Venerdì 4 luglio 201421.30
Cinema Lumière - Sala Officinema/Mastroianni

RO.GO.PA.G. / I MOSTRI / I VINTI / I SETTE CAPITALI

Nell'ambito di Il Cinema Ritrovato Kids proiezione del corto sonorizzato nel corso del laboratorio Silent Movie & DJ Set

a seguire

RO.GO.PA.G. (episodio Il pollo ruspante) (Italia-Francia/1963) R.: Ugo Gregoretti. D.: 36'. V. italiana

Sog., Scen.: Ugo Gregoretti. F.: Mario Bernardo. M.: Nino Baragli. Scgf.: Flavio Mogherini. Mus.: Carlo Rustichelli. Int.: Ugo Tognazzi (Togni), Lisa Gastoni (la moglie), Ricky Tognazzi (Ricky, il figlio), Antonella Taito (Antonella, la figlia). Prod.: Alfredo Bini per Arco Film, Cineriz, Lyre Film. 35mm. D.: 36'. Bn. Versione italiana / Italian version. Da: CSC - Cineteca Nazionale


Il film a episodi come collage d'autore. Ro.Go.Pa.G. reca nel titolo le iniziali dei cognomi dei suoi quattro registi (Rossellini, Godard, Pasolini e Gregoretti) ma è per La ricotta che lo si ricorda. Gregoretti declina il tema comune, gli "allegri principi della fine del mondo" citati in esergo, guardando all'Italia del boom e sviluppando in parallelo due racconti che si completano come una tesi e la sua dimostrazione: una grottesca conferenza sui meccanismi che regolano i consumi degli italiani e le strategie pubblicitarie volte a creare sempre nuovi desideri, e la prova di tali teorie nella vicenda di Togni che, insieme alla sua famiglia, è prigioniero dell'acquisto convulso di beni: il televisore ultimo modello, l'automobile più potente, un lotto nella mitica 'Svizzera dei lombardi'. Il 'pollo ruspante' del titolo è simbolo di libertà opposto al 'pollo d'allevamento', sottoposto a una rigida disciplina che ne scandisce i ritmi di vita. Una curiosità: il figlio di Togni che, pistola giocattolo alla mano, dichiara di essere Pasolini richiama un fatto di cronaca dell'epoca, che vide Pasolini, al centro di una campagna diffamatoria, accusato persino di rapina a mano armata.

Alice Autelitano


The
omnibus film as a collage of auteurs: the title Ro.Go.Pa.G is made up of the four directors' surnames (Rossellini, Godard, Pasolini and Gregoretti) but it is remembered for La ricotta. Gregoretti develops the theme the segments have in common - the "merry beginnings of the end of the world" quoted at the opening of the film - looking at boom period Italy and at the same time telling two stories which are integrated with each other like a thesis and what it proves: a grotesque conference on the mechanisms which regulate the consumption of Italians and the advertising strategies aimed at creating ever newer desires, and the proof of such theories in the story of Togni who, together with his family, is imprisoned by his compulsive buying: the latest television, the most powerful car, a patch of the exclusive land named 'Switzerland of the Lombards'. The 'pollo ruspante' (free-range hen) in the title is a symbol of freedom, the opposite of battery hens which are exposed to rigid discipline which gives them the rhythm of their lives. Togni's son with a toy pistol in his hand claiming to be Pasolini, refers to a news story of the time which saw Pasolini at the centre of a smear campaign, even accusing him of armed robbery.

Alice Autelitano

 

I MOSTRI (episodio La nobile arte) (Opiate '67, Italia-Francia/1963) R.: Dino Risi. D.: 25'. V. italiana
I MOSTRI (episodio I due orfanelli) (Opiate '67, Italia-Francia/1963) R.: Dino Risi. D.: 3'. V. italiana


T. int.: Opiate '67. Sog., Scen.: Age e Scarpelli, Elio Petri, Dino Risi, Ettore Scola, Ruggero Maccari. Dial.: Ettore Scola, Ruggero Maccari. F.: Alfio Contini. M.: Maurizio Lucidi. Scen.: Ugo Pericoli. Mus.: Armando Trovajoli. Int.: I due orfanelli: Vittorio Gassman (il mendicante zoppo), Daniele Vargas (il cieco); La nobile arte: Ugo Tognazzi (Guarnacci), Vittorio Gassman (Artemio), Mario Brega (Rocchetti), Nino Nini (Zappalà), Ottavio Panunzi (Bordignon), Lucia Modugno (moglie di Artemio). Prod.: Mario Cecchi Gori per Fair Film, Incei Film, Mountfluor Films, Dicifrance 35mm. D.: 25'. Bn. Versione italiana / Italian version. Da: CSC - Cineteca Nazionale


