Cento anni fa: i film del 1909
Programmazione
Presentiamo circa cento film in dodici programmi, per mostrare nel presente del 2009 il mondo e il panorama cinematografico del 1909. La sezione “Cento anni fa” sembra mantenere le stesse caratteristiche dell’edizione dello scorso anno, tuttavia è cresciuta ancora, quasi in sordina; ne fa parte anche il primo programma di “Tutti i colori del mondo – I colori del 1909”.
Con il programma inaugurale viene festeggiato un anniversario particolarmente significativo per il Festival del Cinema Ritrovato: i 100 anni dei festival del cinema. La nostra ricostruzione storica assembla otto (dei circa sessanta) film che furono proiettati, nell’ottobre del 1909, durante il “Primo Concorso Mondiale di Cinematografia” a Milano. I programmi monografici “Italia 1909”, “USA 1909” (entrambi doppi programmi), “Société Film d’Art 1909” e “Danimarca & Nordisk 1909” sono dedicati a delle cinematografie nazionali e a ditte di produzione. L’industria italiana, in rapida crescita, ha puntato sull’esportazione con film in costume, riprese documentaristiche e Cretinetti – la prima vera serie comica. Negli USA, D. W. Griffith gira nel 1909 per la Biograph nell’arco di un solo anno l’incredibile quantità di 142 film, ma la Vitagraph resta la più forte società americana presente sul mercato europeo. Incontrastata leader mondiale, la Pathé Frères non distribuisce solo la produzione della Société Film d’Art (dal nome indipendente), ma costruisce, sotto la direzione artistica di Albert Capellani, una società affiliata concorrente di maggior successo, la S.C.A.G.L. Infine, il newcomer danese Nordisk, con il suo trademark dell’orso bianco registrato il 23 aprile 1909, giocherà presto un ruolo di primo piano sul mercato cinematografico internazionale.
Nella relazione di ricerca di quest’anno – la settima del nostro progetto per una storia del cinema in tempo reale, anno dopo anno – rientra l’evocazione del mondo del 1909 attraverso le immagini del tempo (“Mondo perduto”), gli avvenimenti culturali di successo dell’anno (“Che c’è di nuovo nel 1909”) e la situazione geopolitica segnata dal colonialismo e dall’ineguaglianza (“Il passato è un paese straniero”).
Il 1909 cinematografico è a tutti gli effetti un anno-cardine in cui conclusioni e inizi si sovrappongono; mentre serie produttive caratteristiche del cinema degli esordi come le féeries e le fono-scenesi si spengono lentamente (“Addio, Cinema delle origini”), prendono forma sia generi che fenomeni di fondamentale importanza per gli anni a venire: la star cinematografica, il cinegiornale, il lungometraggio (“Pronti per il lungometraggio”). Le trasformazioni sono accompagnate da costanti.
Ad esempio si osserva, dagli albori fino almeno al 1916/1917, nelle riprese in esterni, la coesistenza del caso e dell’intenzione ossia del “dal vero” e della finzione, nello stesso spazio visivo e temporale. Da questa caratteristica basilare del cinema delle origini nasce la grande attrazione del “Cinema of Attractions”, come viene definito da Tom Gunning – che è spesso “Un cinema di distrazioni”, come proposto da Luke McKernan.
Il 1909 è entrato nella storia del cinema come l’anno del “Congrès International des Fabricants de Film” di Parigi che si tenne agli inizi di febbraio sotto la presidenza di Georges Méliès e il patronato di Charles Pathé e George Eastman. Era una reazione dei produttori europei al trust monopolistico costituito da Edison nel 1908 con lo scopo di escludere la forte concorrenza europea dal lucroso mercato americano; inoltre ci fu il tentativo da parte di Edison di dare ai membri del trust l’esclusività sulla pellicola vergine Kodak prodotta da Eastman, che rifiutò dopo che Charles Pathé aveva minacciato di assumersi in proprio la produzione di pellicola. Stando ai risultati approvati il congresso stabilì una standardizzazione della perforazione, un prezzo fisso di 1,25 lire al metro di pellicola per quattro mesi di noleggio (solo leggermente al di sotto della tariffa di 1,50 lire per la vendita, anch’essa fissa, fino ad allora) e, con forte sostegno della Pathé, un rapido cambiamento, dalla vendita ai concessionari locali al noleggio diretto agli esercenti. Questo portò a dei boicottaggi a livello regionale nei confronti della Pathé e nel caso dell’Inghilterra alla cacciata del diavolo francese attraverso il belzebù americano. L’apertura del mercato britannico all’importazione dagli USA recò più danni ai produttori cinematografici locali che non alla potente Pathé.
