Kinojudaica, l'immagine degli ebrei nel cinema russo e sovietico
Programma e note a cura di Natacha Laurent (Cinémathèque de Toulouse) e Valérie Pozner
Promosso da Cineteca di Bologna, Ambasciata di Francia in Italia, Fondazione Nuovi Mecenati, Délégation culturelle. In collaborazione con Gosfilmofond
Con il patrocinio della / Under the aegis of Fondazione Museo Ebraico di Bologna
La retrospettiva organizzata su iniziativa della Cinémathèque di Tolosa e del Gosfilmofond ha permesso di scoprire, in venti programmi, più di trenta film che mettono in scena soggetti, racconti e personaggi riferiti agli ebrei della Russia, prodotti tra gli anni Dieci e gli anni Sessanta nell’impero russo poi in Unione Sovietica.
La scelta è stata effettuata al fine di riflettere la diversità e la ricchezza di un vasto corpus, ancora largamente misconosciuto, comprendente cortometraggi, mediometraggi e lungometraggi, film di finzione, documentari o filmati di attualità. Fra i soggetti evocati in questi film, figurano il modo di vita ebraico tradizionale dei shtetls della “zona di residenza”, e di un mondo scomparso di cui restano pochissime tracce viventi; la svolta verso la modernità e la diversità dello spettro politico nel quale gli ebrei si sono iscritti a partire dalla fine del XIX secolo (sionismo, socialismo, bundismo, Poalei Zion); la situazione sociale e politica di repressione a cui erano ridotti gli ebrei dell’impero: restrizioni legali, repressioni, pogrom, antisemitismo; le speranze di cambiamento nei costumi e di riuscita sociale; le utopie per la costituzione di un paradiso ebreo all’interno dell’Unione Sovietica (Birobidjan, Crimea, riconoscimento del patrimonio e della cultura yiddish, ritorno degli immigrati); la lotta contro l’antisemitismo, riattivata alla fine degli anni Venti; la denuncia dell’aumento dell’antisemitismo in Germania (questi film ebbero un impatto considerevole all’estero); la questione della Shoah, e le difficoltà della sua evocazione nel cinema del dopoguerra.
La retrospettiva ha riunito intorno a questi soggetti alcuni grandissimi nomi del cinema russo e sovietico (Bauer, Kulechov, Donskoi), come nomi misconosciuti (Dubson, Vilner, Korch-Sabline), ma ha rivelato anche degli sconosciuti (Mutanov per la finzione, Mazrokho per il documentario). Numerosi sono gli artisti che contribuirono alla loro realizzazione: scrittori, come Peretz Markish o Isaac Babel, che si ispiravano talvolta ai classici della letteratura e del teatro yiddish come Cholem Aleikhem, compositori, come Leib Pulver, Isaac Dounaevski o il jazzman polacco Henryk Wars, grandi attori di teatro ebraico, come Salomon Mikhoëls o Veniamine Zouskine, ma anche attori russi, come Maria Blumenthal-Tamarina o Nikolai Batalov.
Il Cinema Ritrovato ha scelto sette programmi costituiti dai più rari film di finzione, prodotti fra gli anni Dieci e il periodo successivo alla Seconda guerra mondiale. Questa selezione permette così di accedere a un patrimonio oggi quasi scomparso: la storia culturale degli Ebrei di Russia e dell’Unione Sovietica.
(Valérie Pozner, storica del cinema sovietico e Natacha Laurent, storica del cinema sovietico, delegata generale della Cinémathèque di Tolosa)
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