Martedì 2 luglio 201317.30
Cinema Lumière - Sala Officinema/Mastroianni

BOROM SARRET

(Il carrettiere, Senegal/1963) R.: Ousmane Sembène. D.: 22'

Introducono Cecilia Cenciarelli e Doug Laible (World Cinema Foundation) 

T. it.: Il carrettiere. Scen.: Ousmane Sembène. F.: Christian Lacoste. M.: André Gaudier. Int.: Ly Abdoulay (il carrettiere), Albourah (il cavallo). DCP. D.: 22'. Bn. Versione francese e wolof con sottotitoli inglesi / French and Wolof version with English subtitles
Da: World Cinema Foundation
Restaurato nel 2012 da World Cinema Foundation in collaborazione con INA presso Laboratoires Éclair e Cineteca di Bologna/L'immagine Ritrovata / Restored in 2013 by the World Cinema Foundation in association with INA. The restoration was carried out at Laboratoires Éclair and Fondazione Cineteca di Bologna/L'Immagine Ritrovata laboratory


Data la grande varietà dei linguaggi africani, io ritengo che noi registi africani dovremmo rendere il nostro messaggio comprensibile a tutti, trovare un linguaggio che viene dalle immagini e dai gesti. Mi spingo anzi a dire che dovremmo guardare al passato e imparare dalla lezione del muto. Contrariamente a ciò che si pensa, in Africa parliamo molto ma parliamo quando è il momento di parlare. C'è anche chi dice che i neri passano tutto il tempo a ballare. Ma abbiamo le nostre ragioni. Non c'è niente di male nella danza, ma non ho mai visto un ingegnere danzare davanti alla sua macchina. Un intero continente, un intero popolo, non passa il tempo a ballare. Tutto ciò significa che il regista africano ha un compito molto importante: deve trovare una propria strada, deve trovare i propri simboli e perfino crearli se necessario. [...] Ho allora girato Borom Sarret, il mio primo vero cortometraggio. È la storia di un carrettiere che si improvvisa tassista. In un quartiere residenziale in cui è proibita la circolazione di simili veicoli, un poliziotto lo ferma e gli sequestra il carretto. Privato dell'unica fonte di reddito, il poveretto è costretto a restare a casa e si vede affidare la custodia dei bimbi dalla moglie che gli dice: "Questa sera avremo da mangiare". Il film ha vinto il premio per l'opera prima al Festival di Tours nel 1963.

Ousmane Sembène



Il restauro di Borom Sarret è stato possibile grazie ai negativi originali forniti dall'INA e conservati ai laboratori Éclair. Il film è stato scansionato in 4K ai laboratori Éclair e restaurato dal laboratorio L'Immagine Ritrovata. L'immagine è stata stabilizzata e pulita digitalmente, eliminando tutti i segni di usura. Il grading ha permesso di recuperare la ricchezza della fotografia originale. Dopo la digitalizzazione, il suono è stato sottoposto a pulizia digitale e a riduzione del rumore di fondo senza perdere gli elementi dinamici della colonna sonora originale. The World Cinema Foundation intende ringraziare in particolar modo Alain Sembène e la famiglia Sembène per aver facilitato il processo di restauro.


I think given the fact that there is such a diversity of languages in Africa, we, African filmmakers, will have to find our own way in order that the message be understood by everyone, or we'll have to find a language that comes from the image and the gestures. I think I would go as far as to say that we will have to go back and see some of the silent films and in that way find new inspiration. Contrary to what people think, we talk a lot in Africa but we talk when it's time to talk. There are also those who say blacks spend all of their time dancing - but we dance for reasons which are our own. Dancing is not a flaw in itself, but I never see an engineer dancing in front of his machine, and a continent or a people does not spend its time dancing. All of this means that the African filmmaker's work is very important - he must find a way that is his own, he must find his own symbols, even create symbols if he has to. [...] I then realized Borom Sarret, my first true
short film. It is the story of a cartman who is, to some extent, the taxi driver of a horse-drawn cart. Confronted by a rich customer in a residential district prohibited to such a type of vehicle, a cop stops him, makes a complaint, and seizes the cart. Relieved of his livelihood, the poor fellow remains sadly in his place. His wife entrusts the guardianship of their children to him while saying to him "We will eat this evening". For this I got the first work prize at the Festival of Tours in 1963.

Ousmane Sembène


The restoration of Borom Sarret was made possible through the use of the original camera and sound negatives provided by INA and preserved at Éclair Laboratories. The film was scanned in 4K at Éclair Laboratories and restored at L'Immagine Ritrovata laboratory. The image was digitally stabilized and cleaned, and all wear marks were eliminated. Image grading helped recover the richness of the original cinematography. After digitization, the sound was digitally cleaned and background noise reduction was applied to eliminate all wear marks, without losing any of the dynamic features of the original soundtrack. The World Cinema Foundation would like to specially thank Alain Sembène and the Sembène Family for facilitating the restoration process.