Con il programma inaugurale viene festeggiato un anniversario particolarmente significativo per il Festival del Cinema Ritrovato: i 100 anni dei festival del cinema. La nostra ricostruzione storica assembla otto (dei circa sessanta) film che furono proiettati, nell’ottobre del 1909, durante il “Primo Concorso Mondiale di Cinematografia” a Milano. I programmi monografici “Italia 1909”, “USA 1909” (entrambi doppi programmi), “Société Film d’Art 1909” e “Danimarca & Nordisk 1909” sono dedicati a delle cinematografie nazionali e a ditte di produzione. L’industria italiana, in rapida crescita, ha puntato sull’esportazione con film in costume, riprese documentaristiche e Cretinetti – la prima vera serie comica. Negli USA, D. W. Griffith gira nel 1909 per la Biograph nell’arco di un solo anno l’incredibile quantità di 142 film, ma la Vitagraph resta la più forte società americana presente sul mercato europeo. Incontrastata leader mondiale, la Pathé Frères non distribuisce solo la produzione della Société Film d’Art (dal nome indipendente), ma costruisce, sotto la direzione artistica di Albert Capellani, una società affiliata concorrente di maggior successo, la S.C.A.G.L. Infine, il newcomer danese Nordisk, con il suo trademark dell’orso bianco registrato il 23 aprile 1909, giocherà presto un ruolo di primo piano sul mercato cinematografico internazionale.
Nella relazione di ricerca di quest’anno – la settima del nostro progetto per una storia del cinema in tempo reale, anno dopo anno – rientra l’evocazione del mondo del 1909 attraverso le immagini del tempo (“Mondo perduto”), gli avvenimenti culturali di successo dell’anno (“Che c’è di nuovo nel 1909”) e la situazione geopolitica segnata dal colonialismo e dall’ineguaglianza (“Il passato è un paese straniero”).
Il 1909 cinematografico è a tutti gli effetti un anno-cardine in cui conclusioni e inizi si sovrappongono; mentre serie produttive caratteristiche del cinema degli esordi come le féeries e le fono-scenesi si spengono lentamente (“Addio, Cinema delle origini”), prendono forma sia generi che fenomeni di fondamentale importanza per gli anni a venire: la star cinematografica, il cinegiornale, il lungometraggio (“Pronti per il lungometraggio”). Le trasformazioni sono accompagnate da costanti.
Ad esempio si osserva, dagli albori fino almeno al 1916/1917, nelle riprese in esterni, la coesistenza del caso e dell’intenzione ossia del “dal vero” e della finzione, nello stesso spazio visivo e temporale. Da questa caratteristica basilare del cinema delle origini nasce la grande attrazione del “Cinema of Attractions”, come viene definito da Tom Gunning – che è spesso “Un cinema di distrazioni”, come proposto da Luke McKernan.
Storia del cinema del 1909: il settore si organizza
Nella maggior parte dei paesi, la cinematografia e lo spettacolo cinematografico, ai loro inizi, finivano per così dire ad occhi chiusi sotto la legislazione dei mercati e del commercio ambulante. Ma dopo l’enorme crescita dell’industria cinematografica e del settore dell’esercizio (ormai in parte rilevante sedentario) nel 1907-1908, la società e i legislatori iniziarono a reagire nei confronti del nuovo mezzo; così nel 1909 ecco i primi casi di censura e di limitazioni all’accesso per i bambini.Il 1909 è entrato nella storia del cinema come l’anno del “Congrès International des Fabricants de Film” di Parigi che si tenne agli inizi di febbraio sotto la presidenza di Georges Méliès e il patronato di Charles Pathé e George Eastman. Era una reazione dei produttori europei al trust monopolistico costituito da Edison nel 1908 con lo scopo di escludere la forte concorrenza europea dal lucroso mercato americano; inoltre ci fu il tentativo da parte di Edison di dare ai membri del trust l’esclusività sulla pellicola vergine Kodak prodotta da Eastman, che rifiutò dopo che Charles Pathé aveva minacciato di assumersi in proprio la produzione di pellicola. Stando ai risultati approvati il congresso stabilì una standardizzazione della perforazione, un prezzo fisso di 1,25 lire al metro di pellicola per quattro mesi di noleggio (solo leggermente al di sotto della tariffa di 1,50 lire per la vendita, anch’essa fissa, fino ad allora) e, con forte sostegno della Pathé, un rapido cambiamento, dalla vendita ai concessionari locali al noleggio diretto agli esercenti. Questo portò a dei boicottaggi a livello regionale nei confronti della Pathé e nel caso dell’Inghilterra alla cacciata del diavolo francese attraverso il belzebù americano. L’apertura del mercato britannico all’importazione dagli USA recò più danni ai produttori cinematografici locali che non alla potente Pathé.