosi del meglio che la cultura partenopea può offrire al cinema: De Sica, Eduardo De Filippo, e Giuseppe Marotta, autore del soggetto.
Michela Zegna
"In choosing from the many stories proposed, all extremely valid, it was not a question of personal assessment but of composing a film that was varied in tone and rhythm as well as also being, in a certain sense, a brief chronicle of our times." This statement made by Blasetti right before the release of "Zibaldone n. 2" sums up the director's intention as sell as one of the recurring themes of the negative criticism the film received. From Alberto Moravia to Filippo Sacchi, from Pietro Bianchi to Ugo Casiraghi, everyone pointed their finger against its fragmented structure, questioning the validity of the anthology genre. Critics and admirers, like Gian Luigi Rondi, both agree on one thing: this type of film production is very successful from a commercial point of view, but it limits the breadth of the story, which, being broken up, remains on the surface. Seeing the episodes again today, they still possess a vitality which with a few basic strokes paints a picture of postwar Italian society struggling against poverty but without forgoing irony and comedy. Th leading actor of Don Corradino is Vittorio De Sica, who Blasetti had also chosen for the part of the lawyer in Processo di Frine. Thanks to Blasetti, De Sica fully resumed his acting career, becoming, in spite of himself, an icon of 1950s and 1960s Italian cinema. Blasetti portrays the epitome of napoletanità, using the best of what the culture of Naples could offer film: De Sica, Eduardo De Filippo and Giuseppe Marotta, the scenario writer.
Michela Zegna
TRE PASSI NEL DELIRIO (episodio Toby Dammit)
(Spirits of the Dead, Italia-Francia/1968) R.: Federico Fellini. D.: 48'. V. italiana
T. alt.: Histoires extraordinaires. T. int.: Spirits of the Dead. Sog.: dal racconto Non scommettere la testa col diavolo di Edgar Allan Poe. Scen.: Federico Fellini, Bernardino Zapponi. F.: Giuseppe Rotunno. M.: Ruggero Mastroianni. Scgf.: Piero Tosi. Mus.: Nino Rota. Int.: Terence Stamp, Salvo Randone, Antonia Pietrosi, Polidor, Milena Vukotic. Prod.: Les Films Marceau-Cocinor, P.E.A. Produzioni Europee Associate 35mm. D.: 48'. Col. Versione italiana con sottotitoli inglesi / Italian version with English subtitles. Da: CSC - Cineteca Nazionale
Dopo Toby Dammit, ha detto Fellini, il suo cinema non sarebbe mai più stato come prima. Dopo l'incerto Giulietta degli spiriti e lo spassoso Dottor Antonio, Toby Dammit apre alla fine di un mondo nel Satyricon, alla morte dei Clowns, al funereo Casanova. Il tema della morte entra con violenza nel cinema di Fellini (che non porterà mai a realizzazione il progetto del film sulla sua morte, il Mastorna) e, ben oltre il racconto di Poe Non scommettere la testa col diavolo, è di una visionarietà a-dialettica, assoluta, che affronta l'orrore della mutazione di un'intera società attraverso l'incubo dello spettacolo, di una 'società dello spettacolo' alienante ed estrema. Toby Dammit è un film-cerniera e di svolta, nel tema e nel linguaggio. Non si può analizzare l'opera di Fellini e la sua evoluzione senza tenerne conto.
Goffredo Fofi
Fellini said that after Toby Dammit his films would never be the same again. After an uncertain Giulietta degli spiriti and the hilarious Dottor Antonio, Toby Dammit prepares for the end of a world in Satyricon, the theme of death in I clowns and the somber Casanova. The theme of death enters the films of Fellini violently (although he would never be able to complete the project about his own death, Mastorna) and, much more than Poe's short story Never Bet the Devil Your Head, it has an absolute, non-dialectic visionary dimension which deals with the horror of the mutation of an entire society though the nightmare of the show business, of an alienating and extreme 'society of the spectacle'. Toby Dammit is a film that marked a transition, a turning point, in its theme and its language. Fellini's work cannot be analysed without taking it into account.
Goffredo Fofi
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