STORIE SULLA SABBIA (episodio Anna)
(Stories in the Sand, Italia/1963) R.: Riccardo Fellini. D.: 35'. V. italiana
T. int.: Stories in the Sand. Sog.: Riccardo Fellini. Scen.: Riccardo Fellini, Gian Franco Ferrari. F.: Sandro D'Eva. M.: Mario Serandrei. Mus.: Giovanni Fusco. Int.: Anna Orso, Guerino Banzato. Prod.: Romor Film. 35mm. D.: 37'. Col. Versione italiana / Italian version. Da: CSC - Cineteca Nazionale
L'unica, sfortunata prova nella finzione di Riccardo Fellini (poi documentarista di buona qualità) è anche il film che fece litigare irrimediabilmente i due fratelli: Federico pretendeva che Riccardo firmasse con un altro cognome, cosa che invece non fece e lui si vendicò anche nei suoi sogni ("Gli sputo in faccia" annotò nel suo librone junghiano). Accolto con indifferenza per non dire disprezzo alla Mostra del '63, il film rivela invece nell'episodio centrale una sensibilità ingenua ma non superficiale: il pranzo di nozze di Anna, che forse si accorge di aver sposato l'uomo sbagliato, è raccontato con bella adesione al mondo dei poveracci che mette in scena, rimarcato ancor di più dalle loro facce arcaiche e da una malinconica poesia. E c'è un che di greve, di ispido, di marginale (ed emarginato) che sembra anticipare il cinema futuro di Sergio Citti.
Paolo Mereghetti
The only and unsuccessful attempt at fiction by Riccardo Fellini (who went on to become a good documentary filmmaker) is also the film which made the two brothers fall out forever. Federico insisted that Riccardo use a different surname, something which he refused to do and Federico fought back even in his dreams ("I spit in his face" he commented in his Jungian Book of Dreams). Greeted with indifference, if not contempt, at the 1963 Venice Film Festival, the film and especially its central episode reveal a naive but not superficial sensibility: Anna's wedding dinner, where she perhaps realises that she has married the wrong man, is portrayed with a sympathy for the poor people it represents, highlighted further by their ancient faces and melancholic poetry. And there is something heavy, harsh, marginal (and marginalised) which seems to foresee future films by Sergio Citti.
Paolo Mereghetti
Tariffe:
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