Il film che elesse Risi maestro della commedia a episodi doveva in principio esser diretto da Elio Petri, accreditato come sceneggiatore, prodotto da De Laurentiis e interpretato da Alberto Sordi, ma fu oggetto di uno scambio con Il maestro di Vigevano. "Una serie di ritratti esemplari pieni di una sfiducia di fondo nell'umanità che veniva dal boom" lo definì il suo autore. I mostri è lo specchio prismatico di un'Italia in rapida mutazione antropologica. In venti episodi Risi mette alla berlina usi e malcostumi dell'italiano medio con le armi dell'ironia e della satira. I due orfanelli è uno dei brevissimi sketch (meno di tre minuti) in cui dimostra di saper 'graffiare' con pochi tratti essenziali. Un unico piano-sequenza sulla scalinata antistante la Basilica dei Santi Pietro e Paolo all'EUR di Roma. Due mendicanti: il cieco suona e canta, lo zoppo reclama la solidarietà dei passanti ma poi, per non perdere la propria fonte di guadagno, nega allo sfortunato compare l'opportunità di riacquistare la vista. Sintesi fulminea e corrosiva di comicità e cattiveria, svela nel beffardo villain di Gassman il volto cinico ed egoista di una società che sfrutta i più deboli. La nobile arte, l'episodio che chiude il carosello di mostruosità, e il più lungo, è invece quello in cui la risata si fa più amara. I personaggi di Guarnacci e Altidori, organizzatore d'incontri di boxe ormai fuori dal giro ed ex pugile istupidito dai colpi subiti che tentano un'impossibile rentrée, sono maschere comiche dietro cui si tocca con mano la desolazione di chi oramai vive ai margini ed è in partenza destinato a fallire. La forza del racconto sta tutta nella caratterizzazione dei due istrionici protagonisti: i corpi goffi e intorpiditi, le voci strascicate, quel ridicolo e straziante "So' contento" ripetuto da Gassman volgono il ridicolo in tragico. Finale di nerissima ironia 'alla Risi'.

Alice Autelitano


The film which made Risi the master of episode comedy should have been directed by Elio Petri, who is credited as screenwriter), produced by De Laurentiis and starred Alberto Sordi, but it was subject to a swap with Il maestro di Vigevano. It was described by its director as: "a series of exemplary portraits filled with deep distrust in the people who came out of the boom". I mostri is a reflection on a country that was undergoing rapid anthropological mutation. Armed with irony and satire, Risi's twenty episodes pour scorn on the average Italian's bad habits. I due orfanelli is one of the shortest sketches (less than 3 minutes) that demonstrates the ability to 'mock' with a few basic features: just one single take on the steps of the Basilica dei Santi Pietro e Paolo in EUR in Rome. Two beggars, one blind man playing the guitar and singing, another lame man who asks for support from passersby but then, so as not to lose his earnings, he denies his friend the opportunity to get his sight back. A quick summary of caustic comedy and nastiness, it reveals the cynical and egotistical face of a society which exploits its weakest members, in Gassman's sarcastic villain. La nobile arte, the episode which closes the whirlwind of monstrosity and is the longest at 17 minutes, is also the one with the most bitter humour. The characters of Guarnacci and Altidori, a boxing promoter who has seen better days and a punchdrunk former boxer who are attempting an impossible comeback, are comic masks behind which lies the desolation of people living at the margins of society and destined to fail. The strength of the story is all in the characterization of the two histrionic main characters that turns the ridiculous into the tragic: numb and clumsy bodies, the mumbled speech, that ridiculous and excruciating "So' contento" (I'm happy) repeated by Gassman. The ending is typically Risi, with his darkest irony.

Alice Autelitano


I VINTI (episodio inglese)
(The Vanquished, Italia-Francia/1953) R.: Michelangelo Antonioni. D.: 36'. V. italiana


T. int.: The Vanquished. Sog.: Michelangelo Antonioni, Suso Cecchi D'Amico, Diego Fabbri, Turi Vasile. Scen.: Suso Cecchi D'Amico, Michelangelo Antonioni, Giorgio Bassani. F.: Enzo Serafin. M.: Eraldo Da Roma. Scgf.: Gianni Polidori, Roland Berthon. Mus.: Giovanni Fusco. Int.: Peter Reynolds (Aubrey Allan), Patrick Barr (Ken Watton), Fay Compton (Mrs. Pinkerton), Eileen Moore (Sally). Prod.: Film Costellazione, S.G.C., Parigi 35mm. D.: 36'. Bn. Versione italiana / Italian version. Da: Fondazione Cineteca di Bologna