[Nove vite] T. int.: Nine Lives. Sog.: dal romanzo We Die Alone di David Howarth. Scen.: Arne Skouen. F.: Ragnar Sørensen. Mus.: Gunnar Sønstevold. Int.: Jack Fjeldstad (Jan Baalsrud), Henny Moan (Agnes), Alf Malland (Martin), Joachim Holst-Jensen (Bestefar), Lydia Opøien (l'ostetrica), Edvard Drabløs (il maestro). Prod.: A/S Nordsjøfilm 35mm. D.: 96'. Bn. Versione norvegese / Norwegian version

Da: National Library of Norway

Arne Skouen, nato 100 anni fa (1913-2003), è un gigante del cinema norvegese. Scrittore e regista prolifico, seppe destreggiarsi tra cinema a teatro e fu anche un mordace giornalista per i due principali quotidiani norvegesi. Pubblicò romanzi, saggi e opere teatrali: nel 1932 debuttò come romanziere e sette anni dopo come drammaturgo. Durante la Seconda guerra mondiale prese parte alla resistenza, prima a Oslo (trasmettendo notizie agli alleati) e poi a Stoccolma, Londra e New York, dove lavorò come giornalista per le forze alleate dedicandosi anche all'attività di drammaturgo. Durante la guerra, a New York, guardò Alba tragica di Marcel Carné fino a conoscerlo a memoria. Molti suoi film rivelano tracce di questo capolavoro. Nei film di Skouen i protagonisti sono spesso in lotta con la loro psiche e la loro inadeguatezza, e nello scontro con gli avversari dipendono da forze che li sovrastano. Tra il 1949 e il 1969 Arne Skouen diresse diciassette film, quattro dei quali erano drammi ambientati durante la Seconda guerra mondiale. Ni liv è tratto da un libro del 1955 di David Howarth, We Die Alone, che narra la vera storia di Jan Baalsrud, eroe della resistenza norvegese. Il gruppo di resistenti di Baalsrud viene sorpreso dai soldati tedeschi mentre tenta di portare di nascosto armi e rifornimenti nel nord della Norvegia. I suoi compagni vengono uccisi ma Baalsrud, ferito al piede, fugge a nuoto nelle gelide acque del fiordo. Inizia così il suo lungo viaggio verso il confine con la Svezia. Nella sua fuga il protagonista deve fare affidamento sulla solidarietà dei norvegesi. Il vero nemico svolge qui un ruolo secondario, perché l'eroe deve battersi soprattutto contro una natura spietata e i propri demoni interiori. Nel 1958 Ni liv fu in concorso al Festival di Cannes e venne candidato all'Oscar per il miglior film straniero. 

                                                                                                                                                                                                                                               Bent Bang-Hansen. 

Arne Skouen, born 100 years ago (1913-2003), is a giant in Norwegian cinema. Skouen was a productive writer and director within film and theatre, as well as a sharp-penned journalist for the two largest papers in Norway. In addition to this he had several books published as a novelist, a playwright, and a writer of non-fiction. In 1932 he made his debut as a novelist, seven years later as a playwright. During WWII he was involved in the resistance, first in Oslo, Norway as an agent sending news to the allied abroad. Later he was stationed in Stockholm, London and New York working partly as a journalist for the allied forces and scriptwriter on the side. During the war, in New York, he watched Marcel Carné's Le Jour se lève (1939) till he knew it by heart. Many of Skouen's films show traces of this masterpiece. In Skouen's films we often see main characters struggling with their inner psyche and inadequacy, dependent on forces beyond themself against the opponents. Arne Skouen directed seventeen feature films between 1949 and 1969, four of those were WWII dramas. Ni liv is based on David Howarth's book We Die Alone from 1955, recounting the authentic drama of Jan Baalsrud, a Norwegian resistance man during WWII. Baalsrud's group of resistance men are discovered by German soldiers while smuggling weapons and supplies by boat into Northern Norway. His group mates are killed, but Baalsrud escapes, swimming the icy fjord after having a toe shot off. His long journey to the Swedish border begins. The main character gets totally dependent on friendly Norwegians in his escape. The enemy of war plays a minor part in this war drama. First and foremost the harsh, cold nature and his own psyche and inner demons are the protagonist's main enemies. Ni liv was screened in the main competition at the Cannes Film Festival 1958, and was nominated for an Academy Award for Best Foreign Language Film in 1958.

                                                                                                                                                                                                                                                Bent Bang-Hansen

 

 



Lingua originale con sottotitoli Lingua originale con sottotitoli
L'evento è parte di:
Il Cinema Ritrovato 2013
  Cinemalibero
Dettagli sul luogo:
Piazzetta Pier Paolo Pasolini (ingresso via Azzo Gardino 65)

Numero posti: 174
Aria Condizionata
Accesso e servizi per disabili
Il nostro cinema aderisce al circuito CinemAmico: è possibile utilizzare l’applicazione MovieReading® per i film di cui è prevista audiodescrizione e/o sottotitolazione sull'applicazione.
Tel. 051 2195311