All'interno del film che fece rompere gli accordi di coproduzione con la Francia (offesa per una troppo veritiera ricostruzione dell'affaire des J 3, ne proibì la visione oltralpe fino al 1963) e che nelle intenzioni dei produttori (i cattolici della Film Costellazione) doveva illustrare i problemi della gioventù sbandata del dopoguerra, Antonioni prende le distanze dagli elementi più dichiaratamente neorealistici del progetto (l'inchiesta 'alla Zavattini', la ricostruzione del fatto reale, la lettura sociologica e ideologica dei fatti) per ribadire la preminenza dello sguardo del regista e la forza autonoma delle immagini. E ricostruendo un delitto raskolnikoviano nella Londra del dopoguerra di un aspirante poeta in cerca di notorietà, il regista "lavora sul giallo irrisolto delle coscienze anziché sul giallo risolto dei fatti, fermandosi a contemplare, più che le loro ragioni, il loro mistero" (Stefania Parigi).

Paolo Mereghetti


From the film which broke the co-production agreement with France (where they were offended by an all too faithful reconstruction of
Affaire des J 3, and where it would be banned until 1963) and which, according to the Catholic producers' intentions (Film Costellazione) was supposed to show the problems of post-war wasted youth, Antonioni distances himself from the more expressly neo-realistic elements of the project (the Zavattini-style inquest, the reconstruction of the actual facts, the sociological and ideological reading of the facts) to reaffirm the superiority of the director's vision and the strength of the image itself. Reconstructing a Raskolnikov-esque crime in the post-war London of an aspiring poet looking for fame, the director "works with the unresolved detective story of the conscience rather than on the resolved detective story of the facts, stopping to contemplate their mystery instead of their reasons" (Stefania Parigi).

Paolo Mereghetti


I SETTE PECCATI CAPITALI (episodio L'invidia) (The Seven Deadly Sins, Italia-Francia/1952) R.: Roberto Rossellini. D.: 19'. V. italiana


T. alt.: Les Sept péchés capitaux. T. int.: The Seven Deadly Sins. Sog.: dal romanzo La gatta di Colette. Scen.: Roberto Rossellini, Diego Fabbri, Liana Ferri, Turi Vasile. F.: Enzo Serafin. M.: Louisette Hautecoeur. Scgf.: Ugo Blaettler. Mus.: Yves Baudrier. Int.: Orfeo Tamburi (Orfeo), Andrée Debar (Camille), Nicola Ciarletta (modella), Nino Franchina, Tanino Chiurazzi, R.M. De Angelis. Prod.: Film Costellazione, Franco London Film. 35mm. D.: 19'. Bn. Versione italiana / Italian version. Da: CSC - Cineteca Nazionale per concessione di Ripley's Film


Fatica occasionale, è però un piccolo film rivelatore e formidabile. Viene dopo Europa '51 e prima di La paura e Viaggio in Italia e ne costituisce una sorta di controcanto al maschile. Al centro, un pittore (Orfeo Tamburi as himself) come doppio di Rossellini, che gli attribuisce di tutta evidenza suoi pensieri e morale. Una moglie straniera che non condivide le sue idee, anzi non le capisce. Una gatta che viene da Colette e che è la chiave di volta del racconto, la vera protagonista (e sono ben rari i cineasti italiani - e non solo italiani, in quegli anni, fuori dagli antropomorfismi disneyani - che hanno dimostrato attenzione e rispetto per il mondo animale). Con una essenzialità e un ritmo (una sceneggiatura) dovuti al ricatto temporale del racconto, Rossellini sentenzia per bocca di Tamburi, e dirige in modi vicini a quelli di La paura, impone la sua visione del mondo in modi poco socratici e con molta decisione, facendo crescere la tensione poco a poco e distinguendo infine nettamente tra chi capisce quel che c'è da capire e chi mai lo capirà.

Goffredo Fofi


Despite being an unplanned piece, it is a small, revealing and exceptional short film. It came after
Europa '51 and before La paura and Viaggio in Italia and in a way it is its masculine counterpart. It revolves around a painter (Orfeo Tamburi, as himself), Rossellini's alter ego, to whom the director clearly gives his thoughts and morals. He has a foreign wife who does not share his ideas, or rather she does not even understand him. There is a cat which comes from Colette and which is key to the story, its true main character. (It was very rare at the time, apart from Disney's anthropomorphism, for directors to demonstrate attention and respect for the animal world.) With a simplicity and rhythm (the screenplay) imposed by the short form, Rossellini moralizes through Tamburi. He directs in a similar way to La paura and imposes his vision of the world in a way which is not very Socratic but is very decisive, building tension bit by bit and clearly distinguishing between who understands what is to be understood and who will never understand.

Goffredo Fofi

Dettagli sul luogo:
Piazzetta Pier Paolo Pasolini (ingresso via Azzo Gardino 65)

Numero posti: 174
Aria Condizionata
Accesso e servizi per disabili
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Tel. 051 2195311